Il cardinale Gualtiero Bassetti: «Dobbiamo accogliere e applicare il richiamo del Papa per formare nuove generazioni di sposi santi, fedeli, convinti della loro vocazione matrimoniale»
(UMWEB) Perugia. E’ stato inaugurato il 26 febbraio, nella sala del Dottorato delle Logge della cattedrale di San Lorenzo di Perugia, l’Anno giudiziario 2019 del Tribunale ecclesiastico interdiocesano umbro (Teiu). Sono Intervenuti il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente della Cei e moderatore del Teiu, mons. Giuseppe Bonfrate, docente presso la Pontificia Università Gregoriana, che ha tenuto la prolusione sull’esortazione apostolica Amoris Leatitia, e padre Cristoforo Pawlik, vicario giudiziale. Quest’ultimo ha relazionato sull’attività 2018 del Teiu, «frutto di un impegno corale del Collegio dei giudici, dei collaboratori e di tutti gli operatori della giustizia canonica», ha detto padre Pawlik nel sottolineare che si è trattato di un «impegno unanime e fattivo per rispondere al meglio alle attese dei Pastori e dei fedeli che si sono avvicinati al ministero di giustizia del nostro Tribunale». Queste persone si rivolgono al Teiu, ha proseguito il vicario giudiziale, per «poter ottenere la giustizia e la verità sul loro matrimonio, hanno fiducia nel nostro operato perché non si sentono sotto l’esame dell’“inquisitore insensibile”, ma ascoltate, accolte e messe a loro agio, rasserenate, capite e benvolute. Chi opera nel nostro Tribunale lo fa con “cuore nuovo”, aperto, pronto ad immergersi nella “miseria” umana, senza scandalizzarsi, senza pregiudizi, affinché si scorga il cuore di Madre Chiesa che ama e soccorre tutti i suoi figli».
A precedere la relazione del vicario giudiziale è stato l’intervento di saluto del cardinale Bassetti incentrato sia su alcuni passaggi dell’esortazione apostolica di papa Francesco Amoris Leatitia che sul discorso dello stesso pontefice al Tribunale della Rota Romana tenuto il 29 gennaio scorso, appena tornato dalla GMG di Panama. Il cardinale, prendendo spunto da questi due documenti, ha ricordato l’impegno della Chiesa «nella cura pastorale costante e permanente per il bene del matrimonio e della famiglia». In concreto: «l’accostamento alla Parola di Dio, specialmente mediante la lectio divina; gli incontri di catechesi; il coinvolgimento nella celebrazione dei Sacramenti, soprattutto l’Eucaristia; il colloquio e la direzione spirituale; la partecipazione ai gruppi familiari e di servizio caritativo. Dobbiamo accogliere e applicare il richiamo del Papa per formare nuove generazioni di sposi santi, fedeli, convinti della loro vocazione matrimoniale, “pronti sempre a rispondere a chiunque gli domandi ragione della speranza che è in loro” (1 Pt, 3, 15)».
La gratitudine e la riconoscenza al Teiu del cardinale Bassetti.
Il cardinale, avviandosi alla conclusione, ha espresso gratitudine e riconoscenza al Teiu. «Non si tratta solo di parole di convenienza – ha detto Bassetti –, come potrebbe apparire dalla particolarità di questa cerimonia. Vorrei rinnovare tutta la stima, mia e dei Vescovi umbri, per il lavoro quotidiano che viene svolto nel nostro Tribunale, non solo per l’accuratezza nell’applicare le norme dell’ordinamento canonico e nella fedeltà alla verità, come si può evincere anche dai dati che avremo modo di analizzare in questa giornata. Mi preme mettere in luce ciò che non appare immediatamente, ma che rende possibile il conseguimento dei risultati di questi anni. Rinnovo così la piena fiducia al vicario giudiziale e ai suoi più stretti collaboratori: giudici, cancelliere, difensori del Vincolo, patroni stabili, periti e personale dipendente, perché hanno lavorato con impegno, applicando con la giusta fermezza la legge canonica, sempre esprimendo l’evangelica carità alle persone coinvolte, hanno sempre saputo ascoltare e riconoscere i drammi che tanti cuori feriti vengono a sottoporre al giudizio della Chiesa. Sono queste le persone che rendono il nostro Tribunale degno di stima e di fiducia».
