(UNWEB) – Perugia- La ricaduta in termini di risultato dell'attuazione del Piano Regionale delle liste di attesa, la governance della spesa farmaceutica e più ad ampio raggio la governance del sistema sanitario a partire da alcuni aspetti specifici, come il personale e gli investimenti: queste e non solo della conferenza stampa che si è tenuta stamani a Perugia, nella sede della giunta regionale di Palazzo Donini, con al centro la sanità in Umbria.
Dati alla mano la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, l'assessore alla sanità, Luca Coletto, il direttore regionale Massimo D'Angelo, con l'amministratore unico di Punto Zero, Giancarlo Bizzarri e il coordinatore della cabina di regia governance farmaceutica, Fausto Bartolini, hanno fatto il punto sull'andamento del sistema sanitario a partire dal piano per l'abbattimento delle liste di attesa che prevede che il governo delle liste sia incentrato su tre cardini: governo della domanda, dell'offerta, monitoraggio e controllo dei processi.
La presidente Tesei in apertura dell'incontro introducendo i vari argomenti ha evidenziato anche la complessità di un lavoro portato avanti in piena emergenza sanitaria: "Con il covid che ha fatto aumentare il numero dei ricoveri – ha detto – non è stata cosa facile, soprattutto in Umbria con una popolazione anziana che non sempre è possibile curare a casa".
Per la presidente dopo aver sottolineato che "ormai da tempo era necessario intervenire sul mosaico della sanità umbra", ha ricordato che nei Piani triennali di investimento di INAIL sono stati approvati due ulteriori interventi urgenti di elevata utilità sociale per l'edilizia sanitaria, per un totale di 184 milioni: si tratta della realizzazione del nuovo blocco funzionale Ospedale di Terni (100 milioni di euro) e dell'Ospedale di Narni Amelia per 84 milioni di euro.
Sul fronte delle spese, in particolare quella per la farmaceutica è stato evidenziato che la necessità di efficientare e riqualificare la spesa sanitaria umbra nasce soprattutto dall'indicazione, più volte ripetuta da parte del MEF in sede di Tavolo di Verifica degli Adempimenti, nonchè dai rilievi della Corte dei Conti espressi in sede di Giudizio di Parifica al Rendiconto Finanziario della R.U. 2021 e dalla stessa Aifa.
E proprio sul piano di efficientamento e rilancio della sanità ha posto l'accento l'assessore alla Salute, Luca Coletto che ha voluto fugare ogni dubbio su ipotetiche aperture ai privati: "Sfido chiunque a trovare un solo atto approvato dalla Giunta Tesei a favore della sanità privata – ha detto – Al contrario in alcuni casi abbiamo risanato problematiche che venivano da lontano. Queste notizie creano ansie inutili nei cittadini insieme a quella della paventata chiusura di alcuni presidi ospedalieri, cosa assolutamente non vera. Non si chiuderà nessun ospedale – ha precisato – ma si riconvertirà, se necessario, e si farà tutto come previsto dalle norme senza toccare in nessun modo i diritti dei cittadini, anzi per garantire le migliori prestazioni nella maniera più appropriata".
Relativamente alla spesa farmaceutica il direttore D'Angelo alla luce del fatto che l'Umbria è la regione in cui le prescrizioni segnano un numero decisamente più alto per quantità di farmaco e alto costo, ha ribadito la necessità di portare le aziende sanitarie verso un riequilibrio garantendo però la salute della popolazione.
Non tagli alle prescrizioni quindi, ma appropriatezza secondo le indicazioni dettate dall'Agenzia italiana del farmaco.
Relativamente al personale è stato reso noto che la Regione ha stipulato una convenzione con Agenas per la definizione degli standard di personale e per assicurare le cure ai cittadini da una parte e l'efficienza del sistema dall'altra, così com'è in corso un'interlocuzione con le organizzazioni sindacali proprio sul versante delle assunzioni del personale che ha portato anche all'accordo per la valorizzazione del personale impiegato durante la fase dell'emergenza sanitaria.
L'amministratore di Punto Zero illustrando i primi risultati prodotti dal Piano per il contenimento delle liste d'attesa ha evidenziato come nel periodo che va da marzo ad agosto 2022, la diminuzione dei percorsi di tutela (PdT) in Umbria è rilevante: infatti, nei mesi precedenti i PDT erano 30.000-35.000 ogni mese (marzo-giugno) mentre in luglio e settembre scendono circa 14.000, pertanto la riduzione è di oltre il 60%.
Confrontando anche la percentuale dei PDT, si nota che essa è in calo dal 28% al 9%, confermando quanto quindi un trend in discesa.
Per la radiologia convenzionale (RX), si passa da circa un migliaio di prestazioni in PdT ogni mese a praticamente nessuna prestazione in PdT.
Relativamente alle prestazioni inviate in percorso di tutela che rispettano le priorità cliniche (RAO), si nota la percentuale nei mesi tra luglio e settembre 2022 aumenta con un miglioramento medio di punti percentuali 25% (P), 35% (D60), 35% (D 30), 10% (U) e 20% (B) rispetto agli stessi mesi del 2021.
Per quanto riguarda i tempi di attesa i giorni medi di attesa per le prestazioni che non rispettano i RAO si sono ridotte del 97% (D-30gg), del 87% (B) e del 73 % (U) rispetto a settembre del 2021.
L'analisi illustrata dall'amministratore di Punto Zero mette evidenza inoltre, che l'allargamento delle zone di garanzia ha avuto il suo effetto caratterizzato da una riduzione del 60% nell'utilizzo dei PDT, aumento di 30 punti percentuali delle prestazioni inserite nei PDT che rispettano i RAO, riduzione di circa 80% dei gg medi di attesa per le prestazioni inserite nei PDT che non rispettano i RAO. La prossima apertura delle agende in overbooking e la messa a disposizione delle agende a CUP regionale aumenterà (a partire da metà ottobre) questo risultato.
Infine risulta che con le nuove zone di garanzia (da singolo Distretto ad Azienda/Regione) i pazienti non vengono prenotati in località più lontane rispetto a prima, quindi sostanzialmente la situazione è invariata.
Relativamente alla spesa farmaceutica, Fausto Bartolini
illustrando i dati ha messo in risalto che la proiezione di spesa per l'anno 2022 è di 484.154.429 euro contro un tetto nazionale fissato a 351.076.116 euro con uno sbilanciamento di 133. 078.318 euro.