Rettore tavoloFratini: «Garantire una maggiore e più efficace partecipazione di donne, ragazze e giovani nei processi negoziali e di risoluzione dei conflitti»

(UNWEB) Perugia,   – «Garantire una maggiore e più efficace partecipazione di donne, ragazze e giovani nei processi negoziali, nella gestione e nella risoluzione dei conflitti. Questa inclusione non rappresenta solo un beneficio diretto per loro, ma un vantaggio per l’intera società. Il risultato atteso è la costruzione di comunità più sicure, resilienti e pacifiche». Con queste parole, Luca Fratini, Coordinatore delle agende internazionali presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI/DGAP), ha aperto il suo intervento a Palazzo Gallenga durante la giornata di studio promossa dall’Università per Stranieri di Perugia. L’evento, realizzato in collaborazione con il Centro Studi Difesa Civile, si inserisce in un percorso di sensibilizzazione rivolto agli studenti, con l’obiettivo di approfondire le sfide globali legate a pace, sicurezza e sviluppo sostenibile adottate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a partire dal 2000.

Fratini ha sottolineato come l’inclusione di donne e giovani nei processi di pace non sia solo una questione etica, ma un elemento strategico per la stabilità globale. «La loro partecipazione apporta prospettive, competenze e approcci innovativi che rendono le soluzioni ai conflitti più inclusive e durature».
L’investimento nelle agende Donne, Pace e Sicurezza e Giovani, Pace e Sicurezza rappresenta, secondo Fratini, una priorità per la comunità internazionale. «Non possiamo permetterci che questi principi rimangano sulla carta. Serve una chiara volontà politica, risorse adeguate e uno sforzo collettivo per garantire che tali agende si traducano in risultati concreti, capaci di rispondere alle sfide globali, dai conflitti armati alla crisi climatica».

Anche il rettore, prof. Valerio De Cesaris, nel suo intervento di apertura della giornata di studio, ha sottolineato l’importanza della responsabilità individuale: «Ritengo essenziale che ciascuno di noi consideri la pace, la sostenibilità e i temi della mediazione come responsabilità personali. Nessuno può sottrarsi al dovere di contribuire attivamente a questi valori. Sarebbe riduttivo – ha aggiunto il rettore – considerare la pace esclusivamente una responsabilità dei governi: essa è, prima di tutto, una scelta quotidiana, un percorso consapevole che ciascuno di noi è chiamato a intraprendere».

All’incontro di studio hanno partecipato, rappresentanti del mondo accademico e delle organizzazioni civili. Tra questi: Federico Niglia, presidente del Corso di Laurea magistrale in Relazioni Internazionali e Cooperazione allo Sviluppo; Maura Marchegiani, presidente del Corso di Laurea in Scienze sociali per la sostenibilità e la cooperazione internazionale; Federica Guazzini, delegata rettorale alle Relazioni Internazionali per l’Africa; e Luisa Del Turco, direttrice del Centro Studi Difesa Civile.

I relatori hanno approfondito il ruolo delle istituzioni accademiche e della società civile nel promuovere un’effettiva attuazione delle agende internazionali. È emersa la necessità di formare nuove generazioni di professionisti capaci di contribuire alla risoluzione dei conflitti attraverso approcci inclusivi e sostenibili.
L’evento si è chiuso con un messaggio chiaro: le agende Donne, Pace e Sicurezza e Giovani, Pace e Sicurezza non sono solo strumenti tecnici, ma rappresentano una visione per un futuro comune. «Solo attraverso un coinvolgimento ampio e inclusivo possiamo costruire società realmente sostenibili e capaci di affrontare le sfide globali», ha ribadito Fratini, invitando i presenti a considerare la pace non come un punto di arrivo, ma come un processo da coltivare ogni giorno.


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