(ASI) Perugia – Ammonta a 60 milioni di euro la somma per finanziare il Programma delle politiche attive del lavoro 2016/2017 della Regione Umbria: lo ha reso noto stamani, a Perugia, il vicepresidente della Giunta regionale, con delega alle Politiche Attive del Lavoro, Fabio Paparelli, illustrando il provvedimento alla presenza del direttore regionale alla innovazione e competitività, Lucio Caporizzi, e del coordinatore regionale dell’area imprese e lavoro, Luigi Rossetti.
“Le risorse - ha detto Paparelli – saranno destinate per 56 milioni 100 mila euro ad interventi specifici e per 3 milioni 900 mila euro ad azioni di sistema. Nel 2015 – ha aggiunto l’assessore – nel mercato del lavoro umbro abbiamo registrato importanti segnali di ripresa, che ci hanno fatto recuperare numeri sul fronte dell’occupazione. Nei primi nove mesi dello scorso anno infatti il numero di occupati è aumentato di circa 9 mila unità (357.000), con un tasso di occupazione regionale del 62,7 per cento, un dato migliore di quello medio del Centro (61,3 per cento) e superiore a quello nazionale (56,2%). La strada è ancora in salita, ma possiamo dire di aver imboccato la direzione giusta che intendiamo sostenere con provvedimenti mirati ed innovativi. Il quadro umbro ci dice che la crisi ha cambiato lo stereotipo del disoccupato livellando la differenza di genere e andando ad incidere, a differenza che in passato, in modo più forte sui meno scolarizzati. Continuano ad essere fortemente colpiti prevalentemente i giovani, ma le cifre continuano ad essere preoccupanti anche per gli adulti che prima vivevano una condizione prossima alla piena occupazione”.
Il programma – ha poi spiegato Paparelli - si articola in quattro pacchetti di interventi. E’ prevista la continuazione del Programma Garanzia Giovani con risorse del POR FSE 2014-2020 (24 milioni di euro) attuando la raccomandazione europea con misure sostanzialmente analoghe a quelle già programmate ed attuate nel Piano nazionale Garanzia Giovani, ma prevedendo alcune peculiarità come ad esempio la formazione in aula seguita da esperienze on the job, nella convinzione che il contatto con l’impresa sia fondamentale per il successivo inserimento.
Si svolgeranno attività di orientamento e formazione per il reinserimento rivolte a disoccupati adulti oltre che ai percettori di ammortizzatori sociali (in attuazione del decreto legislativo 150/2015) in termini di assegno di ricollocazione (per 16 milioni 100 mila euro).
Per i soggetti appartenenti alle fasce deboli, target che necessita di strumenti particolarmente efficaci per il reinserimento, saranno inoltre previsti percorsi formativi integrati da esperienze in contesto lavorativo con incentivi per l’assunzione stabile di importo superiore a quelli dedicati ad altri target.
Circa 8 milioni di euro andranno a finanziare iniziative per l’innovazione e la ricerca, che richiedono strumenti di intervento “smart” specificamente orientati ad individuare da un lato fabbisogni su mercato del lavoro legati all’innovazione delle imprese attraverso il ruolo e la qualificazione delle agenzie formative con la proposizione di percorsi integrati di formazione, tirocinio e incentivi all’assunzione, dall’altro per proseguire nelle positive esperienze di work esperience/tirocini finalizzati alla realizzazione di programmi di innovazione nelle imprese.
Altri 8 milioni di euro sono destinati alle imprese che intendono realizzare programmi di sviluppo o riconversione per incrementare il proprio organico e che necessitano di figure “ad hoc” da formare all’interno dell’azienda, anche attraverso tirocini che prevedano un affiancamento da parte di personale già esperto e si concludano con una assunzione stabile incentivata. Prevista anche tutta una parte dedicata alla formazione continua del personale volta a migliorare la competitività delle imprese che operano in particolare in quei settori strategici per l’economia regionale, oltre che una specifica iniziativa riservata ai lavoratori dipendenti delle imprese in crisi.
“Centrale in tutto ciò – ha detto Paparelli - sarà un sistema di Centri per l’Impiego più innovativo, anche da un punto di vista della strumentazione tecnologica, e più orientato al mondo delle imprese. Intendiamo superare un modello datato e inefficace che risale agli anni Novanta”. Qualificazione delle Agenzie formative, lotta alla dispersione scolastica, adozione delle misure regionali per l’inserimento attivo in stretta integrazione con quelle previste dal Ministero del Lavoro sono tutti strumenti che – secondo l’assessore – porteranno ad “una vera e propria rivoluzione copernicana’ delle politiche attive del lavoro in Umbria, a disposizione dei soggetti che mostrano una reale volontà nella ricerca dell’occupazione”.
Paparelli ha evidenziato che il Programma regionale prevede azioni finalizzate a migliorare il sistema dei finanziamenti, con misure ove possibile ‘a sportello’ e non più attraverso Bandi.
“Dall’inizio di legislatura ad oggi – ha concluso - sono state attivate tutte le misure a sostegno della imprese previste dalla programmazione europea 2014-2020 e con questo Programma si avviano gli interventi di politiche attive del lavoro, a cominciare da Garanzia Giovani per arrivare ad attuare l’insieme di tutte le misure previste entro aprile 2016. Nei prossimi mesi – ha annunciato - si procederà alla stesura di un disegno di legge regionale di sistema sulle politiche attive del lavoro”.
Lucio Caporizzi ha inoltre evidenziato come “la riqualificazione dei soggetti formatori è uno degli elementi caratterizzanti il provvedimento. I Centri di formazione in Umbria – ha detto il direttore regionale - sono per numero quattro volte superiori a quelli dell’Emilia Romagna; debbono dunque essere qualificati per poter realmente rispondere alle esigenze della domanda. Un altro tassello importante del Programma – ha concluso – è quello dei Centri per l’impiego che andranno effettivamente a caratterizzarsi come soggetti intermediari tra chi cerca e chi offre lavoro”.
“Il Programma di attività – ha detto il coordinatore Luigi Rossetti – si colloca nel contesto nazionale previsto dal decreto legislativo 150 relativo al rafforzamento del sistema formativo. Siamo dunque chiamati a realizzare per le politiche attive del lavoro interventi di soggetti qualificati, fortemente orientati a soggettività individuali, con l’obiettivo di migliorare i risultati conseguiti e rendere più efficace l’utilizzo delle risorse disponibili. L’Umbria – ha ricordato Rossetti – è fra le prime Regioni italiane che ha firmato la convenzione con il Ministero del Lavoro per la gestione dei Centri per l’impiego sul territorio regionale e la prima a sperimentare questo modello”.