(UNWEB) Perugia - "Invece di costruire un inceneritore, è importante incentivare i comportamenti virtuosi dei cittadini. Chiediamo alla Regione perché l’Umbria, che è il cuore verde d’Italia, debba costruire un inceneritore sul suo territorio quando, addirittura, è chiaro che i rifiuti che produce non bastano per alimentarlo.                                                               
Rischia di danneggiare la nostra Regione dal punto di vista dell’immagine e dell’economia del turismo, regredendo, tra l’altro, ad una gestione dei rifiuti di almeno dieci anni fa.
In molti paesi, infatti, è in atto una politica che prevede la progressiva chiusura degli inceneritori, a favore di prevenzione e raccolta differenziata, come prescrivono le direttive dell’Unione Europea.
Nel Piano regionale dei rifiuti dell’Umbria, invece, si prevede la costruzione di un inceneritore della capacità di 160.000 tonnellate annue. Nel 2028, quando forse sarà costruito (le previsioni dei tempi di costruzione ci sembrano ottimistiche), le tonnellate di rifiuti non differenziati prodotti in Umbria saranno solo 128.000, nel 2035, solo 108.000. 
E’ chiaro quindi, che, per essere efficiente, l’inceneritore avrà bisogno dei rifiuti di altre regioni. Inoltre questi dati sono riferiti ad una produzione di rifiuti pro capite media umbra che è superiore alla media nazionale. A questo proposito, solo per fare un esempio, il Veneto nel 2019 ha prodotto 471 kg di rifiuti pro-capite contro i 515 kg umbri. È francamente sorprendente, visto che la produzione dei rifiuti è proporzionata al reddito che in Veneto è decisamente superiore a quello in Umbria. 
In Umbria abbiamo quindi un ampio margine per fissare un obiettivo di riduzione dei rifiuti molto più virtuoso di quel  -4,4%  previsto al 2035. Dobbiamo impegnarci per prevenire la produzioni dei rifiuti, non bruciarli. 
Puntare sull’inceneritore, invece, trasmette l’idea che sia più semplice sbarazzarsi dei rifiuti bruciandoli anziché valorizzarli. In realtà, agendo sulla prevenzione, sulla riduzione della produzione dei rifiuti e sulla raccolta differenziata, otteniamo un processo di riciclo non solo più rispettoso dell'ambiente e della salute, ma anche economicamente più conveniente.
 È importante che si sappia che gli inceneritori godono di finanziamenti pubblici (Cip6) senza i quali non sarebbero sostenibili da un punto di vista economico e finanziario. 
Aggiungiamo anche che nel Piano non viene fatta menzione della promozione della costruzione ed incentivazione di attività che trattino le materie seconde, derivate dai rifiuti differenziati, fonte di reddito molto interessante.
Come Blu, proponiamo quindi alla Regione di invertire la direzione: più ambizione relativamente all’obiettivo della riduzione dei rifiuti e, invece di un inceneritore, costruire e favorire la costruzione di impianti di trattamento di prodotto secondario, con i proventi dei quali finanziare l’incenerimento dei rifiuti in impianti già esistenti in altre regioni. 
Ringraziamo Loredana Petrosi e Elisa Boccacci, consigliere Blu al Comune di Valfabbrica, che formalmente hanno inoltrato alla Regione le osservazioni sul Piano Regionale, segnalando la posizione di Blu contraria all’inceneritore e le sue motivazioni. " Così dichiara, Adriana Galgano, presidente di Blu-Bella Libera Umbria. 
 

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Vitali

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