La giustizia ecclesiale un servizio “in uscita” di una “Chiesa in uscita”.
Il vicario giudiziale padre Pawlik ha snocciolato i dati che sintetizzano l’attività annuale del Teiu da cui si evince, come lo stesso religioso ha relazionato, «l’incremento dei procedimenti decisi e un lieve calo delle cause introdotte dovuto all’avvicendamento di un patrono stabile». Questi due aspetti, «rappresentano la risposta più evidente alla sfida lanciata dalla vigente nuova normativa canonica, ma è stato anche il frutto di un impegno di sensibilizzazione capillare realizzato nel corso dello scorso anno. L’informazione e la formazione rappresentano lo strumento più idoneo alla conoscenza della dimensione giudiziale della Chiesa. Grazie anche all’intervento di parroci e sacerdoti, che informano e incoraggiano i fedeli a verificare la propria situazione matrimoniale presso il nostro Tribunale, talune diffidenze e incomprensioni, che per anni hanno accompagnato la vita dei tribunali ecclesiastici, come l’eccessiva lunghezza dei processi e la questione degli oneri economici esagerati, iniziano lentamente ad essere ridimensionate». Grazie a questo «rapporto fondamentale con i sacerdoti, ancora da migliorare», ha sottolineato padre Pawlik, «si esprime al meglio la natura pastorale del servizio giudiziale, che sempre più assume la forma di un servizio “in uscita”. Anche gli operatori della giustizia ecclesiale si sentono, ormai, a pieno titolo, protagonisti di una “Chiesa in uscita”».
Le “cifre” dell’attività 2018 del Teiu.
Il vicario giudiziale, nel riferire sull’attività 2018 del Tribunale ecclesiastico interdiocesano umbro di prima istanza, competente per le cause di nullità matrimoniale per le Archidiocesi e Diocesi dell’Umbria, ha evidenziato che le cause pendenti al 31 dicembre 2017 erano 94 e quelle introdotte nell’ultimo anno 95, una super rato e nessun breviore. Sempre nel 2018 sono state trattate 189 cause di cui quelle concluse 111 (110 con sentenza affermativa, nessuna con sentenza negativa, una è andata perenta). Al 31 dicembre scorso risultavano pendenti 78 cause e nessuna richiesta di dispensa super rato, di cui 8 prossime alla sentenza, 12 in fase dibattimentale, 30 giacenti presso i periti, 27 in fase di istruttoria e una sospesa. Tra i principali capi di nullità quelli per “incapacità ex can 1095 n. 2” (59 casi) e per “incapacità ex can 1095 n. 2 e n. 3 (58 casi). La maggior parte delle cause concluse nel 2018 sono durate da sei a un anno (73 casi), da un anno a un anno e mezzo (34 casi) e quattro meno di sei mesi. «Tempi di durata brevi», ha commentato padre Pawlik, il cui merito va anche all’attività dei “patroni” sia “stabili” (avvocati messi a disposizione gratuitamente dal Teiu) sia “esterni” (scelti dalle parti tra gli avvocati ecclesiastici con onorari da un minimo di euro 1.575,00 a un massimo di euro 2.992,00). I patroni stabili sono stati scelti per 84 delle cause introdotte nel 2018, mentre appena 9 hanno riguardato i patroni esterni e una con patrocinio ex officio. Questi dati, ha rilevato padre Pawlik, «confermano la gravità della crisi economica che continua a gravare sulle persone, molte delle quali non avrebbero avuto la possibilità di ricorrere agli avvocati ecclesiastici (esterni) e senza l’assistenza del patrono stabile non avrebbero potuto conoscere la verità sul loro matrimonio». Altri dati significativi sono la presenza di figli nelle 111 cause concluse nel 2018, riguardanti ben 64 casi, le fasce di età delle parti “attrice” e “convenuta” (per entrambe quella centrale, dai 41 ai 50 anni, è la maggiore rispettivamente con 49 e 46 casi) e le professioni delle parti (al primo posto gli impiegati e a seguire gli operai, i liberi professionisti, i commercianti e artigiani, gli insegnanti e i non occupati). Le cause completate nel 2018 provengono dalle otto Diocesi umbre: Perugia, 42 cause; Terni 12; Spoleto 13; Assisi 14; Città di Castello 7; Orvieto 8; Gubbio 5; Foligno 10.