(ASI) Venerdì 5 febbraio al Teatro Nuovo “G. C. Menotti” di Spoleto si è tenuto “Racconta la vita”, il primo appuntamento che l’archidiocesi di Spoleto-Norcia, in collaborazione con il reparto di ginecologia ed ostetricia dell’Ospedale cittadino, ha organizzato per la Giornata della Vita 2016.
Davvero in tanti hanno preso parte a questo evento, divenuto oramai una felice tradizione, caratterizzato da alcune testimonianze sul prezioso dono della vita, bello nonostante le difficoltà che si possono incontrare, e da un concerto della Banda musicale dell’Arma dei Carabinieri. Ha condotto Benedetta Rinaldi, giornalista Rai. Soddisfatto mons. Boccardo nel vedere il Teatro pieno in ogni ordine e grado: «È un omaggio – ha detto il Presule nel saluto iniziale - che vogliamo rendere innanzitutto ai bambini nati nel corso dell’anno 2015 presso l’Ospedale di Spoleto, ai bambini che, come tutti i bambini in Italia e nel mondo, hanno il diritto di avere un papà e una mamma e di crescere in una famiglia costituita da un uomo e una donna uniti da un patto coniugale stabile, giuridicamente riconosciuto e aperto alla vita. È la famiglia così concepita - cioè “società naturale fondata sul matrimonio”, come afferma la Costituzione italiana (cf art. 29) - che costituisce il fondamento della società ed assicura alle giovani generazioni un ambito educativo sano ed equilibrato». Un lungo applauso ha salutato l’intervento dell’Arcivescovo. Il sindaco di Spoleto Fabrizio Cardarelli, complimentandosi per l’iniziativa, ha sottolineato «che la famiglia va salvaguardata così com’è». Fabrizio Damiani primario del reparto di ginecologia ed ostetricia, naturalmente soddisfatto per l’evento, ha pubblicamente ribadito il massimo impegno, suo e dei suoi collaboratori, per un servizio sempre più qualificato e all’avanguardia del punto nascita spoletino. Mons. Boccardo, prima di lasciare spazio alle testimonianze e al concerto, ha consegnato una targa ricordo ai figli di Maria Erminia Guglielmo, ostetrica dell’ospedale di Spoleto scomparsa qualche tempo fa: «La ricordiamo – ha detto il Vescovo – per il suo entusiasmo e la sua passione a favore della vita e per il suo impegno nel realizzare con noi questa Giornata». Molte le autorità civili e militari intervenute, tra cui il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Generale Tullio Del Sette, il Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno Gianpiero Bocci, i Prefetti di Perugia e Terni. «La presenza tra noi del Comandante Generale – ha detto l’Arcivescovo -, nativo di Bevagna e dunque “dei nostri”, offre a me e a tutti la grata occasione per esprimere ammirazione e riconoscenza per quanto i Carabinieri fanno, in Italia e all’estero, per la promozione della giustizia e la difesa della pace». Tra il pubblico c’erano anche alcuni attori, tra cui Terence Hill, della fiction “Don Matteo” in onda su Rai 1 e girata a Spoleto.
