(UNWEB) Perugia. «Fratelli cari, domani si riparte con partecipazione alla Santa Messa, anche se ci sono ancora delle norme da seguire per il bene di tutti, ma si riparte! Un segno di grande speranza! Un dono del Padre!». Lo ha sottolineato il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti al termine della celebrazione eucaristica di domenica 17 maggio, nella cappella di Sant’Onofrio della cattedrale di Perugia, l’ultima pro populo al tempo del “Coronavirus” trasmessa in diretta da Umbria Tv, Umbria Radio InBlu e sui social media ecclesiali.
Riaccostarsi alla Santa Comunione. Da lunedì 18 maggio le S. Messe saranno a “porte aperte”, anche se con un numero limitato di fedeli in base alla capienza delle chiese, così «il popolo di Dio, presente alla celebrazione – ha evidenziato il cardinale –, potrà accostarsi alla Santa Comunione. Grazie Gesù, per questo dono: ancora una volta sei tu che vieni per incontrarci, per nutrirci, per sostenere il nostro cammino! Tu hai bisogno dei tuoi fratelli, e soprattutto noi abbiamo bisogno di te! “Prendete, mangiatene tutti, questo è il mio corpo offerto per voi...” Signore, tu sei rimasto in mezzo a noi, ci hai confortati e sostenuti durante la prova in questa terribile pandemia, ma ora abbiamo bisogno di te! Come ci dice San Paolo: “noi che ci nutriamo di un unico pane, il pane eucaristico, siamo chiamati a formare un solo corpo”, la tua Chiesa».
Cento anni dalla nascita di san Giovanni Paolo II. «Altro motivo di gioia: domani, 18 maggio, si compiono 100 anni dalla nascita di san Giovanni Paolo II – ha ricordato Bassetti –, il Pontefice che ha guidato la Chiesa per più di 26 anni, dal 16 ottobre 1978 al 2 aprile 2005. Morì a tarda sera della vigilia della domenica in Albis. Le sue ultime parole furono: “lasciatemi andare al Padre”. Il cardinale Stefano Wyszynsky, il grande Arcivescovo di Varsavia e primate di Polonia, che era stato in prigione nel periodo comunista, gli disse durante il conclave: “se ti eleggono, ti prego non rifiutare. Tu dovrai accompagnare la Chiesa al terzo millennio”. E lui ha sempre avuto consapevolezza che dalla Provvidenza gli era stata assegnata questa missione». Anche la comunità diocesana perugino-pievese ricorderà Papa Wojtyla con la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Bassetti, lunedì 18 maggio (ore 18), nella cattedrale di San Lorenzo.
La tentazione di vivere senza Dio. Nell’omelia domenicale, commentando la Parola di Dio, il presule si è raccomandato ai fedeli (in ascolto attraverso i media) di non farsi tentare dal vivere senza Dio. «Nella vita – ha detto Bassetti – c’è un’esperienza ancora più tragica di quella di essere orfani: è quella di vivere da orfani senza esserlo. Mi direte: ma come è possibile? Eppure, tutti siamo esposti a questa tentazione: vivere senza Dio, non incrociare mai il suo sguardo, ignorare la sua mano tesa, trascurare la sua parola, volendo così costruire la propria torre di Babele, e credere che vivere da orfani sia felice».
Lo Spirito della verità. «Nelle parole di Gesù, abbiamo la proposta di un magnifico progetto di vita: “se mi amate, osserverete i miei comandamenti - che sono i comandamenti dell’amore - ed io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Paraclito, un difensore, un consolatore, perché rimanga con voi per sempre: lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce”».
Lo Spirito che difende dalle insidie. «“Se mi amate”. Nelle parole di Gesù abbiamo la delicatezza di una proposta, non un imperativo categorico, non una costrizione, ma l’invito libero e liberante di un Dio che ama, che ti dona gioia, ti nutre, ti consola, e che ti comunica la sua pienezza d’amore: il dono dello Spirito Santo. Fratelli che mi ascoltate, io vi assicuro che sarete davvero beati se coglierete questo invito alla libertà e accoglierete il Paraclito, lo Spirito che vi difende dalle insidie del male e del demonio, e vi dona la libertà vera di figli di Dio».
Medici, infermieri chinati sul morente. Avviandosi alla conclusione il cardinale ha ricordato ai fedeli che «è lo Spirito Santo che ci rende in pienezza fratelli di Gesù, perché figli dello stesso Padre. È lo Spirito Santo che attesta nel nostro cuore che siamo figli di Dio. È lo Spirito Santo che ci rende tempio e dimora di Dio. Se riconoscessimo questa nostra grandezza e dignità, come cambierebbe la nostra vita! Da quante meschinità, egoismi, ripiegamenti su noi stessi, ci sentiremmo immediatamente liberati. Come sapremmo sempre riconoscere la nostra dignità di figli di Dio e riconoscerla nei fratelli! Quanti medici, infermieri - ho avuto testimonianze dirette - in questo tempo di pandemia, si sono chinati sul morente, tracciando un segno di croce! Un medico ha detto “io ho dato l’estrema unzione”: sì, tu hai compiuto l’atto di amore più grande che si potesse esprimere, perché hai riconosciuto in colui che moriva la dignità di una persona umana, di un fratello, di un figlio di Dio!». E il cardinale Bassetti ha accostato questo «atto di amore più grande» alla «fiammella di amore, che lo Spirito Santo depone nel cuore di ciascuno di noi, è la forza interiore che ci sostiene nel cammino della vita e ci fa crescere ad immagine del Signore Gesù. È l’energia, fratelli, che rigenera la nostra vita e il mondo».