Assisi Camarelle2(ASI) Assisi. Una storia d’amore e di passione per lo sport, coronata da tre splendide medaglie olimpiche. Eccola l'avventura del campione di boxe Roberto Cammarelle, ritagliata nei dettagli ma raccontata con semplicità ed efficacia di fronte agli alunni della scuola primaria Don Milani Di Palazzo di Assisi nell’ambito del progetto del CONI Umbria “Campioni in cattedra. Accanto a Cammarelle, c’erano anche Paola Menicacci del Panathlon Club International, e il maestro di boxe Nazzareno Mela, che oltre ad essere stato l’allenatore di Cammarelle è anche, attualmente, il presidente regionale della Federazione Puigilstica Italiana.

“Ho iniziato con la boxe perché da bambino ero grassottello e volevo dimagrire – ha raccontato il campione ai ragazzi – Mi impegnavo molto in palestra, più di tutti gli altri. E siccome non volevo tralasciare lo studio, mi impegnavo tanto anche a scuola. Il gioco poi è diventato una cosa seria e sono diventato un pugile professionista. Il mio primo combattimento fu negli anni 80, all’epoca avevo il sogno di diventare bravo come Mike Tyson – ha proseguito il suo racconto Cammarelle di fronte al folto gruppo di studenti assolutamente rapiti dalla sua storia – poi sono arrivato alle Olimpiadi, il torneo sportivo più importante che ci sia al mondo. La prima Olimpiade per cui mi sono qualificato fu Atene nel 2004. Incontrai l’atleta più forte in semifinale ed ottenni la medaglia di Bronzo. Lì, sul gradino più basso del podio, guardavo il primo con ammirazione e decisi in quel momento che era sul gradino più alto di quel podio che volevo arrivare la prossima volta. Intanto nel 2007 diventai campione del mondo ed ottenni la qualificazione per le olimpiadi di Pechino 2008. A quei giochi olimpici arrivai da favorito e vinsi in finale battendo il pugile di casa, un cinese. Per un paio di giorni fu la mia impresa ad aprire i telegiornali e le pagine dei quotidiani. Fu bellissimo, non tanto per la notorietà, ma perché sentivo di aver onorato lo sport attraverso l’impegno nel migliore dei modi”.

Cammarelle però ha ricordato anche i momenti duri della sua carriera sportiva. “Sapere ragazzi – racconta ancora – almeno un paio di volte ho pensato di smettere. Ho avuto guai fisici e anche delusioni. Ma alla fine mi sono sempre rialzato. Ed alla fine sono riuscito ad ottenere nuovamente una medaglia alle Olimpiadi di Londra nel 2012, questa volta l’argento, quella che mi mancava in bacheca, anche se sinceramente avrebbe potuto essere anche d’oro se i giudici non avessero deciso di dare la vittoria finale al pugile inglese. Ma sono felice così”.

Cammarelle torna sull’importanza dello studio e dell’impegno. Dopo le Olimpiadi di Londra ho deciso di prendermi una pausa e ho fatto un corso per management sportivo. Quindi sono diventato Team Manager della Nazionale. Ora ho deciso di smettere di combattere. Per il mio addio al ring ho deciso di combettere nelle tre città a me più care. Per ora ho dovuto rinviare l’incontro ad Assisi, ma lo farò. La scorsa settimana ho combattuto a Roma, la città che mi ospiterà lavorativamente visto che sono un poliziotto delle Famme Oro di cui farò il direttore sportivo. E poi chiuderò a Milano, mia città di nascita”.

La storia di Cammarelle ha sollecitato tante domande delle classi coinvolte. Dal perché avesse scelto la boxe piuttosto che il popolarissimo calcio. Se si è mai fatto male sul ring. Se ci sono compi proibiti. Quando e come si allena e come concilia la sua vita sportiva con la famiglia. Quale e mozione si prova sul ring. E tante altre...

“Ho scelto la boxe perché ho preferito uno sport individuale, ma a me piace molto anche il calcio – ha risposto il campione olimpico – a volte sul ring si prendono cazzotti che fanno male, ma è uno sport molto corretto e pensate che ho il naso deviato perché ho sbattuto sul comodino da bambino, mai rotto il naso sul ring. Quanto ai colpi proibiti, non si può colpire sotto la cintola, dietro il capo sulla parte laterale del corpo. L’emozione che si prova sul ring? Il ring è la verifica di tutto l’impegno che si è messo in allenamento per mesi. Dunque c’è tanta voglia di dimostrare quello che si è fatto. L’emozione è grandissima”.

A portare il saluto del Coni Umbria c’era il membro di Giunta Luigi Tardioli. “Sono particolarmente affezionato a questa scuola perché qui hanno fatto le elementari i miei due figli – ha commentato – dunque sono particolarmente contento che questo progetto faccia tappa qui oggi. Mi fa inoltre molto piacere che un campione come Cammarelle parli di uno sport da combattimento come la boxe, perché questa disciplina sportiva rappresenta una sfida continua con se stessi, una necessità di crescere con il duro lavoro e con l’impegno. Non c’è insegnamento migliore per le giovani generazioni. Questo progetto che porta i campioni a parlare nelle scuole è davvero importante – ha concluso Tardioli – perché fa capire ai ragazzi che i sogni si possono realizzare, basta avere tenacia ed impegno”.

Paola Menicacci del Panathlon Club, partner del Coni in questo progetto, ha quindi illustrato alcune slides relative ad alcuni valori dello sport, come il rispetto delle regole, l’importanza del carattere, dell’impegno, della solidarietà, del fair play, la lealtà e la lotta al doping.

Nazzareno Mela invece ha raccontato di quando allenava Cammarelle e di come fosse senza dubbio l’atleta più veloce che avesse mai conosciuto.

Ora toccherà i ragazzi fare tesoro di questa giornata, raccontandone le emozioni in un breve elaborato che il CONI Umbria pubblicherà sul proprio sito e sulla propria pagina facebook.

Di sicuro i loro volti incuriositi e soddisfatti sono la prima grande vittoria di un progetto che sta riscuotendo un grande successo ed una grande accoglienza. Grazie a tutti i campioni in cattedra. In questo caso, grazie Roberto Cammarelle, campione nello sport e nella vita.

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