Domani partita da lottare dall’inizio alla fine.
Domani sarà una partita con tante difficoltà. Chi gioca contro il Perugia dà sempre molto di più. Le motivazioni degli avversari sono molto alte. Inoltre, il Ravenna lotta per la salvezza e farà di tutto per conquistare i tre punti. Domani conta solo lottare da inizio a fine partita. Perché chi riesce a sfruttare gli episodi la vince. Dobbiamo pensare e giocare da squadra forte, ma umile.
Gli altri? Intanto vinciamo noi...
Le partite degli altri non so se le guardo, normalmente non mi piace guardare gli altri. Io penso solo alla nostra gara. Mi interessa solo il nostro risultato perché, se noi non vinciamo, cosa fanno le altre non conta niente. Noi dobbiamo fare ciò che dipende da noi, perché vincendo potremmo mettere pressione agli altri.
Decisivo l’aspetto mentale
Non solo nella partita di domani, ma in tutto il campionato, gli stimoli mentali, la concentrazione, sono le cose fondamentali. Se c’è il giusto approccio, poi i valori tecnici arrivano di conseguenza. Specie in queste categorie contano molto gli aspetti motivazionali, poi qualche squadra ha più qualità e esperienza, ma per farla valere bisogna non sbagliare “di testa”. Da questo punto di vista, noi abbiamo fatto molto bene in alcune partite e meno in altre. Comunque, da qui alla fine non ci possiamo permettere sbagli di approccio, e dobbiamo restare sereni e fare le cose che sappiamo fare, aldilà dell’avversario che affrontiamo. Chiunque giochi, non dobbiamo mollare mai, come abbiamo fatto con al Triestina che ci abbiamo creduto fino alla fine, nonostante paresse già tutto finito.
Acciaccati e indisponibili.
Burrai accusa un fastidio al piede, che non è un problema muscolare. Oggi vediamo, credo, spero, che per domani sia a disposizione. Moscati ha avuto un piccolo risentimento nella stessa zona in cui lo aveva già avuto. Per domani non sarà a disposizione. È un giocatore per noi importante, che tatticamente dà equilibrio al centrocampo e ha sempre sposato la nostra causa, dando un contributo importante, sia da titolare che da subentrato. Dispiace non poterne disporre per Ravenna, mi auguro di averlo a disposizione già dalla prossima partita.
Negro e la difesa a tre o a quattro
Negro sta meglio, con la Triestina è subentrato e ha fatto bene. Sta bene fisicamente, ma non so se ancora ha i 90’ nelle gambe. Posso schierare la difesa a tre anche con lui, dandogli più tranquillità nella copertura della profondità, perché se c’e il centrale lui può esser più libero da questo compito. Se c’è possiamo giocare a tre o a quattro, altrimenti siamo obbligati a giocare a tre.
Le disquisizioni sulla formazione e sul gioco? Per me tutti titolari.
Continuo a leggere che non si è visto il bel calcio, le belle giocate; o che gioca questo mentre dovrebbe giocare quello. Ma da fuori e a fine partita è tutto più facile. In realtà, conta poco chi gioca, conta solo il risultato della squadra. Giudizi e valutazioni io le farò solo a fine stagione.
Faccio fatica a capire tante disquisizioni su chi deve giocare e chi no, se le sostituzioni sono giuste o meno. Per prima cosa di deve tener conto che si gioca sempre in undici, non di più. E io, quando decido la formazione iniziale, penso soprattutto a chi non parte titolare e può dare qualcosa subentrando. Per me chi subentra è un titolare e se, entrando, dà un contributo, per me è un giocatore importante. Ho giocatori che accettano tutto e se non giocano e si arrabbiano, lo fanno in senso positivo, perché ci tengono a giocare. Ecco perché tanti ragionamenti fatti col senno di poi lasciano il tempo che trovano.
Ho un gruppo eccezionale
Le mie scelte di formazione io le faccio in base a tante considerazioni, sugli avversari, su chi può dare di più subentrando, sulla compatibilità tra giocatori. In difesa ho avuto qualche difficoltà a livello numerico e perciò ho cambiato sistema di gioco. A Verona ho messo Kouan tra le linee senza dover mettere un attaccante in più. E se abbiamo vinto 3-0 fuori e non ci sono stati infortuni, perché avrei dovuto cambiare formazione con la Triestina? Certamente, non ho la bacchetta magica, ma nel fare le scelte di volta in volta, sono sereno, perché il gruppo sa che per me tutti i giocatori sono tutti importanti. Ho la fortuna di avere un gruppo eccezionale, in cui tutti accettano positivamente le decisioni che prendo. E, ad ogni partita, dei titolari non parlo nemmeno, ma punto l’attenzione su chi sta in panchina, perché spesso chi subentra è decisivo, magari perché è più lucido e atleticamente fresco. Ecco perché se chi subentra fa bene e mi mette in difficoltà, io sono il primo ad essere felice: magari succedesse sempre!
Daniele Orlandi - Agenzia Stampa Italia