(UNWEB) – Perugia, - "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro". Per tutti, anche per le persone con disabilità. Di diritti costituzionali, di accessibilità al mondo del lavoro e di autorealizzazione personale e collettiva per le persone con disabilità, si è discusso durante il terzo e ultimo laboratorio sull'inclusività organizzato dalla Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica e dall'Osservatorio regionale sulla condizione delle persone con disabilità, che ha avuto luogo oggi, martedì 20 giugno, a Villa Umbra.
La coordinatrice della Consulta "Politiche sociali welfare e disabilità" dell'Anci Umbria, Edi Cicchi, ha sottolineato come dalla legge 383 del 1991 – che ha istituito le cooperative di tipo B, dando la possibilità alle persone con disabilità di essere titolari del proprio lavoro -, sono emerse criticità e sulla reale efficacia e applicazione della norma, evidenziate dalle linee guida espresse dal PNRR che sul tema sanciscono l'esigibilità dell'applicazione dei diritti. Tuttavia, si fa ancora fatica a programmare l'inclusione sociale e lavorativa quando i giovani con disabilità non hanno possibilità di percorso di orientamento al lavoro, quindi ad aspirare a una reale vita indipendente.
Durante la giornata formativa, si è riposizionato il focus sulla necessità di istituire progetti di vita personalizzati, che possano contemperare il diritto al lavoro e all'autorealizzazione, con la complessità gestionale delle risorse messe a disposizione, con un costante lavoro di sensibilizzazione, condivisione e partecipazione degli interessati nei percorsi decisionali che li riguardano. In questo senso va anche la legge regionale, presentata dal vicepresidente e assessore all'Agricoltura della Regione Umbria, Roberto Morroni, per un allineamento con la normativa nazionale e offrire nuovo impulso alle fattorie sociali e alla professionalizzazione, in questo contesto, delle persone con disabilità.
Il laboratorio ha messo a confronto le nuove traiettorie lavorative destinate alle persone con disabilità nel PNRR (Alessandra Antonucci - Anpal) con la nuova programmazione socio lavorativa regionale (Erica Ricci - Regione Umbria) e i modelli di inserimento professionale nelle aziende in ottica di disability management (Silvia Stefanocichj - Cisl). Inoltre, sono stati messi in luce le funzionalità dei servizi di collocamento in Umbria e i modelli di presa in carico dell'utenza predisposti da Arpal Umbria. Infine, un approfondimento sulle politiche pubbliche di inserimento lavorativo delle persone con disabilità (Andrea Bernardoni - presidente Legacoopsocial Umbria). Nel pomeriggio, la condivisione di esperienze e progetti di inclusione professionale messi in campo in Umbria, da cui costruire un modello operativo sostenibile su tutto il territorio regionale.
"La Regione - spiega l'assessore alla Salute e welfare, Luca Coletto - ha colto la sfida dell'inclusività universale e lavorativa delle persone con disabilità in modo molto serio e incisivo. Ci siamo attivati, grazie alla collaborazione di tutti i portatori di interesse istituzionali e del Terzo settore. Primo fra tutti, l'Osservatorio sulla condizione delle persone con disabilità. Abbiamo attivato percorsi di coprogrammazione, coprogettazione e quindi coinvolgimento del territorio per intercettare e dare risposta a tutte le istanze. Una prima risposta - prosegue l'assessore - è stata la legge regionale sulla vita indipendente ma, evidentemente, ci scontriamo ancora con lo stigma della disabilità come barriera architettonica culturale. Questo stigma - conclude l'assessore - va cancellato perché, siamo certi, che lo sviluppo dei percorsi lavorativi delle persone con disabilità non può rientrare nelle "politiche speciali" ma è l'applicazione del diritto alla vita normale".
"Fare rete per non lasciare nessuno indietro e dare centralità alla persona e al suo progetto di vita – afferma Paola Fioroni, presidente dell'Osservatorio regionale sulla condizione delle persone con disabilità -. L'inclusione lavorativa delle persone con disabilità è un diritto non solo sancito dalla Costituzione, ma ben delineato nella Convenzione Onu che cambia l'approccio alla disabilità considerandola una condizione dipendente dall'ambiente di vita della persona. Includere – prosegue Fioroni - significa creare ambienti che si adattino alla persona permettendo la sua realizzazione ed autodeterminazione secondo il proprio funzionamento, ma soprattutto secondo i propri desideri ed aspettative. Momenti di confronto e condivisione come questi – conclude la presidente dell'Osservatorio - servono per mettere insieme tutti i protagonisti di un sistema complesso perché possano dialogare ed insieme darsi obiettivi e strumenti più ambiziosi in un percorso comune".
--