IMG 515210 febbraio – Udienza particolare del Santo Padre in occasione della XXV Giornata Mondiale del Malato e dei 20 anni dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute della CEI

(UNWEB) Assisi. Istituita da San Giovanni Paolo II nel 1992, la Giornata Mondiale del Malato é giunta quest’anno a festeggiare il suo ‘Giubileo d’argento’. Sebbene sia stata celebrata in forma solenne ogni tre anni come le altre Giornate Mondiali, questa 25ma edizione, per volontà del Santo Padre, viene celebrata in forma straordinaria.
Il tema scelto è: Stupore per quanto Dio compie: «Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente...» (Lc 1,49)

In occasione della XXV Giornata Mondiale del Malato e i 20 anni dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute della CEI, papa Francesco ha concesso un’udienza particolare alla Commissione Episcopale per il servizio della carità e la salute, all’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Salute e alla sua Consulta e ai Direttori degli Uffici diocesani di pastorale della salute.
All’udienza, svoltasi venerdì 10 febbraio 2017 - proprio alla vigilia della XXV Giornata Mondiale del Malato - presenziavano anche i Vescovi delegati per la pastorale della salute nelle diverse regioni ecclesiali italiane.

Per l’occasione, era presente come consultore dell’ufficio nazionale della pastorale della salute della CEI, Francesca Di Maolo, Presidente del Serafico di Assisi che ha avuto l’onore di rappresentare tutte le strutture sanitarie cattoliche italiane attraverso un dono realizzato dai ragazzi del Serafico e dalla Piccola Opera Charitas di Giulianova. Il dono era anche accompagnato da un album di foto dei ragazzi stessi (non presenti all’udienza) nella fase di realizzazione.

Nel suo discorso ai presenti papa Francesco ha ripercorso le luci e le ombre del cammino nel contesto difficile della salute e della sofferenza. Ha ricordato prima di tutto la generosità di tanti uomini e donne che hanno accolto l’invito di Gesù a visitarlo nella persona degli infermi.
Si è detto molto sorpreso dal numero dei volontari incontrati in Italia che con convinzione e in modo del tutto gratuito e competente si adoperano per alleviare e umanizzare le lunghe e difficili giornate di tanti malati e anziani soli, soprattutto poveri e indigenti.

Si è rallegrato per la ricerca scientifica che dovrebbe ora occuparsi anche delle malattie rare e neglette e ha richiamato l’attenzione sulla cura degli anziani e sui pazienti più “difficili”, come i malati psichiatrici.
Papa Francesco si è anche soffermato sulla difficoltà di accesso alle cure, invitando tutti a non rimanere indifferenti al problema e chiedendo con forza che si moltiplichino gli sforzi di tutti perché i diritti dei più deboli siano tutelati.

Il Santo Padre, ricordando le numerose istituzioni sanitarie di ispirazione cristiana, ha chiesto che queste istituzioni non si dimentichino mai dei più deboli e dei poveri. “La crescente povertà sanitaria tra le fasce più povere della popolazione, dovuta proprio alla difficoltà di accesso alle cure, non lasci nessuno indifferente e si moltiplichino gli sforzi di tutti perché i diritti dei più deboli siano tutelati”.
In un contesto socio culturale in continuo cambiamento papa Francesco ha infine incoraggiato i rappresentati delle strutture cattoliche a tornare alla fantasia della carità dei fondatori.
E’ proprio da qui che dobbiamo ripartire: dal coraggio nella difesa dei più deboli, con la convinzione nel cuore che sono proprio le “piaghe” a renderci immagine e somiglianza di Cristo.

IL DONO DEI RAGAZZI DEL SERAFICO

I ragazzi del Serafico, memori dei numerosi incontri con il Santo Padre e soprattutto della sua visita al Serafico del 2013, hanno composto un album fotografico del “making of ...” e hanno subito scelto un tema a loro molto caro e spesso condiviso con Papa Francesco: l’abbraccio.

“Non potendo portare con me i ragazzi – ha dichiarato Francesca Di Maolo - ho voluto accompagnare il dono con un album di foto dei ragazzi stessi mentre realizzavano l’oggetto donato. Come sempre papa Francesco ci ha consegnato gesti di umanità straordinaria e anche questa mattina ne ha dato dimostrazione mettendosi con me a sfogliare le foto dell’album.
E’ stato incredibile.
Alla fine mi ha chiesto di sollecitare i ragazzi del Serafico a pregare per lui: “ne ho tanto bisogno”, mi ha detto.
Ancora una volta ho avuto l’impressione che questo straordinario uomo non perda mai occasione per insegnarci la relazione, l’ascolto, la prossimità. E’ come se con ogni persona riuscisse a fermare il tempo, dedicando tutta la sua attenzione e il suo cuore”.

SERAFICO
Il Serafico, fondato nel 1871, è un modello di eccellenza italiana ed internazionale nella riabilitazione, nella ricerca e nell’innovazione medico scientifica per i ragazzi con disabilità plurime. Convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale per trattamenti riabilitativi residenziali, semiresidenziali ed ambulatoriali, il Serafico accoglie e cura ogni giorno 150 pazienti, provenienti da tutto il territorio nazionale, per un totale di 10.895 trattamenti riabilitativi e 12.322 trattamenti educativi-occupazionali all’anno (dati 2015). In una superficie complessiva di circa 10.000 mq, posta su di un'area di 40.000 mq, sono disponibili 72 posti letto in regime residenziale, 20 posti letto in regime semi-residenziale, oltre ad un servizio ambulatoriale e di valutazione diagnostica-funzionale. Le persone al servizio degli utenti sono 267: 162 dipendenti, 6 collaboratori e 99 volontari, che mettono in campo non solo capacità e competenze, ma anche un “capitale di umanità” in grado di entrare in sintonia con i pazienti.

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