paparelli 2 (UNWEB) Perugia. “L’Umbria è la prima Regione che si doterà di una legge quadro in materia di lavoro che per la prima volta si occuperà di finanziare l’occupazione, con un cambiamento epocale che segna un’inversione di tendenza rispetto alle politiche di questi anni. Una legge fortemente innovativa, in linea con la normativa nazionale e le migliori esperienze europee, importante e innovativa anche perché costruita dal basso insieme a forze datoriali e sindacati attorno all’obiettivo comune di far crescere l’occupazione”.

È quanto ha sottolineato il vicepresidente della Giunta regionale con delega allo Sviluppo economico e Lavoro, Fabio Paparelli, che stamattina ha illustrato principi e finalità della proposta di legge per il “Sistema integrato per il mercato del lavoro, l’apprendimento permanente e la promozione dell’occupazione” preadottata dalla Giunta regionale nella seduta di lunedì 17 ottobre nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte rappresentanti delle associazioni imprenditoriali e delle organizzazioni sindacali umbre e, in rappresentanza degli esperti che hanno lavorato alla stesura del testo, il professor Romano Benini, esperto di politiche attive e servizi per il lavoro.
Il disegno di legge, composto da oltre 50 articoli, abroga numerose leggi regionali attualmente in vigore. “È il frutto di un lavoro durato mesi realizzato congiuntamente con i rappresentanti delle imprese e dei lavoratori” ha rimarcato Paparelli, nel rivolgere un plauso al gruppo di lavoro coordinato dal direttore regionale alle Attività produttive, lavoro, formazione e istruzione Luigi Rossetti.
“L’obiettivo è quello di creare occupazione stabile e a questo sono orientati strumenti e risorse. A questo scopo – ha precisato – è destinata parte dei 70 milioni di euro attivati per i prossimi tre anni con il Programma regionale per le politiche del lavoro per strumenti quali Garanzia Giovani e Garanzia Adulti o come il bando ‘Cresco’, per la realizzazione di piani di sviluppo aziendale e per l’incremento dell’occupazione a livello regionale, che ha ottenuto un grande riscontro da parte delle imprese. In valutazione ci sono infatti oltre 500 progetti di assunzione a tempo indeterminato o apprendistato da parte di circa 300 imprese. Uno strumento che con la legge diventerà strutturale e, come gli altri, verrà supportato dalla programmazione 2014-2020 dei fondi sociale e per le politiche di sviluppo, oltre che dalle risorse nazionali”.
“È la prima volta – ha detto ancora il vicepresidente Paparelli – che una legge regionale prevede che si premi il risultato ottenuto in termini di occupazione. Interveniamo infatti in modo organico sul sistema dell’apprendimento permanente e del mercato del lavoro regionale chiedendo a tutti un salto di qualità – ha detto – Non a caso in parallelo all’avvio del percorso di questa proposta di legge, abbiamo approvato gli standard dei servizi per il lavoro e nella prossima seduta di Giunta è prevista l’approvazione del dispositivo che regolerà le procedure di accreditamento dei soggetti privati che intendono candidarsi per realizzare servizi al lavoro nella rete che potrà essere costituita fra pubblico e il privato che offra servizi di qualità e certificati. Anche il sistema formativo necessita di un passo in avanti. Abbiamo previsto un premio incentivante se l’esito del percorso formativo sarà quello dell’occupazione stabile, ma anche sanzioni in caso di mancato raggiungimento dei risultati attesi”.
“Viene ridefinita la rete dei servizi per le politiche del lavoro – ha aggiunto – e viene istituita l’Agenzia regionale per il lavoro, articolata in dipartimenti territoriali e uffici locali denominati Centri per l’impiego. Altro elemento importante è la forte spinta alla digitalizzazione, con l’utilizzo delle nuove tecnologie”.
La proposta di legge “ha anche l’obiettivo di collegare la promozione di nuovi servizi e politiche ad una strategia di innovazione che opera anche nell’ambito dei diritti e delle tutele. Ci sono importanti disposizioni – ha detto a questo proposito Paparelli - che riguardano il sostegno alla responsabilità sociale delle imprese, gli interventi per favorire il passaggio generazionale in azienda così come il ‘brain back’, il rientro dei giovani e dei talenti che possono contribuire alla ricerca e allo sviluppo regionale. Altrettanto importanti – ha proseguito – sono le misure per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e per il contrasto alla delocalizzazione produttiva, per la parità di genere e le misure per aree di crisi”.
