“La Giunta Marini si attivi subito per aggiornare entro il 1 marzo, come previsto dal decreto ministeriale, il Registro informatico pubblico dei diritti d’impianto dei vigneti e per informare prontamente produttori e chi vuole avvicinarsi al settore vitivinicolo”.

(ASI) Perugia. La richiesta arriva dal deputato 5stelle Filippo Gallinella, unico parlamentare umbro presente in commissione Agricoltura a Montecitorio, a seguito della pubblicazione, in attuazione alla disciplina europea, del decreto del Ministero delle politiche agricole relativo al nuovo sistema di autorizzazioni per impianti viticoli, in vigore dal primo gennaio di quest’anno fino al 31 dicembre 2030, che regola il passaggio dai “diritti” alle “autorizzazioni” all’impianto dei vigneti.

“Il nuovo sistema – spiega il portavoce parlamentare penta stellato – prevede il rilascio ogni anno di autorizzazioni con validità di tre anni per l’impianto di nuovi vigneti nella misura dell’1% della superficie vitata nazionale, dichiarata al 31 luglio dell’anno precedente a quello in cui sono presentate le domande di autorizzazione. Permette il rilascio di autorizzazioni per i reimpianti e per convertire ed utilizzare i vecchi diritti di reimpianto in possesso dei produttori. Oggi – precisa Gallinella – la superficie vitata nazionale è circa 690 mila ettari. Secondo i dati dell’Unione italiana vini, in Umbria risulta una superficie vitata di circa 14mila ettari e quindi, premesso che tutte le regioni usino il loro 1%, l’Umbria potrebbe attivare circa 140 ettari all’anno di nuovi impianti”.

Le autorizzazioni per nuovi impianti saranno rilasciate dalle Regioni entro il primo giugno. Se l’autorizzazione è rilasciata per una superficie inferiore al 50% di quella richiesta, il richiedente ha dieci giorni di tempo per rifiutare senza incorrere in sanzioni. Nel caso di rinuncia, la superficie non assegnata è ripartita tra gli altri richiedenti. Le richieste ammissibili devono riguardare una superficie totale inferiore o uguale a quella messa a disposizione annualmente dal Ministero. Nel caso le richieste ammissibili superino la disponibilità annuale indicata dal dicastero dell’Agricoltura scatta l’incremento dell’1%, calcolato a livello regionale.


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