(UNWEB) La bocciatura al Tar del tentativo del Comune di Serra de Conti di fermare un'opera strategica come il collegamento tra Adriatico e Tirreno sull'asse ferroviario Falconara – Orte – Roma è solo uno degli ostacoli che questo progetto subisce da anni.
La linea attuale, in gran parte a binario unico e quindi con particolari difficoltà di incrocio dei treni, è l'unico collegamento trasversale tra le direttrici Adriatica (facente parte del corridoio Ten-T Baltico- Mediterraneo) e la linea tirrenica e quella AV nord sud. È, in più il collegamento tra due importanti porti, Ancona e Civitavecchia, sedi di altrettante Autorità portuali.
Che accade invece? Nonostante le regioni Umbria e Marche siano collocate geograficamente in una posizione strategica e baricentrica in relazione ai traffici commerciali di merci e passeggeri Nord-Sud e Est-Ovest, queste, rimangono regioni ai margini delle politiche e delle strategie infrastrutturali e macroeconomiche.
L'isolamento che Umbria e Marche scontano potrebbe essere anche alla base della situazione di difficoltà e sofferenza che le due regioni vivono e che le vedono essere economie in transizione (cioè, economie che da regioni industrializzate retrocedono) con interi territori caratterizzati da aree di crisi complessa.
Occorre perciò un impegno da parte dello Stato, in primo luogo, e dei governi regionali di Umbria e Marche affinché questa infrastruttura diventi, una volta per tutte, una priorità vera, con progetti "nero su bianco", risorse e tempistiche di realizzazione certe, e non un argomento che ogni tanto torna di moda, ma che rimane solo relegato alla chiacchierata e al "vedremo, faremo".
Un'economia in difficoltà è tanto più facilitata a rilanciarsi tanto più efficiente e ricca e capillare è la sua dotazione infrastrutturale. La dotazione infrastrutturale è elemento necessario per le politiche di crescita e di sviluppo che possono rilanciare e consolidare l'economia di un territorio e il rafforzamento della coesione economica, sociale e territoriale.
Inoltre, entro il 2030 e poi entro il 2050 il Green Deal europeo, di cui l'Italia è Paese firmatario, prevede lo spostamento rispettivamente del 30% e poi del 50% delle merci dalla gomma al ferro, con un aumento considerevole del traffico ferroviario sull'intera rete nazionale. Come è pensabile il trasferimento di tutto questo traffico ferroviario se questa linea ferroviaria è ancora quasi tutta a binario unico?
Perciò, alla domanda se "Marche e Umbria sono destinate ad un isolamento e ad un inesorabile declino infrastrutturale ed economico" noi crediamo si debba fare di tutto affinché ciò non avvenga; ed è per questo che riteniamo, queste, regioni che meritano un'attenzione, un rilancio e risorse dedicate, soprattutto meritano di poter essere tra le protagoniste del rilancio dell'intero Paese.