(UNWEB) Promuovere insieme un territorio attraverso un vino storico. Questo il senso dell'iniziativa svoltasi alla Sala della Vaccara a Perugia. Il territorio è quello di Narni-Otricoli, il vino è il ciliegiolo. I promotori sono le cantine Santo Iolo, della famiglia Ducoli; Calispone di Mario Enrico Giovanelli Eder; La Madeleine di Massimo e Linda D’Alema. Si, proprio lui, il "leader Maximo" della sinistra italiana, uscito dal Pd sbattendo la porta in faccia a Renzi con l'accusa di aver ridotto ai minimi termini il primo partito italiano. Non si è parlato di politica, però, a Perugia, ma solo del vino che le tre aziende, tutte insediate nel territorio di produzione del ciliegiolo, promuovono mettendo insieme le proprie esperienze, "senza inutili contrapoosizioni", come ha sottolineato D'Alema. Il vitigno autoctono del ciliegiolo è già citato in documenti risalenti al tredicesimo secolo e si sviluppa su un territorio calcareo particolare, originato da depositi fossili marini risalenti a milioni di anni. Sotto l'egida della Fondazione Italiana Sommelier, guidata da Ombretta Uboldi, presidente della delegazione umbra, l'incontro si è svolto come una degustazione nella quale sono stati assaggiati due vini per ogni cantina. Con Uboldi, i Sommelier erano rappresentativa anche dal delegato del Veneto, Filippo Busato e da Marina Righini, fiduciario di Perugia. Massimo D'Alema ha spiegato che il senso dell'iniziativa è stato quello di promuovere un territorio unico per caratteristiche geologiche e vocazione vitivinicola nel quadro della più generale offerta di eccellenze dell'Umbria. E di farlo senza pensare a dimensioni industriali della produzione, ma semplicemente facendo al meglio quello che le tre aziende sanno fare. Strategia p confermata dalle altre due cantine, puntando alla qualità tramite la bassa resa per ettaro e alla vicinanza dei vigneti alla cantina di produzione. Ciò che candida il ciliegiolo ad entrare nel ristretto cerchio dei grandi vini italiani.