(UNWEB) Assisi. Domani 10 febbraio si celebra il Giorno del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe e della tragedia del degli istriani, giuliani e dalmati nel secondo dopoguerra.
La ricorrenza è stata istituita nel 2004 e da allora si organizzano iniziative per non dimenticare e soprattutto far conoscere alle nuove generazioni uno dei drammi più terribili vissuti a causa della guerra.
Quest’anno il programma è per forza di cose limitato in considerazione della pandemia in corso e l’alta diffusione del contagio del virus nella nostra regione per cui le iniziative non possono prevedere la partecipazione del pubblico.
Domani quindi il sindaco Stefania Proietti, a nome dell’amministrazione comunale e della cittadinanza (che non potranno essere presenti per evitare assembramenti) deporrà una corona di alloro in via Martiri delle Foibe, mentre alle 18, su indicazione del Comitato 10 Febbraio, sarà celebrata una messa nella basilica di Santa Maria degli Angeli in ricordo dei martiri delle foibe.
Poi, venerdì 12 febbraio, avrà luogo una videoconferenza in streaming sul tema “Il martirio della Venezia Giulia” con il sindaco e l’esperto dell’esodo giuliano-dalmata Paolo Anelli in collaborazione con la Società di Studi Fiumani e il Liceo Sesto Properzio.
Per diffondere il più possibile la conoscenza di questo terribile avvenimento storico da domani fino a venerdì dalle pagine Facebook e Instagram della biblioteca comunale, che ha allestito in sede una selezione di libri dedicati, saranno trasmesse delle letture scelte.
La biblioteca comunale, dal 2011 su iniziativa dell’allora assessore Maria Belardoni, ha attivato anche il “Centro assisano di documentazione sull’esodo dei giuliano-dalmati e sulle foibe”, a cui hanno contribuito la Società di Studi Fiumani e l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. Il fondo è composto da testi specifici e periodi di approfondimento sulla storia dell’esodo e delle foibe. Il Centro, in linea con l’impegno della città sul fronte della pace e, partendo da una pagina di storia troppo spesso dimenticata, attraverso incontri, studi e testimonianze, è diventato uno strumento di consultazione, di analisi e di ricerca, una sorta di osservatorio oltre che una rinnovata occasione per rafforzare la cultura del rispetto dei diritti umani.