(UNWEB) Assisi. Stava scontando in regime di libertà vigilata la pena che gli era stata inflitta con rito abbreviato nel 2016, perché resosi responsabile del reato di atti persecutori nei confronti della propria ex fidanzata.
L’uomo, un giovane 26enne assisano, non riusciva infatti a farsi una ragione della fine della sua relazione con la donna verso la quale aveva così iniziato ad avere atteggiamenti ossessivi: continue telefonate, minacce di morte, estorsioni, danneggiamenti aggravati sino ad arrivare all’aggressione fisica a seguito della quale la ragazza aveva riportato la lesione delle vertebre dorsali.
A fermare le continue vessazioni fisiche e psicologiche subite dalla ragazza, erano intervenuti nel corso del tempo gli uomini del Commissariato P.S. Assisi i quali avevano proceduto all’arresto in stato di flagranza del giovane che, successivamente, era stato gravato dal provvedimento di divieto di avvicinamento alla giovane.
Ma il 26enne non aveva desistito dalla propria condotta, violando più volte la misura inflittagli.
Quest’ultima, pertanto, era stata convertita in misura cautelare prima in carcere e successivamente agli arresti domiciliari presso una comunità dalla quale usciva nel luglio scorso ma con l’applicazione della libertà vigilata.
Ma poco tempo dopo il giovane aveva ripreso le condotte moleste e persecutorie, interferendo nuovamente nella vita privata della sua vittima.
Cominciava a ricontattarla tramite piattaforme di social network e di messaggistica, con toni aggressivi e minacciosi, pretendendo di conoscere la sua attuali frequentazioni, incolpandola per quanto accaduto, minacciandola di compiere gesti eclatanti anche autolesionistici fino al desiderio ossessivo di riprendere la relazione interrotta.
La reiterata serie di aggressioni era culminata in un episodio violento nel mese di agosto allorché l’assisano riusciva ad incontrare la ex e, vedendosi opposto un rifiuto, la colpiva in volto con violenza.
La ragazza ormai esausta e temendo per la propria incolumità, prendeva nuovamente coraggio e si presentava al Commissariato di Assisi per raccontare quanto stava succedendo e sporgendo denuncia per i nuovi fatti.
Dopo qualche tempo, il ragazzo, nonostante la nuova diffida notificatagli dal Tribunale di Sorveglianza di non avere più contatti con la ragazza, incurante delle conseguenze a cui sarebbe potuto andare incontro, la ricontattava in modo ossessivo fino a farle 30 telefonate in un’ora.
Difronte all’ascesa incontrollata delle condotte di stalking, valutata la sua ininterrotta grave pericolosità sociale, il GIP di Perugia, vista l’urgenza di interrompere questa escalation di violenza aveva emesso nei confronti del 26enne ordinanza di misura cautelare in carcere che veniva eseguita dagli agenti di Assisi pochi giorni prima di Natale.