chiesa ospedale s. m. della misericordiaaffresco centrale Il cardinale Bassetti: «Abbiamo varcato la “porta della sofferenza”, ma anche la “porta della speranza e della misericordia” del Signore... Non v’è luogo più specifico di un Ospedale, (forse insieme al carcere), dove tutta la fragilità umana si manifesta concretamente»

(ASI) Perugia. Nel pomeriggio del 22 dicembre il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti apre la Porta Santa della chiesa dell’Ospedale regionale “Santa Maria della Misericordia” in Perugia alla presenza di numerosi fedeli tra malati e loro familiari, operatori sanitari e volontari. Il porporato, nell’omelia (il cui testo integrale è pubblicato nel sito www.diocesi.perugia.it), esordisce dicendo: «Abbiamo varcato la “porta giubilare”, che in questo caso possiamo definire “porta della sofferenza”, ma anche “porta della speranza e della misericordia” del Signore, verso coloro che sono nel dolore. Ogni giorno, in questa grande struttura ospedaliera convivono migliaia di persone: medici, malati, infermieri, familiari, amici e visitatori. Un intero popolo accumunato dal tema del dolore, che tutti tocca da vicino. È a questo popolo che stasera desidero rivolgere un parola di speranza di consolazione. Lo faccio con le parole di Papa Francesco, che indicendo il Giubileo straordinario della Misericordia ha voluto lanciare un appello a tutta l’umanità, perché, al di là delle tragedie umane, trovi la speranza di un mondo muovo, costruito dall’Amore di Dio, ma anche dalla fatica generosa di ogni persona di buona volontà. “Misericordia – ci ricorda Papa Francesco – è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro. Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato” (MV, 2). Misericordia è la parola che dà concretezza alla nostra aspirazione al bene e alla gioia profonda».

«Mentre ci avviciniamo al Natale – ricorda il cardinale –, la liturgia ci aiuta nel rendimento di grazie al Signore, che con la sua incarnazione ha capovolto il destino dell’umanità. Con la Sua venuta nella carne, inizia l’opera di salvezza per tutti gli uomini; manifesta il Suo Amore misericordioso, capace di raggiungere anche i più lontani. La fragilità della natura umana acquista una forza nuova, che gli permette di avvicinarsi a Dio».

«Non v’è luogo più specifico di un Ospedale, (forse insieme al carcere), dove tutta la fragilità umana si manifesta concretamente – evidenzia il presule –. In questa struttura, ognuno di noi sperimenta il limite umano della sofferenza e del dolore, talvolta della disperazione, ma insieme a questo, anche la grazia di Dio, capace di sanare tanto le ferite spirituali che quelle materiali. Questo è il luogo della sofferenza, ma anche della speranza più piena, ove medici e malati si impegnano in ogni momento nella ricerca della salute del corpo, che non è scollegata dalla “salute morale”: una coscienza libera dal peso del peccato e del rimorso, riconciliata con Dio e con il prossimo, aiuta anche il corpo a recuperare la sua integrità e la sua forza. “Gesù – ci ricorda ancora Papa Francesco – dinanzi alla moltitudine di persone che lo seguivano, vedendo che erano stanche e sfinite, smarrite e senza guida, sentì fin dal profondo del cuore una forte compassione per loro. In forza di questo amore compassionevole guarì i malati che gli venivano presentati, e con pochi pani e pesci sfamò grandi folle”(MV, 8).

«In questo Ospedale, dove si lotta ogni giorno contro le malattie e la morte – auspica il cardinale –, risuoni l’annuncio di questo tempo di Misericordia e di riconciliazione. Si innalzi la preghiera di ringraziamento per la vita che rinasce ogni giorno grazie all’attività benefica dei medici e degli addetti alla salute, ma anche grazie all’aiuto di Dio. La Vergine Maria, prima testimone della misericordia del Signore, è essa stessa strumento della Misericordia Divina e Madre della Misericordia. Proprio con questo titolo essa è qui teneramente invocata! A Santa Maria della Misericordia è intitolata, fin dalla sua fondazione, questa grande struttura ospedaliera! Sia essa, la Madre della Misericordia, ad accogliere stasera la nostra preghiera perché il Giubileo, che abbiamo appena iniziato, ci aiuti a riscoprire il vero volto del Padre, che è soltanto amore, perdono e misericordia!».


 AVIS

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