incontro nazionale sugli empori caritas 1(ASI) Perugia. L'ultima forma di aiuto-sostegno umano e materiale alle persone in difficoltà, alquanto innovativa per certi aspetti pastorali e pedagogici, è l'Emporio della Carità. Si tratta di un'esperienza che, a partire dagli anni 2006-2007, quindi prima della grave crisi economica, si sta diffondendo sempre più tra le 220 Caritas diocesane d'Italia. Basti pensare che attualmente sono oltre 50 le Caritas in cui è attivo almeno un Emporio.

In Umbria, lo ricordiamo, le Caritas diocesane che l'hanno realizzato sono quelle di Città di Castello, Foligno, Perugia e Terni. A breve la Caritas di Assisi aprirà il suo Emporio, mentre quella di Perugia sta pensando di attivarne altri due nelle zone periferiche e a più alta densità demografica. Anche la Caritas di Spoleto è impegnata a portare a compimento il progetto dell'Emporio entro un anno, come opera segno del Giubileo Straordinario della Misericordia indetto da papa Francesco.

Proprio a Roma, che si appresta a vivere da "protagonista" questo evento giubilare straordinario, si è svolto, nella giornata del 13 maggio, il primo incontro nazionale di confronto sugli Empori promosso dalla Caritas italiana, che ha visto la partecipazione di un centinaio di operatori e volontari giunti da tutt'Italia. Dall'Umbria erano presenti le Caritas diocesane di Perugia, Terni, Foligno e Spoleto con i propri direttori o con i responsabili degli Empori. Un incontro, commentano gli umbri, molto proficuo e incoraggiante, che ha dato l'opportunità di conoscere altre esperienze presenti un po' su tutta la Penisola. E' fondamentale in quest'ambito di servizio avere un confronto operativo-strategico e pastorale per evitare di «cadere nell'autoreferenzialità». L'auspicio è quello di poter dar vita a breve ad un "coordinamento nazionale degli Empori diocesani", promosso dalla stessa Caritas italiana, per migliorare il servizio dell'Emporio che non è un fine, bensì «uno strumento finalizzato all'uscita dallo stato del bisogno». L'Emporio stesso va vissuto come «uno spazio di accoglienza in cui l'ospite viene accompagnato in un percorso verso l'autonomia e non di mera assistenza alla persona/famiglia in disagio». Con l'Emporio si supera anche il concetto dell'aiuto alimentare limitato alla distribuzione del "pacco viveri", dando più dignità alle persone in difficoltà nel momento in cui hanno l'opportunità di scegliere i prodotti, come se stessero facendo la spesa in un supermercato.

Inoltre, è emerso dall'incontro che l'Emporio crea un maggiore coinvolgimento degli altri Uffici diocesani operanti nel sociale, dando vita a una rete animata da volontari ben motivati e formati. La realtà degli Empori favorisce anche il coinvolgimento di diversi soggetti territoriali sia pubblici che imprenditoriali. Gli Empori organizzano anche corsi di formazione per i fruitori e per gli operatori, oltre a diventare sempre più spesso punti di riferimento didattico-educativo per le scuole.

L'esperienza dell'Emporio della Caritas perugina ha contribuito alla giornata romana ponendo l'accento su temi riguardanti la semplificazione delle procedure burocratiche legate all'apertura e alla gestione degli Empori. Da un punto di vista operativo, dare la possibilità di snellire l'iter per il recupero e la successiva distribuzione dei generi alimentari invenduti. Nello specifico, la Caritas di Perugia ha fatto riferimento ai prodotti da forno come il pane, per il quale attualmente sono presenti delle difficoltà per il suo recupero.

Proprio su questo delicato aspetto è stato annunciato, durante l'incontro, il varo di un manuale di corretta prassi igienica e sicurezza degli alimenti gestiti dalle organizzazioni caritative ai fini di solidarietà sociale. Questo manuale, che sarà ultimato entro la fine di maggio e poi presentato al Ministero della Salute per la sua "validazione", è redatto dalla Fondazione Banco Alimentare e dalla Caritas italiana per supplire al «vuoto normativo nazionale» sul recupero e distribuzione gratuita degli alimenti. A tutt'oggi, come la stessa Caritas di Perugia ha evidenziato, per aprire un Emporio occorre seguire in gran parte l'iter burocratico per l'apertura di una comune attività commerciale.

Dai vari interventi è emerso anche che la gran parte dei prodotti presenti negli Empori riguardano generi alimentari a breve e a lunga scadenza e per l'igiene personale e della casa. Le modalità di accesso agli Empori variano da Caritas a Caritas, ma nella maggioranza dei casi avviene con il rilascio di una tessera a punti da scalare nell'arco di 6-12 mesi a singoli o a nuclei familiari in difficoltà economiche segnalati dai Centri di Ascolto diocesani o parrocchiali e in diverse Diocesi anche dai Servizi sociali degli Enti pubblici territoriali.


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