(UNWEB)  “I don’t care. Sicuramente intendeva questo, utilizzando una formula più colorita e meno adatta alle esternazioni pubbliche di un rappresentante istituzionale, l’assessore Enrico Melasecche quando ha risposto alle domande del giornalista della trasmissione ‘Fuori dal Coro’, rendendo nuovamente l’Umbria fiera di avere un assessore regionale di questo calibro”.

Così il capogruppo del Partito democratico a Palazzo Cesaroni, Simona Meloni, commenta “l’imbarazzante performance di Melasecche, ridottosi ad utilizzare espressioni da bar della stazione per spiegare all’insistente cronista che il disagio delle famiglie che si trovano a respirare gli scarichi delle locomotrici a diesel della ex Fcu non gli toglie il sonno. Lui, che sorridendo beffardo si affibbia nomignoli che ironizzano su chi all’ambiente pensa davvero, dopo aver ovviamente rinviato alle gestioni precedenti le origini di ogni male del trasporto ferroviario regionale si lancia nelle promesse per le quali è celebre: faremo, apriremo, miglioreremo. Incurante, l’assessore Melasecche, degli anni già trascorsi dalla sua ascesa a quel posto di amministratore che lo chiamerebbe a ben altro senso di responsabilità e di realtà. Del tutto immune dalla minima comprensione dei disagi patiti da cittadini umbri (in realtà perugini, e questo potrebbe spiegare molte cose) e incapace di capire il risvolto ambientale di quei fumi maleodoranti e di quelle emissioni in atmosfera”.

Secondo Simona Meloni “le frasi scomposte di Melasecche dimostrano quale sia la sua reale attenzione agli interessi dei cittadini e ne rendono evidenti la sensibilità e la cultura ambientalista. E tutto ciò si coniuga alla evanescenza della sua azione da assessore, incentrata più su mirabolanti promesse che su fatti concreti. C’è dunque da sperare che, visto l’orientamento della trasmissione, durante la quale è stato accuratamente evitato di indicare l’appartenenza al centrodestra dell’assessore regionali ai trasporti, si sia trattato di un caso di fuoco amico, di un piccolo contributo all’uscita di scena di un leghista scomodo quanto ingombrante in favore di altre fazioni della maggioranza che governa l’Umbria. Il canto del cigno di un amministratore che sarà ricordato per gaffe e polemiche, mentre per gli obiettivi raggiunti non resterà nella storia, avendo la fortuna di godere della compagnia di gran parte della Giunta Tesei”.


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