don ivan maffeis arcivescovo metropolita eletto di perugia città della pieve 1L’annuncio è stato dato dal vescovo ed amministratore diocesano mons. Marco Salvi nella cattedrale di San Lorenzo, in contemporanea con la Sala Stampa della Santa Sede e l’Arcidiocesi di Trento

(UNWEB) Don Ivan Maffeis, parroco a Rovereto (Tn), è il nuovo arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve. Lo ha nominato oggi, 16 luglio 2022, il Santo Padre Francesco. Don Maffeis succede al cardinale Gualtiero Bassetti nello stesso giorno in cui tredici anni fa il suo predecessore è stato nominato arcivescovo di Perugia-Città della Pieve da papa Benedetto XVI, giorno in cui la Chiesa celebra la festa liturgica della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo. Sotto la protezione della Madre di Dio, don Maffeis si appresta a diventare il tredicesimo Pastore di questa Chiesa particolare da quando, nel 1882, la Diocesi è stata elevata ad Arcidiocesi per volontà di papa Leone XIII, già vescovo di Perugia per trentaquattro anni.
L’annuncio della nomina del nuovo arcivescovo è stato dato in contemporanea con la Sala Stampa della Santa Sede e l’Arcidiocesi di Trento, alle ore 12, nella cattedrale di San Lorenzo, dal vescovo ed amministratore diocesano mons. Marco Salvi alla presenza dell’arcivescovo emerito, il cardinale Gualtiero Bassetti, del Clero, dei diaconi, dei religiosi e religiose, dei seminaristi, dei direttori e responsabili degli Uffici e Servizi diocesani e dei collaboratori di Curia. Presenti anche i rappresentati delle Istituzioni civili, militari e del mondo accademico. L’annuncio è stato salutato dal suono a distesa delle campane della cattedrale, preceduto dal Veni Creator Spiritus e dalla proclamazione della Parola di Dio. È stata poi data lettura del messaggio di saluto dell’arcivescovo eletto e della sua biografia. L’annuncio è terminato con la recita dell’Angelus.
Don Maffeis ha avuto modo di conoscere la realtà ecclesiale che si appresta a guidare nel ricoprire gli incarichi di direttore dell’Ufficio nazionale delle Comunicazioni sociali della Conferenza episcopale italiana (Cei) e di sottosegretario della stessa Cei. A Perugia è intervenuto, nel luglio 2017, all’iniziativa di formazione per giovani aspiranti comunicatori dei media cattolici denominata “Summer media camp”, promossa dalla Commissione regionale delle comunicazioni sociali della Conferenza episcopale umbra (Ceu), ritornando nel capoluogo umbro, prima della pandemia, per altre simili occasioni.

Nota biografica dell’arcivescovo eletto. Don Ivan Maffeis è nato a Pinzolo, in provincia e Arcidiocesi di Trento, il 18 novembre 1963, ordinato sacerdote il 26 giugno 1988 dopo aver compiuto gli studi superiori e filosofico-teologici presso il Seminario arcivescovile di Trento. Ha completato la sua formazione a Roma, conseguendo nel 1997 il Dottorato in Scienze delle Comunicazioni Sociali presso la Pontificia Università Salesiana. Tra gli incarichi pastorali più significativi da lui ricoperti nell’Arcidiocesi di origine, dal 1988 al 2009, quelli di vicario parrocchiale a Mori, parroco a Trento, docente in Seminario, assistente diocesano dell’Azione Cattolica e direttore del settimanale diocesano Vita Trentina e della radio diocesana. Quest’ultimo incarico, ricoperto dal 2001 al 2009, lo porta a vivere l’esperienza prima di vice direttore e poi di direttore dell’Ufficio nazionale delle comunicazioni sociali e di sottosegretario Cei dal 2010 al 2019, anno in cui rientra nell’Arcidiocesi di Trento e viene nominato parroco delle comunità di Rovereto-San Marco e Santa Famiglia, Trambileno, Vanza, Noriglio e Terragnolo. Nel periodo in cui presta servizio in Cei diventa responsabile del personale della stessa Cei e consultore del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede. Dal 2010 è docente presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione della Pontificia Università Salesiana e, quindi, presso la Pontificia Università Lateranense.

L’arcivescovo eletto si riserva nei prossimi giorni di fissare e rendere nota la data della sua consacrazione episcopale e presa di possesso dell’Archidiocesi. Di seguito il suo messaggio di saluto alla comunità diocesana perugino-pievese.

 

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Carissimi fratelli e sorelle della Chiesa che è in Perugia,

cara gente,

affido a queste semplici righe, stese con l’inchiostro della speranza e della gioia, il primo contatto con voi.

