(ASI) Perugia. Il Comune di Perugia, nella politica di gestione dei rifiuti, è in netto ritardo rispetto agli obiettivi di legge e a quelli del Piano regionale, ma questa è un fatto arcinoto. La responsabilità è targata PD, ma anche la nuova Giunta di centrodestra, non scherza, confermando il trend negativo della gestione dei rifiuti.
Nessuno dei progetti presentati nel piano finanziario per il 2015 è partito. Uno di quelli più rilevanti sotto il profilo ambientale: l'installazione di 20 colonnine per il recupero di oli esausti, di origine domestica, tanto sbandierato, è ancora sulla carta. Gli oli vegetali esausti rappresentano fattori fortemente inquinanti per l'ambiente a causa della loro alta concentrazione di sostanze tossiche derivanti dalle reazioni termiche e ossidative che si sviluppano durante la combustione. Se non viene recuperato correttamente ma smaltito nei lavandini o nel suolo reca all'ambiente un danno irrimediabile. Infatti, l'olio, se gettato in acqua galleggia, formando una barriera traslucida e impermeabile che impedisce il normale scambio di ossigeno tra aria ad acqua, compromettendo la sopravvivenza della flora e fauna, mentre, se gettato nel suolo, impedisce alle radici di assorbire le sostanze nutritive necessarie alla sopravvivenza delle piante. Anche nei sistemi di depurazione delle reti fognarie l'olio reca danni sia economici che di funzionamento dei depuratori. E' stato stimato che a Perugia si produca all'anno un quantitativo pari a 444.270 chilogrammi, solo da utenze domestiche, ma con l'attuale sistema di raccolta presso i centri di raccolta comunale si riesce ad intercettare appena il 5,75% del quantitativo prodotto, mentre il restante 94% viene smaltito in maniera errata. La Giunta Romizi, a fine ottobre del 2014, ha approvato un progetto di potenziamento della raccolta dell'olio che prevedeva l'installazione di 20 colonnine per la raccolta, in tutto il Comune di Perugia. La realizzazione e la gestione del progetto in questione non avrebbe comportato alcun onere a carico del Comune, in quanto tutti i costi relativi sia all’acquisto delle attrezzature necessarie che allo svuotamento ed alla manutenzione dei contenitori, dovevano essere sostenuti attraverso il ricavato della vendita dell’olio raccolto al CONOE (Consorzio Obbligatorio Nazionale di raccolta e trattamento oli e grassi vegetali ed animali esausti). Oltretutto, nell'atto in questione è prevista una campagna informativa capillare, volta a sensibilizzare la cittadinanza sulla tematica, fornire informazioni dettagliate in merito alle caratteristiche inquinanti degli oli esausti ed alla necessità di un loro corretto smaltimento. Dalla data di approvazione del progetto sperimentale, si era calcolato un periodo di attivazione, pari a circa 90 giorni. E' passato più di un anno e di questo progetto non si sa nulla! Riteniamo questo ritardo del tutto inspiegabile e dannoso e ne chiederemo conto alla Giunta. Importanti nostri ordini del giorno in tema di rifiuti attendono una rapida attuazione per cambiare finalmente marcia nella gestione dei rifiuti della nostra città.