Il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia è entrato a far parte del massimo organo di gestione dell’Associazione delle Fondazioni di origine bancaria e delle Casse di Risparmio
A Perugia si è tenuto un incontro a cui hanno preso parte gli esponenti delle Fondazioni dell’Umbria, delle Marche, dell’Abruzzo e del Lazio per fare un’analisi sul ruolo delle Fondazioni e sul loro contributo a sostegno del territorio
(UMWEB) Perugia, - Il Presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Perugia, Giampiero Bianconi, è stato nominato membro del Comitato esecutivo dell’Acri, l’associazione nazionale delle Fondazioni di origine bancaria e delle Casse di risparmio. Il Comitato, presieduto da Giuseppe Guzzetti, si compone di 8 membri ed è il massimo organo di gestione dell’associazione.
Anche in questa veste di respiro nazionale Bianconi ha inaugurato i lavori dell’incontro “Analisi del territorio programmazione e strategie delle Fondazioni” organizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, a cui hanno preso parte alcuni rappresentanti delle Fondazioni dell’Umbria, delle Marche, dell’Abruzzo e del Lazio per approfondire tematiche di comune interesse e modalità di condivisione di strumenti e competenze. All’incontro, moderato dal Segretario Generale Fabrizio Stazi, sono intervenuti il Direttore Generale dell’Acri, Giorgio Righetti, l’esperto in progettazione Giorgio Sordelli, i Direttori Generali delle Fondazioni di Modena e Cariverona, Luigi Benedetti e Giacomo Marino, che hanno parlato delle esperienze delle loro rispettive Fondazioni.
“L’obiettivo comune delle Fondazioni – ha detto Bianconi nel salutate i presenti – è il benessere delle nostre comunità. Dobbiamo quindi partire dall’ascolto e dall’analisi dei problemi per pianificare risposte adeguate. Uno degli strumenti principali è quello dei bandi, con i quali ci proponiamo di sostenere progetti in grado di accrescere il capitale sociale e umano dei nostri territori affinchè possano progredire e svilupparsi per rendersi indipendenti. Sono convinto che oggi più che mai le Fondazioni, alle prese con la scarsità di risorse finanziarie, debbano incrementare la collaborazione su iniziative comuni anche attraverso innovative forme di impiego del patrimonio, così da avere risultati di ampio respiro”.
Come più volte sottolineato anche da Giorgio Righetti, le Fondazioni non hanno un semplice scopo erogativo, ma hanno il dovere “di amministrare un patrimonio che va trasmesso alle generazioni future”. A partire da questo principio “agiscono per produrre attività sociali e sviluppo economico, ma è fondamentale – ha detto Righetti - valutare gli esiti di quanto è stato fatto, per valutarne l’efficacia e l’efficienza e per comunicarli alla comunità, nell’ottica della trasparenza e della responsabilità”. Occorre dunque operare seguendo “una visione, un’idea della comunità che si ha in mente per il futuro a cui agganciare la programmazione, così da incasellare le attività in modo coerente e le erogazioni in un disegno che abbia un impatto a lungo termine”.
Giorgio Sordelli si è soffermato sull’analisi dei cambiamenti che investono la società, a cui le Fondazioni non devono farsi trovare impreparate.
Come emerso anche dalle esperienze di Luigi Benedetti e Giacomo Marino, la mission delle Fondazioni è sempre più improntata all’ascolto del proprio territorio, per condividere con la comunità gli obiettivi su cui impostare la propria programmazione privilegiando la costruzione di reti tra soggetti per amplificare gli sforzi, facilitare le sperimentazioni e stimolare processi innovativi.