Porto nel cuore la riconoscenza per il Santo Padre, che nella sua fiducia mi affida la missione episcopale. Abbraccio il Vescovo Marco, il Card. Gualtiero e gli altri Vescovi della Regione ecclesiastica Umbria, che ho avuto modo di stimare per la comunione fraterna e la passione pastorale che li anima.

Sono debitore grato alla mia famiglia, al paese di Pinzolo, alla Chiesa di Trento e, da ultimo, alle parrocchie di Rovereto.

Vengo fra voi per mettermi in ascolto di questa preziosa terra di santi e di bellezza, della quale chiedo con umiltà di divenirne figlio; vengo per amare questa Chiesa con tutte le mie forze, in un servizio di preghiera e di dedizione; vengo per condividere – alla luce del Vangelo di Gesù Cristo – “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce” di ciascuno.

Offro la disponibilità a incontrare e a lasciarmi incontrare nella maniera più ampia e diretta possibile. Con un pensiero affettuoso vorrei raggiungere in particolare i presbiteri, i religiosi e le religiose; quindi, i malati e quanti, per le ragioni più diverse, sono feriti dalla vita e preoccupati per il futuro. Ai rappresentanti delle Istituzioni civili assicuro il contributo della comunità ecclesiale nella ricerca e realizzazione del bene comune.

Vengo sereno e fiducioso, pur nella consapevolezza della sproporzione tra ciò che sono e la responsabilità che assumo: possano la vostra preghiera e la vostra fraternità accorciare tale distanza e aiutarci a camminare insieme.

E allora non mi sarà difficile far miei i sentimenti dell’apostolo Barnaba che “quando giunse e vide la grazia di Dio, si rallegrò ed esortava tutti a restare, con cuore risoluto, fedeli al Signore” (At 11, 23).

L’Ausiliatrice, patrona di Rovereto – che a Perugia è venerata come Madonna delle Grazie – ci accompagnerà.

don Ivan Maffeis

Rovereto, 16 luglio 2022

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Cenni storici dell’Archidiocesi e cronotassi degli arcivescovi di Perugia dal 1882 al 2022

L’odierna Archidiocesi metropolitana di Perugia-Città della Pieve ha radici profonde, risalgono al II secolo, e il suo primo vescovo del quale si hanno notizie è Costanzo, martire intorno all’anno 175. Altro vescovo, che ha segnato non poco la storia della Chiesa perugina, è Ercolano, martire nel 547 ad opera dei Goti di Totila, definito defensor civitatis.

Numerosi sono stati nei secoli i vescovi di Perugia (una cronologia completa si ha solo dalla metà del secolo XVI in poi), tra i quali alcuni cardinali come Fulvio della Corgna, vescovo dal 1550 al 1553 e dal 1564 al 1574, che effettuò le prime visite pastorali documentate e curò l’apertura del Seminario diocesano nel 1564.

Il vescovo dell’età moderna da tutti ricordato è Napoleone Comitoli, che resse la Diocesi per trentatré anni (1591-1624), definito un vescovo “riformatore”. Comitoli ebbe grande attenzione ai problemi sociali, affrontando il disagio umano dell’epoca, avendo costante preoccupazione di mantenere uno stretto collegamento tra la Curia e il territorio diocesano. Forte fu la sua volontà di rinsaldare ed accrescere la religiosità popolare.

Il pastore che ha lasciato più di tutti un segno indelebile nella Chiesa non solo perugina, ma universale, è il cardinale Gioacchino Pecci, vescovo di Perugia dal 1846 al 1880, asceso al Soglio Pontificio col nome di Leone XIII nel 1878. Un fatto singolare, poco evidenziato dalla storiografia, è che Perugia ebbe come suo vescovo il Papa per due anni, dal 1878 al 1880. Il capoluogo umbro passa alla storia anche per aver stimolato il pensiero di Pecci, che, da pontefice, scrisse l’enciclica Rerum Novarum, fondamento della stessa Dottrina sociale della Chiesa. Durante il suo lungo episcopato perugino, il futuro Papa attuò una politica moderata nel facilitare il dialogo e il confronto con la nuova società originatasi dagli sconvolgimenti bellico-politici risorgimentali.

A testimonianza di ciò che rappresentò per Leone XIII la Diocesi di Perugia, quattro anni dopo la sua elezione a pontefice, nel 1882, esattamente 140 anni fa, la elevò a titolo arcivescovile e, mezzo secolo fa, nel 1972, papa Paolo VI la promosse a servizio delle Diocesi vicine, dette suffraganee, con il rango di Metropolitana. Dell’attuale Metropolia di Perugia-Città della Pieve (quest’ultima unificata a Perugia nel 1986) fanno parte come Diocesi suffraganee Città di Castello, Foligno, Gubbio e Assisi-Nocera-Gualdo.

