(UNWEB) Perugia. «La Carità è fantasia, è inventiva, perché è amore». L’ha evidenziato il cardinale Gualtiero Bassetti alla “festa dei volontari” del “Villaggio della Carità” e dell’Emporio della Solidarietà “Tabgha” di Perugia, nel pomeriggio del 9 settembre, una festa “speciale” per celebrare i primi cinque anni di attività di queste due opere segno della Caritas diocesana avviate nel 2014 per volontà dello stesso cardinale seguito nell’“impresa” da parroci, diaconi e non pochi fedeli, diversi dei quali divenuti volontari delle due strutture. Ai primi di loro il presule e il direttore della Caritas diocesana, il diacono Giancarlo Pecetti, hanno consegnato delle targhe ricordo per l’opera da loro svolta.
La Carità, sempre alla ricerca di forme nuove di povertà.
A tutti i volontari (una sesantina con familiari e amici) il cardinale ha rivolto queste parole: «Mi fa piacere vedere che chi è impegnato soprattutto in questo settore, ma dovrebbe essere così anche per tutti gli altri, incarna la dimensione fondamentale della vita, perché alla fine tutto sparirà e rimane soltanto quel briciolo o quel cumulo grande di amore che abbiamo saputo mettere insieme. La Carità è sempre alla ricerca di forme nuove per affrontare le nuove povertà che continuamente si presentano ai nostri occhi».
Donare un paio di scarpe... C’è più gioia nel dare che nel ricevere.
Il cardinale ha voluto raccontare un recente episodio di «elemosina evangelica», per richiamare anche la sua importanza nella società odierna, che ha visto protagonista un uomo senza fissa dimora entrato in episcopio per incontrare il cardinale. «Quell’uomo – ha raccontato Bassetti – era senza scarpe perché, dormendo all’aperto, gliele avevano portate via facendogli un dispetto. Io, che ricevo in dono anche delle scarpe, alcune davvero belle e che non indosso, non ho esitato a darne un paio a questa persona. Io ho ringraziato il Signore per avermi fatto intuire ciò che potevo fare in quel momento per quell’uomo. La carità – ha ribadito il cardinale – è fantasia e non bisogna fossilizzarsi mai sulle cose materiali, perché c’è più gioia nel dare che nel ricevere».
Prima di prendere la parola il cardinale, il direttore Pecetti ha relazionato su quanto è stato fatto nei primi cinque anni di attività presso il “Villaggio della Carità”, elencando servizi e snocciolando dati a testimonianza di quanta gente si trova in difficoltà. La Caritas promuove diverse iniziative per alleviare le sofferenze anche di tante famiglie, come quella della raccolta e distribuzione dei farmaci «fatte per amore verso i poveri che stanno al cospetto di Dio», ha evidenziato il cardinale nel sottolineare che la relazione del diacono Pecetti è stata redatta con «molta competenza e chiarezza».
Attività e servizi del “Villaggio”.
Nell’ultimo anno sono state ospitate al “Villaggio” quindici famiglie mettendo loro a disposizione 50 posti letto, mentre i nuclei familiari fruitori dei servizi dell’Emporio “Tabgha” sono stati 450, acconti e serviti da 60 volontari. Nel complesso gli attuali quattro Empori della Solidarietà (tre attivati dopo l’esperienza positiva del “Tabgha” nelle zone più densamente popolate dell’Archidiocesi: San Sisto, Ponte San Giovanni e Marsciano) sono animati da 160 volontari che accolgono 1.200 famiglie, distribuendo loro 300 tonnellate di generi alimentari, prodotti per l’igiene e per l’infanzia, materiale scolastico e indumenti nuovi. Al “Villaggio della Carità” è ubicata la prima opera segno diocesana, il Centro di Ascolto, definito dal direttore Pecetti «il cuore della Caritas», dove nell’ultimo anno si sono recate 1.658 persone. «I quattro verbi importanti nella relazione – ha evidenziato Pecetti – sono: accogliere, ascoltare, conoscere e discernere, che cogliamo nell’Inno alla Carità di san Paolo». Dal 2014 ad oggi al “Villaggio della Carità” sono sorte diverse attività la tra le quali il Recupero sprechi alimentari, il Progetto Europeo con il Dipartimento di Ingegneria e biotecnologie dell’Università di Perugia per lo smaltimento dei rifiuti a biogas e la distribuzione delle eccedenze agli Empori, il Consultorio medico-Poliambulatorio, la Raccolta farmaci (in 4 mesi raccolti 1.200 medicinali e distribuiti 500), gli Osservatori diocesani della povertà e dell’inclusione sociale e sull’Etica del lavoro e dell’impresa e tra i progetti portati avanti quelli di “Sosteniamo il lavoro”, per l’Accoglienza dei richiedenti protezione umanitaria, per i profughi che giungono in Italia attraverso i Corridoi umanitari promossi da Caritas italiana e Comunità di Sant’Egidio con la collaborazione del Governo e di Protocollo d’intesa con i Servizi sociali comunali per persone con particolari problematiche.
Il “Villaggio della Carità”, un’antenna, un ripetitore di amore.
«Le parole più belle da dire sono i fatti che in questo “Villaggio” si compiono – ha commentato padre Matteo Siro, ministro provinciale del Frati Cappuccini dell’Umbria che cinque anni fa diedero in comodato d’uso gratuito l’edificio dove oggi sorge il “Villaggio” –. Questa casa, nata con dei fini analoghi e per lungo tempo ha servito diverse tipologie di poveri, oggi fa rifiorire in maniera unica la sua storia e noi siamo molto contenti nel sapere che è diventata un’antenna, un ripetitore di amore. Le cose che fate e il cuore che ci mettete sono la conferma migliore che tutto ciò è realtà. L’Inno alla Carità di san Paolo che ci avete fatto rileggere è una lama tagliente e la Parola di Dio è una lama a doppio taglio che ti arriva fino al fondo del cuore e davanti a certe parole siamo quasi messi al muro. Queste parole ci ricordano la cosa fondamentale, perché possiamo fare tante cose, industriarci in tante operazioni, ma il motore rimane l’amore e senza quello saremo nulla».