(UNWEB) “Il Pnrr è un’occasione storica, in grado di colmare anche carenze strutturali della nostra società relativamente all’occupazione di giovani e donne. Per questo è necessario applicare al massimo la cosiddetta ‘clausola della condizionalità trasversale’ prevista da Pnrr, presente all’interno del programma Next Generation Eu, al capitolo ‘le priorità trasversali’ della sezione 1, denominata ‘Obiettivi generali e struttura del piano’ per quanto riguarda il piano e i progetti in attuazione da parte di enti e istituzioni dell’Umbria”.

Così il consigliere regionale Tommaso Bori (Pd), che ha inviato una lettera alla consigliera regionale di Parità della Regione Umbria, Monica Paparelli, a quella della Provincia di Perugia, Giuliana Astarita e a quella della Provincia di Terni, Vittoria Sbaraglini, ed alla Consulta regionale per i giovani per chiedere “la verifica di tale applicazione e la successiva relazione al consiglio regionale”.

“Le 6 Missioni del PNRR – spiega Bori - condividono priorità trasversali, relative alle pari opportunità generazionali, di genere e territoriali. Le riforme e le missioni sono valutate sulla base dell’impatto che avranno nel recupero del potenziale dei giovani, delle donne e dei territori, e nelle opportunità fornite a tutte e tutti, senza alcuna discriminazione. La clausola trasversale corrisponde anche alle raccomandazioni specifiche della Commissione europea sull’Italia del 2019 e del 2020. La clausola – continua Bori - prevede, per le imprese che parteciperanno ai progetti finanziati dal PNRR e dai Fondi REACT-EU e FCN, la condizione dell’assunzione di giovani e donne: nei bandi gara sarà infatti previsto l’inserimento, tarato in base ai tipi di intervento, di specifiche clausole con cui saranno indicati, criteri orientati verso questi obiettivi occupazionali, come requisiti necessari e premiali dell’offerta”.

“Fondamentale, per il nostro futuro - prosegue Bori – sarà l’impatto di questa clausola sugli investimenti e sul futuro del sistema Umbria. Basti pensare che le stime di aumento dell’occupazione (+3,3 per le donne e + 3,7 per i giovani al 2026) non considerano gli effetti di questa condizionalità, che si impone in un mercato del lavoro fino ad oggi poco tarato sulle esigenze delle donne e dei giovani umbri. L’occupazione femminile è cresciuta soltanto del 2% negli ultimi 10 anni e, con la pandemia, hanno perso il lavoro 6.600 giovani umbri under 35, tanti quanti i nuovi Neet, aumentati del 25% in Umbria a fronte del 5% in Italia. Il Piano crea quindi le condizioni per un aumento più che doppio del trend occupazionale pre-pandemia, un’occasione che la nostra Regione non può assolutamente disattendere”.

Per questo Bori chiede che “venga relazionato l’esito di tale accertamento nel primo Consiglio regionale utile a seguito della verifica; si richiede, altresì, qualora si riscontrassero elementi di non applicazione della suddetta clausola, di predisporre un piano verso l’immediata attivazione delle stesse, anche di concerto con l’Assemblea legislativa della Regione Umbria”.


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