(ASI) Perugia – La Regione Umbria, da sempre in prima linea contro la tratta e lo sfruttamento degli esseri umani, potrà contare su un finanziamento del Dipartimento Pari Opportunità di oltre 606 mila euro, per avviare sul territorio regionale il progetto Free Life, volto ad assicurare, anche attraverso l’attivazione di un numero verde, alle persone vittime di sfruttamento e tratta e ai richiedenti e titolari di protezione internazionale, a forte rischio tratta, adeguate condizioni di alloggio, vitto, assistenza e integrazione sociale: lo rende noto l’assessore regionale alla Coesione sociale e al Welfare, Luca Barberini, annunciando che il progetto “Free Life”, presentato dalla Regione Umbria in risposta al Bando 1/2016 emanato dal Dipartimento Pari opportunità, è stato ammesso a finanziamento con il punteggio di 94/100, collocandosi così al secondo posto nella graduatoria nazionale.
“Un risultato importantissimo per la nostra Regione – ha spiegato l’assessore Barberini – che, in qualche modo, riconosce e premia l’impegno con il quale, da anni ormai, l’Umbria sperimenta e propone progettualità che, nel tempo, hanno permesso di considerarla come territorio attento politicamente a tale fenomeno e per combattere il quale sono state impostate linee di indirizzo ben definite”.
“In seguito all’emanazione da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le Pari Opportunità, di un bando per il finanziamento di progetti attuati a livello territoriale per assicurare, in via transitoria, alle persone vittime di sfruttamento e tratta, adeguate condizioni di alloggio, vitto e assistenza sanitaria e, successivamente, la prosecuzione dell’assistenza e dell’integrazione sociale – ha riferito l’assessore - la Regione ha presentato il progetto regionale dal titolo ‘Free life: Fuori dal Rischio Emarginazione ed Esclusione - Liberi Insieme Favorendo l’Emersione’”.
“Il progetto – ha spiegato l’assessore – potrà contare, oltre che sul finanziamento di 606 mila 292 euro del Dipartimento Pari Opportunità, anche su un cofinanziamento di 101 mila 721 euro della Regione Umbria e di alcuni Comuni umbri, e trova una sua complementarietà con fondi regionali, nazionali ed europei collegati a politiche regionali di sostegno a persone vulnerabili. La tratta degli esseri umani – ha aggiunto Barberini - è un fenomeno complesso che, purtroppo, non ha ancora trovato la sua parabola discendente e i dati ci dicono è in aumento anche attraverso forme legate alla prostituzione indoor, all’accattonaggio e allo sfruttamento a fini lavorativi. Riteniamo che questa forma di sfruttamento che lede fortemente la dignità umana, possa essere aggredita e contrastata solo agendo contemporaneamente su più leve che tengano conto, singolarmente e complessivamente, con un approccio comprensivo ed in maniera coordinata, dei molteplici aspetti che caratterizzano il fenomeno stesso”.
“Il progetto Free Life - specifica l’assessore - si origina nella continuità operativa del sistema di intervento rivolto alle persone vittime di tratta che in Umbria da anni offre una risposta di protezione sociale. In pratica, l’obiettivo del nuovo progetto è stato quello di implementare ulteriormente il sistema di presa in carico e di protezione sociale delle vittime di tratta in Umbria, allargandolo a tutto il territorio della Regione, anche in virtù della continua emergenza legata al nord-Africa”.
L’iniziativa coinvolgerà i Comuni capofila di tutti i 12 Ambiti sociali della Regione Umbria, L’Anci regionale, le due Prefetture, le due Aziende Sanitarie e le due Aziende ospedaliere, i Comandi regionali delle Forze dell’Ordine, le Agenzie Formative, le Associazioni di categoria del mondo del lavoro e le Organizzazioni sindacali. Inoltre, l’innovatività del progetto Free Life risiede nell’estensione degli interventi in tutti i servizi SPRAR e CAS regionali, nella sperimentazione di azioni pilota e formazioni mirate.
Il sistema anti-tratta regionale sarà implementato su due livelli: uno politico, con l’istituzione di un Tavolo di Governance e l’Accordo attuativo anti tratta in Umbria, il secondo, più operativo, che allargherà a tutto il territorio l’azione di emersione del fenomeno attraverso l’intervento capillare delle Unità di Strada e l’implementazione della postazione regionale del Numero verde.
“I due servizi serviranno a fornire una prima assistenza verso le vittime di sfruttamento sessuale, lavoro forzato, accattonaggio, economie illegale e matrimoni forzati, mentre una particolare attenzione verrà posta verso i richiedenti asilo e i minori stranieri non accompagnati – ha detto Barberini - In seguito alla convenzione con la postazione centrale del Numero Verde Antitratta (800.290.290 è stata individuata una postazione regionale attiva H24 che farà da raccordo con il numero verde nazionale”.
Inoltre, grazie alla rete di collaborazioni con Comuni e imprese sociali umbre, saranno realizzati progetti individualizzati di inserimento socio-lavorativo e di formazione professionalizzante”.
Il progetto avrà una durata di 15 mesi.