Un capitolo importante e innovativo è poi quello dell’introduzione di norme “a sostegno dell’autoimpiego e della creazione d’impresa soprattutto attraverso strumenti di microcredito quali sostegni essenziali per l’aggiornamento e l’ammodernamento di norme come la legge 12/95, superando il criterio dell’età per la selezione, rivolto dunque alle persone di ogni età con un percorso prima di accompagnamento e poi di supporto finanziario all’autoimpiego ed alla creazione d’impresa”.
“Con questa proposta di legge, che traghetta la normativa regionale in una dimensione europea – ha detto il direttore regionale Luigi Rossetti – si riposiziona al centro delle politiche e dei servizi la persona che deve essere ‘riattivata’ sul mercato del lavoro, dalla presa in carico all’orientamento alla formazione fino all’occupazione, in un contesto organico in cui si realizza la necessaria connessione fra diritti e servizi, garanzie e responsabilità”.
“Con questa legge – ha detto il professor Romano Benini – l’Umbria per prima si assume la sfida di attivare occupazione con un cambio di passo rispetto a quanto è stato fatto finora e creando, come spiega il titolo della legge, un sistema integrato per il mercato del lavoro, l’apprendimento permanente e la promozione dell’occupazione. I principi base sono quelli della profilazione e della ricollocazione. Si interviene con paradigmi nuovi. Siamo in una fase di ripensamento di politiche e servizi a livello nazionale, con un’inversione di tendenza avviata dallo scorso anno che, prevedendo incentivi collegati a politiche attive, ha prodotto 700mila posti di lavoro nel 2015 e 518mila quest’anno. È una sfida – ha concluso – anche per le imprese umbre, competitive se creano lavoro aggiunto”.
“È stato fatto un buon lavoro – ha detto il segretario generale regionale della Cisl Umbria, Ulderico Sbarra – costruendo dal basso una legge che mette in campo una serie di strumenti nuovi, interessanti e condivisi che possono aiutare la ripresa del lavoro”.
“Una buona base di partenza – ha detto Gianluca Tribolati, segretario di Confartigianato, intervenendo a nome delle organizzazioni imprenditoriali, che ha messo in risalto alcuni degli aspetti salienti della proposta – Ora andiamo avanti”.
Il disegno di legge interviene in modo organico sul sistema dell’apprendimento permanente e del mercato del lavoro regionale, nella definizione di una connessione tra gli aspetti della formazione e dell’attivazione al lavoro, che si ritiene fondamentale per lo sviluppo dell’Umbria, al fine di innovare gli interventi regionali per l’apprendimento, le politiche attive, i servizi per l’impiego e la creazione di impresa. Centrale in ciò il ruolo dei servizi per l’impiego perno dell’erogazione delle politiche attive e quindi in grado di selezionare le propensioni dei singoli disoccupati e fornire loro la politica attiva più efficace per l’occupazione e dall’altro di individuare i fabbisogni formativi e professionali delle imprese offrendo alle stesse consulenza sulle possibilità offerte dal sistema nazionale e soprattutto regionale delle politiche attive e di sviluppo.
Oltre al potenziamento dei centri per l’impiego e la loro strutturazione nella nuova veste regionale con l’Agenzia per il lavoro, il disegno di legge prevede sul tema dei servizi al lavoro, ribadendo ancora la centralità dei servizi pubblici, l’incremento dei soggetti della rete che eroga i servizi, una rete a governance pubblica formata da soggetti accreditati che integri l’offerta pubblica, garantendo i Livelli essenziali delle prestazioni interfacciandosi costantemente con il tessuto produttivo.
La proposta di legge ha anche l’obiettivo di collegare la promozione di nuovi servizi e politiche ad una strategia di innovazione che opera anche nell’ambito dei diritti e delle tutele, per esempio attraverso: il sostegno alla responsabilità sociale delle imprese; gli interventi per favorire il passaggio generazionale in azienda, particolarmente interessante anche alle luce delle novità che potranno essere introdotte con la legge finanziaria; il rientro in Italia dei giovani e dei talenti; le misure per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro; il contrasto alla delocalizzazione produttiva.
La proposta di legge è stata preadottata dopo il lavoro realizzato congiuntamente dalle strutture della Direzione regionale Attività produttive, lavoro, formazione e istruzione con le rappresentanze di imprese e lavoratori nel contesto dei lavori tecnici svolti in seno al “Comitato di indirizzo sul tema Lavoro e Competenze” attivato nell’ambito del Coordinamento per le politiche di sviluppo della manifattura. Ora sarà sottoposta a una più approfondita fase di partecipazione allargata alla società regionale, per poi passare all’adozione del testo che verrà trasmesso all’Assemblea legislativa per il completamento dell’iter.

 

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