Altro episcopato che ha scritto una pagina significativa della storia della Chiesa perugino-pievese, è quello del cardinale Gualtiero Bassetti. Un episcopato per certi aspetti pastorali e sociali in continuità con quello del suo illustre predecessore Pecci. Per quanti sono interessati ad approfondire l’episcopato Bassetti, possono consultare la sua “biografia ragionata” al link: http://diocesi.perugia.it/vescovo-emerito-2/ .

Nel riportare di seguito la cronotassi degli arcivescovi perugini dal 1882 ad oggi, si evidenzia che il primo fu il successore di papa Pecci, mons. Federico Foschi, e don Ivan Maffeis, per volontà del Santo Padre Francesco, è il tredicesimo arcivescovo.

Cronotassi degli arcivescovi di Perugia (1882-2022)

1) Federico Foschi (1880-1882 vescovo e 1882-1895 arcivescovo)
2) Dario Mattei Gentili (1895-1910)
3) Beda Cardinale (1910-1922)
4) Giovan Battista Rosa (1922-1942)
5) Mario Vianello (1943-1955)
6) Pietro Parente (1955-1959)
7) Raffaele Baratta (1959-1968)
8) Ferdinando Lambruschini (1968-1981)
9) Cesare Pagani (1982-1988)
10) Ennio Antonelli (1988-1995)
11) Giuseppe Chiaretti (1995-2009)
12) Gualtiero Bassetti (2009-2022)

13) Ivan Maffeis (2022-)

Due degli arcivescovi emeriti di Perugia sono stati creati in seguito cardinali: Pietro Parente ed Ennio Antonelli; mentre il cardinale Bassetti è il primo, dopo Gioacchino Pecci, a ricevere la berretta cardinalizia da Pastore della Chiesa perugina. Bassetti è stato creato cardinale da papa Francesco nel suo primo Concistoro, il 22 febbraio 2014.

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  • mons. ivan maffeis, in piedi, al centro tra il card bassetti e mons. giulietti al summer media camp ceu 17-22 luglio 2017

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Perugia: Gli interventi di saluto al nuovo arcivescovo metropolita da parte dell’amministratore diocesano mons. Salvi, che ha parlato di Chiesa «ricca di carismi e con grandi potenzialità», e dell’arcivescovo emerito, il cardinale Bassetti, che ha augurato al suo successore, don Maffeis,
di essere «un pastore con il profumo delle pecore»

All’annuncio della nomina del nuovo arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve, avvenuto il 16 luglio nella cattedrale di San Lorenzo, sono intervenuti il vescovo ed amministratore diocesano mons. Marco Salvi e l’arcivescovo emerito, il cardinale Gualtiero Bassetti, rivolgendo il loro saluto a don Ivan Maffeis, chiamato da papa Francesco alla guida pastorale della Chiesa perugino-pievese, e a tutte le componenti del popolo di Dio di questa Chiesa particolare.
Il vescovo Salvi. «Ho sentito al telefono don Ivan, al quale mi legano sentimenti di amicizia e di stima e gli ho espresso le mie e le nostre congratulazioni. Presto il vescovo Ivan mi comunicherà tempi e luoghi della sua ordinazione episcopale e la data di inizio del suo ministero di pastore nella nostra amata chiesa perugino-pievese». Poi, quasi a tracciare un “bilancio” dei suoi tre anni di vescovo ausiliare e dallo scorso 30 maggio di amministratore diocesano, mons. Salvi ha detto di essere «grato al Signore per questi anni intensi passati qui a Perugia: sin dal mio arrivo, nel 2019, ho avuto modo di incontrare una bella realtà ecclesiale, ricca di carismi e con grandi potenzialità; una realtà che ho conosciuto giorno dopo giorno svolgendo il mio ruolo di vescovo ausiliare. È stata per me una bella occasione di crescita umana e spirituale, anche se all’inizio, quando mi è stato proposto l’episcopato, ho fatto molta, ma molta fatica ad accogliere questo invito. Dopo tre anni, mi accorgo che ne è valsa la pena e ho ascoltato e cercato di ascoltare, cercando sempre di costruire insieme, sinodalmente, confrontandomi continuamente. Spesso non è stato facile, anche per il carattere un po’ duro che ho, ma guidati dall’aiuto del Signore siamo sempre stati in grado, insieme, di cercare e di trovare soluzioni. La nostra Chiesa in questo periodo ha vissuto momenti importanti ed ora che è impegnata nel Cammino Sinodale, ha bisogno di trovare vie nuove di evangelizzazione per attuare quella Chiesa in uscita di cui papa Francesco ci parla sempre. Non è stato facile questo momento di transizione vissuto da quando è stata accettata la quiescenza del cardinale Bassetti anche perché non abituati, ma mi sto accorgendo adesso che è anche un momento importante, perché ha fatto emergere in una maniera più chiara la realtà di questa Chiesa che è fatta di ricchezza, di impegno, di responsabilità e qualche volta anche di fragilità, di ipocrisie dove la struttura umana è venuta fuori più chiaramente».
Commentando la Parola di Dio proclamata prima dell’annuncio della nomina del nuovo arcivescovo, tratta dalla Lettera di San Apostolo agli Efesini, mons. Salvi si è soffermato su «i diversi carismi dello Spirito che dobbiamo ascoltare per fare comunione. Nessuno può dire di non avere doni, poiché a ciascuno è data una manifestazione dello Spirito, perché il Signore effonde sempre la sua grazia su tutte le creature. Mi piace pensare ad una bella metafora, tratta dal mondo dell’arte a cui ho sempre attinto nel fare catechesi: una tessera da sola non potrà mai essere un mosaico, ma un insieme di tessere possono costituire un prezioso mosaico risplendente di luce».

