Il cardinale Bassetti ha compiuto il rito della Lavanda dei piedi ad anziani, lavoratori e giovani:
«Lavare i piedi non è un gesto: deve diventare, per noi cristiani, un modo di vivere»
(UMWEB) Perugia. «“Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima dalla mia passione”. Sono queste le parole di Gesù pronunciate all’inizio della sua ultima cena, prima di morire. Come sempre, ma ancor più in questa ora, di passaggio, Gesù vuole stare con i suoi, quelli di ieri e quelli di oggi, noi compresi». Così il cardinale Gualtiero Bassetti ha esordito nell’omelia della Messa in Coena Domini del Giovedì Santo (29 marzo), nella cattedrale di Perugia, compiendo il rito della Lavanda dei piedi a dodici persone: quattro anziani, quattro lavoratori e quattro giovani. Il cardinale, in mattinata, era stato in visita alla sezione femminile del Carcere di Capanne (Pg), dove aveva celebrato l’Eucaristia e compiuto la Lavande dei piedi a dodici detenute. Per tutte ha avuto parole di conforto e di incoraggiamento, restando colpito dalle mamme con i bambini, «piene di premura verso i loro piccoli – ha commentato il presule –. Sono donne sole con le loro creature, in carcere, e mi hanno fatto capire con il loro esempio umile, la tenerezza, la bontà di Dio nel chinarsi sui loro piccoli, come Dio si china su ciascuno di noi, che siamo tutti piccoli».
L’insegnamento della Lavanda dei piedi, del chinarsi verso gli altri più deboli, poveri e indifesi.
«Il mondo ti dice che sono gli altri che devono chinarsi davanti a te – ha proseguito il cardinale –, ma il Vangelo del Giovedì Santo ci dice il contrario. E’ un comando nuovo, un gran dono che stasera riceviamo. La Lavanda dei piedi, soprattutto per noi cristiani, non è solo un segno, ma è un esempio da seguire: lavarci i piedi gli uni gli altri, a partire dai più deboli, dai più poveri, dai più indifesi. Grazie Gesù per averci dato questo insegnamento. La vita vera non è quella di stare in piedi, sereni nel proprio orgoglio. La vita, secondo il Vangelo, è piegarsi sui fratelli e sulle sorelle che sono più deboli, sugli anziani, gli ammalati, i poveri. Questa via che viene dal Cielo, lasciatemelo dire, è così umana perché tutti abbiamo bisogno di affetto, di comprensione, di accoglienza e di aiuto. Tutti abbiamo bisogno che qualcuno si chini verso di noi e il Giovedì Santo è il culmine dell’amore di Dio, è il giorno in cui Gesù si china fino ai piedi dei suoi amici. Tutti siamo suoi amici, anche chi lo sta per tradire o per rinnegare».
I tre segni della Lavanda dei piedi: anziani, lavoratori e giovani.
Soffermandosi ancora sul significato della Lavanda, il cardinale ha detto: «lavare i piedi non è un gesto: deve diventare, per noi cristiani, un modo di vivere». Poi ha spiegato perché ha dedicato la Lavande dei piedi ad anziani, lavoratori e giovani, definendoli tre segni della Chiesa. «Ho scelto quattro anziani delle nostre case di carità, quali la Residenza protetta “Fontenuovo” e il “Villaggio Santa Caterina”. Gli anziani rappresentano la fragilità della vita e accanto a loro ho voluto quattro lavoratori, perché quante volte, durante questa Quaresima, andando nelle fabbriche, ho ripetuto che il pane è la vita della nostra gente. Togliere il pane è come togliere la vita. Quanto è importante il lavoro, perché il lavoro è sacro, viene da Dio ed è Lui che ci ha affidato la terra come un giardino da coltivare e da custodire. E come terzo segno ho voluto quattro giovani, il futuro dell’umanità e della Chiesa, la nostra vera speranza. Con questo gesto rivolto alle future generazioni, noi tutti questa sera ci impegniamo ad avere cura di loro».
Il cardinale Bassetti, concludendo l’omelia, ha sottolineato che «questi non sono segni a vuoto della Chiesa, perché richiamano la comunità cristiana al servizio, quello di avere cura delle persone, come gli anziani, i lavoratori, i giovani. A questi ultimi il Papa ha dedicato il prossimo Sinodo dei Vescovi e noi, in nome di Gesù, ci impegniamo a non tradire, a non deludere i sogni e le attese dei giovani».