(ASI) Perugia. Quello della sanità regionale è un mondo autoreferenziale, quasi intoccabile, dove la logica della spartizione politica delle “cariche”, della fedeltà politica e del clientelismo regnano indisturbati, molto di più che in altri settori. Eppure a leggere le disposizioni legislative, nazionali e regionali, la voce dei cittadini dovrebbe essere quella che conta.

Dal lontano 1992, la normativa nazionale prevede il coinvolgimento dei cittadini, tanto nella fase della programmazione, che nella verifica e controllo dei risultati raggiunti, dell’adeguatezza e della qualità delle prestazioni sanitarie. Indagare i bisogni di salute dei cittadini, mettere in atto servizi efficaci, con una interazione continua con coloro che ne sono i destinatari, dovrebbe essere l’obiettivo principale di tutti gli attori del sistema, compresi i comuni, ai quali la legge attribuisce compiti importanti tanto nella costruzione degli atti di programmazione che nella verifica della loro attuazione e adeguatezza. Ed anche a loro è attribuito il compito di attuare misure partecipative con la cittadinanza e ai sindaci quello di tutelare i cittadini nel loro diritto alla promozione e alla difesa della salute e alla tutela dell’ambiente di vita. Ma non una misura di partecipazione è stata ad oggi posta in essere, tanto in sede regionale, che nell’ambito delle strutture sanitarie, e ciò in palese violazione di tutte le normative vigenti. E’ ora che i Comuni, in materia sanitaria, ricomincino a giocare il loro ruolo. E quale momento migliore di questo, vista la prossima scadenza dei mandati dei direttori generali delle AUSL e dell’azienda ospedaliera. Che il Sindaco Romizi chieda con forza la verifica partecipata della reale efficienza e adeguatezza dei servizi sanitari ai bisogni dei cittadini, che chieda conto dell’annoso problema delle liste d’attesa, che hanno determinato l’adozione di un piano straordinario di abbattimento (con impiego altrettanto straordinario di risorse), i cui risultati, ad oggi, non sono noti né condivisi, e che costringe sempre più spesso i cittadini a ricorrere alle prestazioni private, della carenza di posti letto, che ha spesso determinato la presenza di barelle nei corridoi, con grave disagio e potenziale danno per i malati, di una organizzazione del lavoro spesso inadeguata, con conseguenze sulla qualità delle prestazioni rese nei confronti degli utenti, di quale assistenza sanitaria viene data ai non autosufficienti, del perché, in questi anni, in violazione dello stesso Piano sanitario vigente, non vi sia stata da parte dei direttori generali l’applicazione degli istituti partecipativi previsti dalla legge, né l’adozione di alcuna misura di trasparenza nell’utilizzo delle risorse. L’ordine del giorno a firma del Consigliere M5S,Cristina Rosetti, impegna altresì il Sindaco a relazionare in Consiglio su quanto il Comune abbia fatto in materia sanitaria, sul se e come abbia esercitato le proprie competenze, ad attivare forme di partecipazione per indagare i bisogni reali di salute dei cittadini e a mettere in campo una programmazione specifica a livello comunale mirante a tutelare i cittadini nel loro diritto di promozione e difesa della salute e di tutela dell’ambiente di vita. In merito alla nomina dei nuovi direttori generali, l’ordine del giorno impegna il Sindaco Romizi, tanto direttamente, che per il tramite degli organismi competenti, a farsi portatore presso la Giunta regionale dell’esigenza di nominare i nuovi direttori generali sulla base delle effettive capacità e competenze, evitando la mera rotazione, secondo logiche di tipo prettamente partitico e spartitorio, di cui già si vocifera nei corridoi che “contano”. A chiedere anche e con forza che non si proceda alla nomina dei nuovi direttori generali senza aver prima effettuato una valutazione pubblica e partecipata della realizzazione degli obiettivi della precedente programmazione e della loro adeguatezza. La parola passi finalmente ai cittadini, ai quali devono inoltre essere dati strumenti per valutare e controllare l’uso delle risorse; una montagna quelle impiegate in sanità, che coprono quasi l’80% del bilancio regionale e di cui alcuno sembra interessarsi.

Il Consigliere

Cristina Rosetti (M5S Perugia)


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