cena delle farfalle 2Emanuela Boccio, i fatti di Perugia potevano condizionare la serata ma le operatrici del Centro Antiviolenza hanno saputo veicolare al meglio il loro messaggio

(ASI) Corciano. "L'ennesimo femminicidio avvenuto a Perugia, per una macabra coincidenza proprio nella Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, è purtroppo uno dei tanti segnali che mostrano quanto le azioni concrete vadano incrementate, supportate e diffuse. L'impegno su questi temi non deve arrestarsi, dagli interventi legislativi a quelli ‘dal basso’, affinché, prima che di violenza, purtroppo, si debba morire, le vittime, adeguatamente supportate, trovino in se stesse la determinazione per sfuggire a queste situazioni". A dirlo Emanuela Boccio, Consigliera con delega alle Pari Opportunità e capogruppo del PD al Comune di Corciano, organizzatrice della cena di raccolta fondi per il Centro Antiviolenza di Perugia, tenutasi il 25 novembre al Circolo di Castelvieto. “Debbo ammettere che l’avvio è stato pesante – racconta – perché incontrarsi a poche ore dai tragici eventi del capoluogo per una situazione lieta, ovviamente, era difficile, ma ciò ha dato ai nostri ospiti ancora più determinazione per veicolare il loro messaggio”. Durante la cena, infatti, aperta dai saluti del Sindaco, Cristian Betti, la Vicepresidente dell’associazione Liberamente, che gestisce il centro antiviolenza di Perugia e due operatrici, Giulia e Paola, hanno spiegato ai circa 90 convenuti come ed in quale contesto operano quotidianamente. I Centri antiviolenza devono saper ricostruire un rapporto di fiducia con le donne che vi ricorrono, per lo più con situazioni difficilissime alle spalle e spesso insieme ai loro bambini, per questo sono fondamentali le figure che sostengono il percorso di uscita dalla violenza. Dalle avvocate agli psicologi, dagli operatori che ricevono richieste di aiuto al telefono o al front office, tutti debbono essere capaci di intervenire nel momento più difficile, quello in cui le vittime decidono di uscire dal tunnel della violenza. Distribuiti, pertanto, depliants e riferimenti del Centro, affinchè ogni partecipante potesse sentirsi chiamato a prendere consapevolezza del problema e, per quanto possibile, consegnarli a persone in difficoltà “per trasmettere loro – evidenzia ancora Boccio - il messaggio che esistono modi e possibilità di recuperare la propria dignità, il rispetto per se stesse e il diritto all’autodeterminazione che sempre più spesso uomini violenti e paranoici, cercano di toglierci”. Nel ringraziare gli sponsors, che hanno regalato il cibo (Fior di Sfoglia, Salumi Cornicchia, Cantine Goretti, Macelleria dell’Allevatore), nonché la Lega dello SPI CGIL, la ditta Metal Majora SRL e la Vis di Simona Trentini che hanno sostenuto economicamente l’iniziativa, la Consigliera conclude che “questo percorso ha consentito di massimizzare il ricavato da devolvere al Centro Antiviolenza di Perugia”.

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