(UNWEB) Vanno bene “solo” i tre punti. Che, sia chiaro, non sono poco, anzi, a ben vedere, sono tutto ciò che conta per il Perugia nel rush finale. E che, se fossero arrivati anche in altre partite giocate meglio, ma gettate al vento, adesso vedrebbero il Grifo in vetta, anziché a rincorrere le altre. Per il resto, la prestazione dei grifoni è senza infamia, ma ancor più senza lode.
Il Perugia operaio non trova mai spazi, ritmo e giocate tra le linee nel primo tempo, quando insiste troppo per linee orizzontali, spesso con lanci frenetici causa pressing dell’Imolese, anziché provare cambi di fronte rapidi per sbilanciare l’assetto chiuso dei padroni di casa. Burrai non emerge, anche perché nessuno dei compagni in avanti fa movimenti per trovare spazi e smarcarsi. Detto della difesa che controlla senza patemi, solo “moto perpetuo” Kouan ed Elia fanno qualcosa per smuovere una situazione bloccata. Il numero 7, visti chiusi tutti gli spazi, ad un certo punto si è messo in proprio e ha cercato l’iniziativa personale. Prima ha guadagnato due punizioni e costretto l’arbitro ad ammonire Carini. Poi, ha segnato il gol costringendo all’errore Boccardi. Tutto qui il Perugia nel primo tempo, con Minesso immobilizzato nelle maglie fitte della difesa di casa. Nella ripresa, l’Imolese concede qualche spazio in più, ma il Perugia, sia prima che dopo le sostituzioni, non ne approfitta, perché manca di lucidità nel passaggio decisivo e di cattiveria al momento di concludere. E anche perché i centrocampisti e gli attaccanti, a parte Kouan, non sembrano brillanti dal punto di visto fisico e questo impedisce loro di tentare le giocate e gli sprint negli ultimi venti metri. Il Perugia sbaglia sistematicamente le giocate negli ultimi metri, non la chiude e così deve stare in allerta fino alla fine, ma non concede quasi nulla all’Imolese e porta a casa i tre punti, prima delle altre due trasferte di Fermo (mercoledì) e Verona (sabato). Due trasferte dove il Perugia non avrà altro risultato che la vittoria. E, se il Perugia visto oggi non sembra accreditare chissà quali aspettative, bisogna pur dire che in serie C nessuno fa un gioco scintillante; che a questo punto della stagione la condizione fisica non è al massimo per nessuno; e che, quindi, quello che conta adesso è solo vincere. Anche se, per vincere, una dote essenziale è la convinzione in quello che si fa e la capacità di leggere le partire in corsa, cambiando quello che si sta facendo all’occorrenza. Questa è la maturità che una squadra che vuol vincere un campionato deve avere.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia