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L'iniziativa, che si celebra il 16 febbraio, quest'anno viene simbolicamente estesa fino al 21 del mese e prevede una variegata serie di eventi all'insegna del risparmio energetico. Il tema di riflessione promosso quest'anno dagli organizzatori di M'illumino di meno è quello del fast fashion e il suo impatto inquinante.
Sulla scia di questo argomento, nelle prossime settimane l'Università degli Studi di Perugia proporrà uno SWAP party all'insegna dell'economia circolare e del riciclo, che si svolgerà nel chiostro di Palazzo Murena.
UniPg, oltre ad aver adottato il Decalogo delle buone pratiche di sostenibilità stilato dai promotori dell'iniziativa, metterà a disposizione tre delle sue ricercatrici nel corso della diretta radiofonica di RADIO 2 con Caterpillar, che si terrà venerdì 21 alle ore 18 all'Auditorium di San Francesco al Prato di Perugia.
L'occasione vedrà protagonista anche la band Fast Animals and Slow Kids di Aimone Romizi, presente oggi in occasione della conferenza stampa di lancio, accanto alla Sindaca Vittoria Ferdinandi, agli assessori comunali David Grohmann e Marco Pierini, e al rappresentante del progetto europeo di divulgazione scientifica Sharper, Leonardo Alfonsi.
In questa occasione, il Delegato rettorale UniPg al Public Engagement, Prof. Roberto Rettori, ha espresso la sua soddisfazione per l'adesione dell'Università a una iniziativa di così grande impatto:
In questa occasione, il Delegato rettorale UniPg al Public Engagement, Prof. Roberto Rettori, ha espresso la sua soddisfazione per l'adesione dell'Università a una iniziativa di così grande impatto:
"La ricerca è a disposizione, ancora una volta, del nostro territorio e della nostra popolazione. È una ricerca che esce dalle mura dell'università e si mette a disposizione della società" – ha sottolineato il Prof. Rettori.
A questo proposito, nel corso della diretta radiofonica di venerdì 21, che si propone come una grande festa cittadina ad ingresso gratuito, ci saranno le tre ricercatrici UniPg Luana Perioli, del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Debora Puglia, del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale – Polo di Terni e Agnese Taticchi, ricercatrice del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali.
"Abbiamo cercato di valorizzare le ricerche più innovative e più vicine all'utilizzo pratico per la società – ha dichiarato il Delegato al Public Engagement - e abbiamo preso tre esempi che a nostro parere rappresentano l'eccellenza dei Dipartimenti dell'Università degli Studi di Perugia".
Le tre ricerche protagoniste di Caterpillar
🔹 Luana Perioli – Dipartimento di Scienze Farmaceutiche
Conduce studi innovativi per lo sviluppo di cosmetici sostenibili, utilizzando scarti della filiera alimentare umbra e del Centro Italia. In particolare, il suo gruppo di ricerca ha valorizzato biomasse come pelli di cipolla di Cannara, fiori di zafferano, gusci di nocciole e sottoprodotti della birra, estraendo molecole preziose con proprietà antibatteriche, antiossidanti e rigenerative. Il processo di produzione riduce l'uso di solventi tossici, minimizza gli scarti e ottimizza il consumo di acqua ed energia. Il metodo sviluppato è scientificamente validato, riproducibile e applicabile anche su scala industriale. Un progetto che unisce innovazione, sostenibilità e sicurezza, in linea con le più moderne esigenze del settore cosmetico.
Conduce studi innovativi per lo sviluppo di cosmetici sostenibili, utilizzando scarti della filiera alimentare umbra e del Centro Italia. In particolare, il suo gruppo di ricerca ha valorizzato biomasse come pelli di cipolla di Cannara, fiori di zafferano, gusci di nocciole e sottoprodotti della birra, estraendo molecole preziose con proprietà antibatteriche, antiossidanti e rigenerative. Il processo di produzione riduce l'uso di solventi tossici, minimizza gli scarti e ottimizza il consumo di acqua ed energia. Il metodo sviluppato è scientificamente validato, riproducibile e applicabile anche su scala industriale. Un progetto che unisce innovazione, sostenibilità e sicurezza, in linea con le più moderne esigenze del settore cosmetico.
🔹 Debora Puglia – Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale – Polo di Terni
Sviluppa nuovi materiali polimerici sostenibili utilizzando biopolimeri ottenuti da biomasse di scarto e pigmenti naturali derivati da residui alimentari. Il suo lavoro mira a sostituire i coloranti sintetici con sostanze naturali più sostenibili ed efficienti, riducendo l'impatto ambientale della colorazione dei polimeri. La ricerca ha portato alla stabilizzazione di pigmenti estratti da limone, melograno e broccoli, migliorandone la resistenza ai raggi UV e alle alte temperature mediante tecniche avanzate con nanocariche. Inoltre, il processo permette di ottenere filati polimerici con proprietà antibatteriche a rilascio lento, aprendo nuove prospettive per tessuti innovativi e sicuri. Un approccio che coniuga scienza, sostenibilità e applicabilità industriale.
Sviluppa nuovi materiali polimerici sostenibili utilizzando biopolimeri ottenuti da biomasse di scarto e pigmenti naturali derivati da residui alimentari. Il suo lavoro mira a sostituire i coloranti sintetici con sostanze naturali più sostenibili ed efficienti, riducendo l'impatto ambientale della colorazione dei polimeri. La ricerca ha portato alla stabilizzazione di pigmenti estratti da limone, melograno e broccoli, migliorandone la resistenza ai raggi UV e alle alte temperature mediante tecniche avanzate con nanocariche. Inoltre, il processo permette di ottenere filati polimerici con proprietà antibatteriche a rilascio lento, aprendo nuove prospettive per tessuti innovativi e sicuri. Un approccio che coniuga scienza, sostenibilità e applicabilità industriale.
🔹 Agnese Taticchi – Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali
Coordina il progetto Shades of Wines, sviluppato in collaborazione con la cantina Famiglia Cotarella. L'iniziativa punta alla valorizzazione dei residui della vigna e della cantina, come foglie e vinacce, attraverso l'estrazione ecosostenibile di pigmenti fenolici naturali da impiegare nella tintura dei tessuti. Il processo, che utilizza ultrasuoni e osmosi inversa senza solventi tossici, permette di ottenere colorazioni sicure e stabili su fibre naturali come il cachemire, con sfumature che richiamano i toni del vino e della vigna. Attualmente in fase di brevetto, la tecnica è applicabile direttamente in cantina, promuovendo un modello di economia circolare che riduce gli sprechi e valorizza i sottoprodotti del settore vitivinicolo.