La prima testimonianza è stata di suor Ottavina Bressanin, superiora dell’Istituto Nazareno di Spoleto. Ha raccontato come la vita di una bambina in Guatemala (mamma drogata e prostituta che per tener calma la figlia metteva nel biberon sostanze stupefacenti) e di una persona anziana giunta al Nazareno qualche anno fa (proveniva dalla montagna, viveva sola in una casa simile ad una stalla, non era abituata a relazionarsi con il prossimo; insomma, non sapeva cosa volesse dire civilizzazione) siano rifiorite grazie all’accoglienza delle suore “figlie” del beato Pietro Bonilli e alla vita comunitaria. La bambina, ora adulta, è stata adottata, ha un lavoro e parte del suo stipendio lo dà ai bambini poveri del suo Paese; la donna anziana poco prima di morire ha detto: “sono passata dall’inferno al paradiso”. Poi, è stata la volta di Farat ragazzo del Pakistan ospite della Caritas a S. Giovanni al Prugneto (Perugia), in Italia dal 1° ottobre 2015. Fa parte di quei ragazzi che hanno attraversato le frontiere a piedi, i cosiddetti camminatori d’Europa. Ha testimoniato la speranza di veder rifiorire la propria vita. Don Fabrizio Maniezzo, sacerdote dell’archidiocesi di Spoleto-Norcia, parroco di Castel Ritaldi e Castel S. Giovanni di Castel Ritaldi, invece, ha raccontato dei tre ictus che lo hanno colpito nel giugno 2015 e di come un prete, in genere chiamato a consolare gli altri, affronta le prove della vita, di una vita che probabilmente non sarà più quella di prima ma che vale la pena affrontare e gustare, perché, come ha detto ai presenti, «questo è il progetto di Dio per me e non smetterò di infondere speranza». Anna Maria Poletti, di Foligno, il 19 agosto 1991 ha pianto la morte di due dei suoi quattro figli: Federico e Massimiliano, gemelli, venti anni, si sono suicidati. Nessuno saprà mai perché. Ha detto Anna Maria per bocca della conduttrice Rinaldi: «A distanza di questi interminabili 25 anni prego tanto, ancora, sempre; prego Dio di darmi la forza di andare avanti per testimoniare ai ragazzi di avere il coraggio di vivere nonostante le avversità, perché la vita offre anche cose stupende. Federico e Massimiliano mi mancano molto, ma nel mio cuore c’è posto per “altri” figli, per chi è solo, per chi è desideroso di vivere, per chi non ha vicino a sé chi li ami». Ha testimoniato di come la vita riservi sofferenze, anche atroci, ma nonostante tutto fiorisce continuamente in nuove esperienze e nuovi incontri. Maria Bernardetta Salciarini, di Gubbio, dal settembre 1974 al settembre 2011, ha svolto il suo servizio professionale presso l’Alveare del Monastero di Santa Rita a Cascia, prima come assistente sociale, poi come direttrice. Ha ricordato che l’Alveare è stato fondato nel 1938 dalla beata Madre Teresa Fasce e che è parte integrante del Monastero agostiniano di Santa Rita da Cascia. Nato come orfanotrofio, accoglie oggi minori in difficoltà: le Apette, ragazze dai 6 ai 18 anni, provenienti da tutta Italia. Ha testimoniato, raccontando qualche episodio concreto, di come la vita di una bambina senza genitori o abbondonata possa rifiorire e prendere nuova forma grazie all’amore di tante persone. Giorgio Pallucco, direttore della Caritas diocesana, ha ricordato ai convenuti la presenza a Spoleto della Mensa della Misericordia, quest’opera segno molto importante, nata esattamente venti anni fa, che ogni giorno fa rifiorire la vita di molte persone non solo con un pasto caldo, ma con un’accoglienza calorosa, con il sorriso e con il dialogo, nella consapevolezza che la misericordia non è una parola astratta ma un volto da riconoscere, contemplare e servire.
La Banda dell’Arma dei Carabinieri, diretta dal Ten. Col. Massimo Martinelli, ha accompagnato questo pomeriggio di riflessione sulla vita con musiche di Charles Gounod, Giuseppe Verdi, Nick Glennie-Smith, Edward Elgar, Massimo Martinelli, Ennio Morricone, Cesare Dobici, Domenico Fantini, Luigi Cirenei, Michele Novaro. Grande emozione e pubblico in piedi quando sono stati eseguiti l’Inno dei Carabinieri e Il Canto degli Italiani, meglio noto come inno di Mameli.
Il secondo ed ultimo appuntamento della Giornata per la Vita organizzato dalla Pastorale familiare della diocesi di Spoleto-Norcia in collaborazione con il reparto di ginecologia ed ostetricia dell’Ospedale di Spoleto si terrà domenica 7 febbraio alle 11.30 nella Cattedrale di Spoleto: l’arcivescovo mons. Renato Boccardo celebrerà la Messa per i nati nell’anno 2015 nel nosocomio cittadino.