(ASI) Perugia– “La cooperazione sociale con oltre 200 cooperative attive in Umbria, un valore della produzione aggregato di oltre 200 milioni di euro e circa 7 mila lavoratori, di cui 600 sono persone svantaggiate, non può che rappresentare un patrimonio prezioso da valorizzare attraverso un lavoro in comune”: si può riassumere così il pensiero espresso dall’assessore regionale alla Coesione sociale e al Welfare, Luca Barberini, che oggi ha incontrato nella sede della Giunta regionale di Palazzo Donini a Perugia, i rappresentanti delle cooperative umbre per un confronto sui contenuti del Piano sociale regionale, la cui stesura finale è prevista entro l’autunno, per una piena operatività a partire dal 2017.
Nel corso dell’incontro i rappresentanti delle coop hanno consegnato all’assessore un documento con il quale sostanzialmente è stato espresso apprezzamento per la condivisione di un lavoro basato su un confronto attento e propositivo che rappresenta una solida base per la costruzione del welfare futuro, con un forte richiamo all’equità, alla centralità della persona e alla responsabilizzazione dei cittadini.
Tra le proposte delle cooperative in primis è stata richiesta una maggiore attenzione e definizione del modello di regolazione, quindi dell’accreditamento dei servizi di welfare, nonché l’applicazione del tariffario regionale e l’adeguamento delle rette, l’adozione del capitolato tipo, lo sviluppo della coprogettazione, maggior inserimento di persone svantaggiate, risorse aggiuntive per il welfare e definizione dei profili professionali degli operatori.
In particolare relativamente all’accreditamento, la cooperazione sociale ha chiesto che siano definiti in modo chiaro i tempi e i modi per il completamento del percorso di accreditamento dei servizi sociali e, soprattutto, si avvii un percorso per accreditare i servizi residenziali e semi-residenziali a favore delle persone con disabilità fisica e mentale e per le persone anziane e infine di armonizzare il modello di accreditamento dei servizi sociali in fase di costruzione con quello dei servizi socio-sanitari.
L’assessore Barberini, dopo aver evidenziato “l’importanza del mondo della cooperazione in Umbria non solo dal punto di vista relazionale, ma anche economico e sociale, visto che le coop producano reddito con un valore aggiunto che è quello di contribuire al benessere dei cittadini impegnando personale al quale va riconosciuta professionalità”, ha sottolineato che “tra gli obiettivi del nuovo Piano sociale c’è anche quello di lavorare insieme per il ‘ bene comune’”.
“Lo dimostra il fatto – ha aggiunto l’assessore – che sui contenuti del Piano è stata avviata una forte partecipazione e ai nostri interlocutori abbiamo chiesto contributi e osservazioni che sono già parte integrante del piano. Ci ha sorpreso il fatto – ha riferito - che siano arrivati suggerimenti non solo da associazioni e parti sociali, ma anche da cittadini privati che hanno voluto esprimere una loro opinione o darci suggerimenti”.
“Al centro del Piano sociale – ha detto Barberini – ci sono i bisogni dei cittadini e questa scelta sarà ripetuta per il Piano sanitario. Stiamo vivendo un momento difficile, la nostra società è sempre più anziana, povera e sola e questa lunga crisi ha messo a dura prova le famiglie. Dobbiamo e vogliamo dare delle risposte ai cittadini e ai loro bisogni e, in questo contesto, il ruolo della cooperazione è fondamentale, visto che in Umbria le cooperative hanno dato moltissimo alla comunità e hanno ancora la capacità di fornire prestazioni di qualità e stimolare la crescita del benessere. In futuro, siamo convinti che le imprese sociali potranno lavorare meglio superando le piccole realtà e cercando anche forme di aggregazione”.
Relativamente alle richieste delle cooperative, Barberini ha affermato che “sono temi su cui la Regione sta lavorando in particolare per la definizione dei criteri per la classificazione delle strutture e, di conseguenza, per la definizione delle rette”.
Concludendo l’assessore ha evidenziato che “la Regione sin da dicembre scorso ha chiesto maggiori controlli non solo nella fase del rilascio delle autorizzazioni, ma anche nel corso dell’attività, anche nell’interesse degli operatori che investono in un lavoro che, in realtà, non è solo un lavoro, ma una scelta di vita”. Inoltre, ha ricordato l’impegno della Regione che “ha mantenuto in questi anni le stesse risorse per il sociale e l’attivazione del progetto SIA (Sostegno per l’inclusione attiva) che, in Umbria, tra risorse comunitarie e della Regione, conterà su circa 54 milioni di euro per i prossimi tre anni, per il sostegno di azioni di contrasto e lotta alle povertà”.