LuigiDeFich(ASI) Perugia. All'indomani degli attentati di Londra, la polizia postale dell'Umbria ha scovato una cellula terroristica di matrice Islamica. Seppur il gruppo sia stato scoperto a Milano, uno degli affiliati è residente a Perugia ed è proprio dal capoluogo umbro che è partita l'indagine.

Reclutare nuove leve era il loro principale obbiettivo, sia per organizzare atti terroristici sul suolo Italiano ed Europeo che da inviare in Siria o Iraq nuovi soldati. Due degli affiliati messi in carcere erano soliti muoversi anche in Germania. Proselitismo spinto tramite social anche per dare informazioni, istruzioni e ad eventuali lupi solitari decisi di immolarsi alla causa dell'estremismo islamico.

Come spiegato dal Questore di Perigia Francesco Messina - via Facebook abbiamo assistito a diversi cambiamenti delle loro abitudini. Prima hanno raccolto un buon numero di "interessati" - ognuno aveva oltre 500 amici virtuali - e poi hanno via via chiuso il profilo per non essere intercettati e dare inizio ad un indottrinamento mirato. Stiamo parlando di soggetti legati anche al mondo degli stupefacenti e irregolari sul territorio italiano. Il presunto leader del gruppo - fermato a Milano - si trova ora in carcere dato che deve scontare una condanna. Era lui a tenere i rapporti con l'estremista islamico tunisino residente a Perugia, irregolare e con diversi reati sulle spalle. Non possiamo fornire altri elementi dato che le indagini non sono concluse".

L'operazione condotta con successo dalla Polizia Postale dell'Umbria rientra in una strategia del Ministero degli Interni per cercare di prevenire gli effetti devastanti del terrorismo. Tramite la rete si cerca di identificare coloro addetti alla propaganda per arrivare a fermare prima dell'azione concreta "i lupi solitari" e i "soldati" addestrati nei campi dell'Isis.

A parlare è stato il Procuratore di Perugia Luigi De Ficchy, spiegando che la grande percentuale di residenti di origine marocchina e algerina a Perugia, soprattutto chi non ha ne lavoro ne residenza, sono i principali vittime del reclutamento dell'Isis. Il "lavaggio del cervello" avviene soprattutto nelle carceri, luogo dove non richiede l'uso dei social media e dei meccanismi che usa l'Isis per reclutare nuovi soldati, evitando così i controlli della polizia. Il procuratore ha anche dichiarato che ci vorranno nuovi modelli di investigazione per continuare a smantellare nuove cellule terroristiche, in quanto per evitare di essere scoperti, sfrutteranno nuovi sistemi senza usare il web.

Carlo Sampogna - Agenzia Stampa Italia


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