valentina Bonaca da sito zero sprechi net(UMWEB) MAGIONE   No a inceneritori, rafforzare il porta a porta, lavorare maggiormente sul settore della comunicazione anche sul processo di riciclo dei materiali che vengono differenziati. In merito al problema dei rifiuti Valentina Bonaca, referente del comitato regionale Zero Waste, neoeletta presidente del comitato dell’Osservatorio rifiuti zero del Trasimeno recentemente costituitosi ha le idee molto chiare.

«È consapevolezza di tutti – spiega – che il problema dei rifiuti è prioritario ma purtroppo nonostante l’impegno delle amministrazioni lacustri siamo ancora, in molti comuni, lontani da quella percentuale di raccolta differenziata che secondo la legge dovrebbe essere raggiunta. Il valore di questo Osservatorio è che finalmente tutti i soggetti – Comuni, associazioni del territorio e ambientaliste, gestore degli impianti – impegnati nella gestione o nel controllo del processo di raccolta e smaltimento dei rifiuti, si possono confrontare richiedendo anche pareri ad enti specifici quali Auri, Tsa, Arpa». «Un’azione di grande valore – prosegue -, basti pensare che in Umbria si è tentato di fare qualcosa del genere in altre realtà ma con scarso successo. Per questo credo che questo possa essere veramente una strada nuova che può fare da esempio ad altre realtà».

Sul merito di come gestire il processo di smaltimento dei rifiuti dichiara: «Non è accettabile, e lo contrasteremo in tutti i modi, non solo pensare ad un inceneritore che aumenta il rischio di inquinamento con l’immissione in area di sostanze tossiche; ma riteniamo non percorribile neanche la strada di utilizzare quelli che vengono definiti “combustibili solidi secondari” nel ciclo di produzione del cemento ritenendo anche questo causa si emissioni nocive nell’atmosfera». «L’unica strada – fa sapere Valentina Bonaca – è l’impegno di tutti per una politica di gestione che operi nella prevenzione della produzione del rifiuto, in un’azione capillare per educare i cittadini ad effettuare la raccolta differenziata e puntare sul concetto che il rifiuto può essere fonte di guadagno se adeguatamente riciclato e riutilizzato».

E per realizzare in pratica l’obiettivo la presidente cita i dieci passi verso “rifiuti zero” «si tratta di buone pratiche – fa sapere – che richiedono un forte coinvolgimento della comunità (diffusione del compostaggio domestico, riduzione dell’uso di plastiche, corretta differenziazione dei rifiuti) e qui entra i gioco una campagna di comunicazione efficiente; delle amministrazioni che devono rafforzare la raccolta “porta a porta” e premiare i comportamenti virtuosi con l’introduzione di sistemi di tariffazione che facciano pagare le utenze sulla base della produzione effettiva di rifiuti non riciclabili da raccogliere; le imprese, con la diminuzione degli imballaggi non riciclabili e la promozione di buone pratiche di acquisto produzione e consumo». «A questo – conclude – sono da aggiungere la realizzazione di un impianto di compostaggio, visto che ci muoviamo in territori prevalentemente rurali, e l’incentivazione della ricerca per consentire sempre di più la chiusura del ciclo del rifiuto attraverso il suo riutilizzo».


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