(UNWEB) –Perugia - Il fenomeno della violenza domestica assistita da parte dei minori potrà essere intercettato sul nascere solo se gli operatori socio-sanitari, la magistratura e le procure riusciranno a condividere una operatività comune, attraverso percorsi formativi specialistici e continuativi e maggiori risorse da investire nei territori.

Questo, in sintesi, l'obiettivo rilanciato durante il seminario "Violenza assistita dai minorenni: dal riconoscimento all'intervento in rete", che ha avuto luogo venerdì 9 giugno a Villa Umbra, sede della Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica.

Dopo i saluti istituzionali dell'assessore alla Salute e Politiche sociali della Regione Umbria, Luca Coletto, che ha inquadrato i percorsi istituzionali nei quali il fenomeno si è incanalato negli ultimi anni, si sono succeduti gli interventi - coordinati dall'esperta Teresa Bruno, psicologa e psicoterapeuta -, che hanno approfondito le caratteristiche e l'epidemiologia della violenza assistita, con la prof.ssa Mariachiara Feresin dell'università di Trieste.

Successivamente, un focus specifico normativa nazionale curato dalla dott.ssa Giulia Leoncini, magistrata minorile. Quindi un approfondimento delle criticità specifiche nei procedimenti giuridici dopo la riforma Cartabia, con gli interventi della dott.ssa Marzia di Bari del tribunale di Terni e dell'avvocata Giulia Astarita, consigliera di parità della provincia di Perugia. Infine, il ruolo e la presenza del pubblico ministero nei giudizi civili che coinvolgono i minori, con la relazione del procuratore generale presso la Corte d'Appello di Perugia, Sergio Sottani. In chiusura, Donatella Massarelli, responsabile del Servizio Affari generali della Presidenza e politiche di genere della Regione Umbria, ha presentato il percorso formativo relativo alla presa in carico dei minori vittime di violenza assistita, ideato in collaborazione con la Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica, finalizzato alla riorganizzazione operativa di tutti gli attori istituzionali coinvolti.

Da una recente indagine presentata durante il seminario dalla referente dell'università di Trieste, circa 457mila minori in Italia sono attualmente presi in carico dai servizi sociali.

Fra questi, circa 91mila sono i minori che hanno subito maltrattamenti. Se il primo motivo di violenza domestica è relativo a un generico fattore di grave trascuratezza (47 per cento), il secondo fa riferimento specificamente alla violenza assistita.

"Intercettare i primi segnali di violenza domestica, quindi di violenza assistita e spesso vissuta in prima persona dai minori - spiega Cinzia Morosin, presidente dell'ordine degli assistenti sociali dell'Umbria - dovrà essere nei prossimi tempi l'obiettivo di tutte le istituzioni coinvolte nella cura dei minori. Esistono degli indicatori di grande efficacia per intervenire in prevenzione, ma servono risorse professionali ed economiche da investire sui territori per fronteggiare ogni situazione di vulnerabilità familiare e un'operatività condivisa fra le amministrazioni pubbliche professionisti e la sfera giuridica".

"Sentiamo urgentemente la necessità di creare una comune piattaforma di lavoro inter istituzionale - afferma Caterina Grechi, presidente del centro pari opportunità della Regione Umbria -, perché solo attraverso la sistematizzazione di procedure e una comunicazione

Circolare, sarà possibile passare al livello successivo: non solo intervenire tempestivamente quando l'atto violento è stato perpetrato ma arrivare a cogliere i primi segnali di violenza di genere e assistita dai minori, per bloccare sul nascere evoluzioni

drammatiche".


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