IMG 20200401 WA0006(UNWEB)  Perugia calcio. Manuel De Maria, il preparatore atletico che fa sudare i grifoni anche a casa.

 

Con Serse dal 2015

Manuel De Maria, 33 anni, romano, è arrivato a Perugia con Serse Cosmi, con cui collabora ininterrottamente dal 2015 (con Trapani, Ascoli e Venezia). Cosmi lo scelse perché, arrivando a Trapani, si trovò senza preparatore atletico, in quanto quello che c’era scelse di andare altrove. Dopo la laurea all’Università del Foro Italico  in Scienze motorie  e sportive, un tirocinio Erasmus in Spagna al Villareal, e la specialistica in Scienza e tecnica dello sport, ha lavorato -lui che è un tifoso romanista anche assai appassionato- nel settore giovanile della Lazio, con la squadra Primavera, vincitrice della Coppa Italia sotto la gestione Bollini-Inzaghi. Prima di incontrare Cosmi, ha avuto anche una breve esperienza al Lecce. 

Le schede quotidiane di lavoro  per i grifoni

È il coordinatore dei preparatori atletici del Perugia e in questi giorni, bloccato in casa a Perugia con la sua compagna, dice di non annoiarsi perché, tra letture, studio e cucina,  ogni giorno invia ai grifoni schede  e video di lavoro per sedute di allenamento. “Le schede -spiega-  riguardano un po’ tutti gli aspetti basilari: rafforzamento, mobilità, metabolici, in modalità circuito e intermittente”. A ciò si aggiungono “schede di lavoro più personalizzate per chi ha la possibilità di avere a casa attrezzi di supporto come tapis roulant, cyclette o spazi per correre”. Allenamenti di tipo generale che, dice Manuel,  hanno lo “scopo di non far scemare troppo lo stato di fitness” dei grifoni, ma che nulla hanno a che vedere con la normale preparazione atletica di un calciatore.

Alla ripresa si riparte da zero. Le incognite.

Perché poi, alla ripresa, quando sarà, si dovrà ricominciare praticamente da zero. Andrà rifatta una mini preparazione finalizzata ad un mini torneo, ma, precisa, “è una situazione inedita per noi preparatori e non avremo molto tempo. Io credo che serviranno almeno 15/21 giorni prima della partita di inizio”. E spiega che,  nel metodo “globale” che il suo staff segue, “tutto mirato al risultato tecnico e non incentrato sul risultato fisico” fine a se stesso, per ripartire dovranno essere proposti carichi specifici di lavoro per ciascun giocatore. “Sarà importante la gestione dei carichi individuali ma anche la percezione che ne avranno i singoli. Perché i giocatori usciranno da un periodo  buio e vorranno dare il massimo, ma non potranno essere sostenuti dalla condizione fisica. Inoltre, il sistema nervoso centrale e periferico avrà bisogno di adattamento a livello spazio/ temporale”, perché si saranno un po’ perse le misure e le distanze, e anche per questo ci vorranno esercizi specifici.  Difficile dire chi tra i grifoni potrà reagire meglio agli stimoli: “talvolta, i riscontri sono diversi da quelli attesi, e prescindono da età e caratteristiche fisiche”.

Falcinelli sulla distanza, Nicolussi per la potenza.

Peccato, perché a febbraio, quando il campionato è stato sospeso dopo la vittoria con la Salernitana,  “i parametri dello stato atletico dei grifoni erano ottimali per affrontare le partire, così come i dati della performance durante le gare, che facevano registrare cali percentuali minori”. Anche i reduci da infortuni o inattività lunghe, come Gyomber e Angella, stavano recuperando la piena forma fisica, pur non essendo ancora al top. E, se ogni giocatore ha le sue peculiarità e “ciascuno eccelle in qualcosa”, De Maria cita Falcinelli, di cui conferma le potenzialità sulla distanza e il lungo chilometraggio a partita (13 km); e Nicolussi Caviglia, “per forza e potenza”.

Lo staff e il lavoro con la palla.

Con Andrea Arpili, il preparatore che era già a Perugia con Oddo, Manuel De Maria aveva lavorato già ad Ascoli. Insieme a loro, collaborano Luca D’Angeli, Matteo Valeri e Giancluca Carboni, riatletizzatore, ruolo che sta a cavallo tra l’area medica e quella fisica, perché si  occupa degli atleti nella prima fase dopo gli infortuni. Lavorano avendo ciascuno un compito specifico. In base alle indicazioni di mister Cosmi lo staff imposta il programma. Il lavoro non è “a comparti stagni” tra parte tecnica, fisica e atletica. “Tutto è rivolto a obiettivi legati a giocare a calcio. Lavoriamo sempre con la palla, il lavoro cosiddetto ‘a secco’ lo facciamo solo per integrare quello con la palla. Ormai in Italia l’80% delle squadre lavora così”. Le esercitazioni, dunque, mirano ad obiettivi fisici ma l’obiettivo principale rimane quello tecnico tattico.

Il terreno del Curi e il sintetico

Manuel spiega poi anche che, per il suo lavoro, una variabile da considerare è il terreno di gioco. Il Curi ha un fondo problematico. “È un fondo pesante che, alla lunga, sollecita molto il sistema muscolare” per cui si preparano esercitazioni ad hoc. Quanto ai campi sintetici, De Maria sostiene che le squadre che giocano e si allenano su campi del genere “a fine campionato hanno 7/8 punti in più”. Ci sono anche i contro, comunque,  perché, spiega, se ci sono giocatori con problemi muscolari, sul sintetico hanno tempi di reinserimento più lunghi perché il pallone corre più veloce e i tempi di reazione dei muscoli agli stimoli  devono essere più brevi”. 

Daniele Orlandi - Agenzia Stampa Italia


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