(ASI) Perugia. L’Università di Perugia ha ottenuto il secondo posto nel "FERRERO HAZELNUT AWARD CONTEST", riconoscimento che mira a finanziare e migliorare la ricerca e l'innovazione nel settore delle nocciole in tutti i suoi aspetti. La proclamazione dei vincitori si è svolta a EXPO Milano 2015, fra i tre finalisti selezionati (su un totale di 46) e valutati da una commissione scientifica indipendente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, coordinata dal professor Lorenzo Morelli, Presidente della Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali.
Il progetto proposto dall’Università di Perugia - Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari, Ambientali, dal titolo "New cultivation system for more profitable and sustainable Hazelnut growing" (“Nuovi sistemi di coltivazione per una corilicoltura produttiva e sostenibile” (acronimo HAZELNUT GROWING 2.0) , è stato messo a punto dai dottori Daniela Farinelli e Sergio Tombesi, nella loro attività di ricerca.
Il primo premio di 150.000 euro è stato vinto dall’Instituto de Investigaciones Agropecuarias, INIA Carillanca, Cile (dott. Miguel Ellena), con il progetto "Improvement hazelnut production incorporating novel technologies for the most important world production areas". Secondo l’Ateneo di Perugia (che ha avuto 5.000 euro) mentre il terzo posto è andato all’Institut de Recerca i Tecnologias Agroalimentàries, Torre Marimon, Caldes de Montbui, Spagna (dott.ssa Mercé Rovira) in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) dell'Università degli Studi di Torino (prof. Roberto Botta) e con il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (SAF) dell'Università degli Studi di Palermo (Italia) (prof.ssa Maria Antonietta Germanà) , con il progetto "Developing a modern hazelnut industry by innovative crop technology and plant material", che ha ricevuto 5.000 euro.
Il premio lanciato da Ferrero Hazelnut Company ha lo scopo di sviluppare su scala globale il settore corilicolo, ponendosi come attore di riferimento per l'innovazione, le buone pratiche agricole e la sostenibilità territoriale". Hanno partecipato dottorandi e ricercatori di
università, istituti di ricerca e di formazione no profit di tutto il mondo, presentando progetti
relativi al miglioramento, all'innovazione, alla sostenibilità e a nuove strategie per lo coltivazione delle nocciole.
“Un riconoscimento importante - sottolineano i ricercatori perugini Farinelli e Tombesi - considerando che l’Umbria non è una regione in cui si coltiva nocciolo su larga scala. Tale situazione non è dovuta a cause tecniche, come dimostra il fatto che presso i laboratori didattici–sperimentali del DSA3 il nocciolo viene studiato da decenni e i ricercatori hanno ottenuto 6 nuove varietà di nocciolo, tra le quali la Tonda Francescana con brevetto europeo”.
Il progetto dell’Ateneo di Perugia nasce dalla considerazione che in Turchia, primo paese produttore al mondo di nocciole, seguito a distanza dall’Italia, la coltivazione del nocciolo è attuata con costosi sistemi tradizionali che non riescono a far fronte alla sempre crescente la domanda di nocciole da parte dell’industrie dolciarie. Inoltre, negli ultimi anni è in forte aumento la richiesta di nocciole “salubri” cioè con un basso contenuto in aflatossine, e prodotte con sistemi “sostenibili”, sia dal punto di vista etico che ambientale, per rispondere sia agli standard commerciali internazionali che a quelli qualitativi.