«La designazione del nuovo arcivescovo metropolita – ha evidenziato l’amministratore diocesano – ha un grande valore ecclesiale poiché, come ci ricorda l’Apostolorum Successorum,” I Vescovi, in quanto inseriti nel Collegio episcopale, che succede al Collegio apostolico, sono intimamente uniti a Cristo Gesù, che continua a scegliere e a mandare i suoi apostoli. Il Vescovo, come successore degli Apostoli, in forza della consacrazione episcopale e mediante la comunione gerarchica, è il principio visibile e il garante dell’unità della sua Chiesa particolare”».

«In questo giorno in cui viene rinnovata la successione apostolica nella nostra Chiesa – ha concluso mons. Salvi –, rivolgo un pensiero grato al nostro pastore Gualtiero che l’ha guidata per tredici anni ed auguro a don Ivan un buono e fruttuoso cammino insieme al popolo di Dio che è in Perugia-Città della Pieve e affido il suo ministero ai nostri patroni Costanzo, Ercolano, Lorenzo e alla celeste protezione di Maria Santissima delle Grazie, da secoli venerata in questa cattedrale, assicurandogli la nostra preghiera come Chiesa diocesana. A tutti voi, con sentimenti di profondo affetto e gratitudine, giunga la mia paterna benedizione».

Il cardinale Bassetti. «Nella nomina di don Ivan Maffeis a mio successore, avvenuta quest’oggi, si sono delle circostanze e delle cadenze che mi hanno colpito in modo particolare». Lo ha evidenziato il cardinale Bassetti ricordando che proprio oggi (il 16 luglio) «la Chiesa fa memoria della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, una data significativa per l’annuncio che ci è stato fatto, perché vogliamo affidare il nuovo vescovo alla tutela della Madre Celeste. Vedo in tutto questo una carezza della Santa Madre di Dio anche nei miei confronti e voglio brevemente spiegarvi i perché. I ventotto anni del mio episcopato sono trascorsi sotto la tutela della Madonna. L’8 settembre è la natività di Maria ed io, in questo giorno del 1994, fui consacrato vescovo di Massa Marittima-Piombino; il 21 novembre del 1998, festa della Presentazione al tempio di Maria, fui nominato vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro dove feci ingresso il 6 febbraio 1999, un’altra data mariana, l’inizio della novena della Madonna del Conforto e, infine, il 16 luglio 2009 fui nominato arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve. E ancora una volta, per una data importante per la mia vita, ma soprattutto per la vita di questa nostra Chiesa, in una data mariana non richiesta, quella del 16 luglio, festa della Madonna del Carmine, ci ritroviamo qui tutti riuniti. Io non credo al caso, credo alla provvidenza di Dio che si muove passo dopo passo nelle persone e nella Chiesa».

Invocando la “Sub tutela Matris”, il cardinale Bassetti ha inteso «affidare ancora una volta alla protezione di Maria questa amata diocesi e tutti coloro che ne sono figli. Al vescovo mons. Marco Salvi, amministratore diocesano, esprimo la mia gratitudine per i tre anni di vita e di ministero episcopale che ha speso per noi con generosità e intelligenza. A mons. Ivan Maffeis, nuovo Pastore di questa nostra Chiesa, che per quasi tre anni è stato mio prezioso collaboratore alla Cei, auguro di poter donare tutto se stesso, come ha sempre fatto nei delicati impegni pastorali che è stato chiamato a svolgere. Questa Chiesa, come ci raccomanda papa Francesco, ha bisogno di un Pastore “con il profumo delle pecore” e mi auguro che tale sia don Ivan».


 AVIS

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