Da sinistra Raffaele Nevi Simone Carboni Marco Caprai Giorgio Leti Acciaro 3Nell'incontro promosso da Confagricoltura Umbria i dati e le prospettive per il settore
La zootecnia è 43% della Plv dell'agricoltura umbra. Dal 2000 al 2010 perse 5mila aziende

(ASI) – Perugia, – "Grazie al nuovo Piano zootecnico regionale dell'Umbria, finalmente gli allevatori potranno programmare i loro investimenti nel lungo periodo, credere in questo settore e rafforzare le loro imprese". Sono state queste le parole di compiacimento con cui Marco Caprai, presidente di Confagricoltura Umbria, ha aperto l'incontro dal titolo 'La programmazione agricola 2014-2020, uno degli strumenti d'attuazione del piano zootecnico regionale', che si è svolto alle cantine Bellucci di Perugia, lunedì 4 maggio. Al focus, organizzato dalla stessa Confagricoltura Umbria, sono intervenuti, inoltre, Simone Carboni, presidente della sezione territoriale di Perugia dell'associazione di categoria, Raffaele Nevi, membro della seconda Commissione consiliare Attività economiche e governo del territorio della Regione Umbria, Giorgio Leti Acciaro e Luca Barberini, rispettivamente funzionario e consigliere regionali. "La zootecnia – ha aggiunto Caprai – rappresenta il 'circuito idraulico' dell'agricoltura. È un settore fondamentale per tutto il sistema che, però, in passato ha avuto grossi problemi relativi a tempi di programmazione troppo brevi, con una normativa continuamente sottoposta a revisione che non permetteva di fare impresa. Con l'approvazione bipartisan del piano, da parte del Consiglio regionale, possiamo ora iniziare a guardare avanti".
E i numeri dell'ultimo censimento generale dell'agricoltura confermano le parole di Caprai. Nonostante si sia passati dalle 11.527 aziende zootecniche del 2000 alle 5.009 del 2010, con un decremento quindi del 56 per cento, il settore rappresenta ancora oggi il 43 per cento della Produzione lorda vendibile (Plv) di tutta l'agricoltura umbra. "Il comparto – ha spiegato Leti Acciaro – permane in situazione di crisi da alcuni decenni. Con il Piano approvato nel luglio dello scorso anno, agganciato fortemente al nuovo Programma di sviluppo rurale 2014-2020, le aziende zootecniche potranno però ora beneficiare di molte delle misure per lo sviluppo e l'aumento della competitività previste dal Psr. Da quelle riguardanti l'adeguamento strutturale, al provvedimento sulle indennità compensative, del 30 per cento superiori rispetto a quelle previste per altre tipologie d'attività, fino alle misure relative ad assistenza tecnica, tutoraggio e formazione". Previsti anche interventi relativi al benessere animale. Ai due già presenti nella passata programmazione, che interessavano l'allevamento di suini allo stato brado e bovini da latte linea vacca-vitello, se ne aggiunge ora un altro che interviene con premi agli allevatori che investiranno dal punto di vista sanitario, strutturale e di management. Il Pzr traccia inoltre tutta una serie di politiche da perseguire, per far fronte a un mercato sempre più globale, che vanno dalla riconoscibilità e qualità del prodotto, al lavoro di filiera, dalla sostenibilità ambientale all'innovazione tecnologica. "Da poco – ha portato l'esempio Caprai – sono state abolite le quote latte. Ciò sta rendendo più difficile, per gli allevatori umbri, proseguire a produrre latte con i prezzi che il mercato sta offrendo. È necessario perciò integrare le attività tradizionali con delle nuove di sostegno, come il biogas, che consentano ancora la sostenibilità economica dell'attività zootecnica".


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