SantaCaterinaDon Cesare Provenzi annuncia la riapertura del campanile di San Rufino; il museo conta 23.000 visitatori l’anno

La tavola del polo assisano sarà esposta alla Galleria degli Uffizi a Firenze

(UNWEB) ASSISI - L’importante opera conservata nel museo diocesano di Assisi raffigurante Santa Caterina da Siena, facente parte della Collezione Perkins, è stata attribuita alla pittrice suor Plautilla Nelli e alla sua bottega. Questo è stato reso noto nel corso della conferenza stampa tenutasi sabato 25 febbraio presso il chiostro del museo diocesano. La scoperta è emersa a seguito degli studi condotti da Fausta Navarro, curatrice della mostra che sarà inaugurata alla Galleria degli Uffizi a Firenze dall’8 marzo al 4 giugno 2017 intitolata: “Arte e devozione in convento sulle orme di Savonarola” e della quale farà parte anche la tavola di Assisi. “Il museo è una realtà che vive” ha affermato don Cesare Provenzi, priore del Capitolo della Chiesa Cattedrale di San Rufino, il quale dopo essersi soffermato sull’importanza della collaborazione delle quattro operatrici del museo, ognuna delle quali nel proprio settore contribuisce a far funzionare la struttura, ha parlato dei progetti in serbo al polo museale tra i quali la prossima apertura del campanile di San Rufino visitabile salendo dalla torre dello stesso e l’allestimento di una mostra di arte contemporanea.
“Plautilla Nelli – ha spiegato Francesca Cerri, direttrice dell’ufficio beni culturali diocesano - è una giovane fiorentina, al secolo Polissena de’ Nelli (Firenze 1524-1588), che all'età di 14 anni entra nell'ordine domenicano con il nome di suor Plautilla e diventa una pittrice così stimata da essere ricordata anche da Giorgio Vasari, nell’edizione del 1568 del suo trattato dedicato a “Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori”. La chiave che ha consentito alla Navarro di riunire e attribuire alla suora pittrice e alla sua bottega un buon numero di opere, tra cui la tavola del museo diocesano è stato il confronto con il volto di Santa Caterina dipinta da Fra Bartolomeo, pittore attivo nella scuola di San Marco alla fine del ‘400 inizi del ‘500. A questo punto – ha aggiunto la Cerri - è iniziata una ricerca dei ritratti di Santa Caterina da Siena che ha portato al reperimento di altre quattro opere legate a quella del Cenacolo: la tavola del museo diocesano di Assisi, la tela custodita a Perugia nella Galleria nazionale dell'Umbria, la tela conservata a Siena nel convento di San Domenico e la tela, probabilmente più tarda, custodita nel convento di San Marco a Firenze. Applicando all’opera di Assisi il cartone derivato da Fra Bartolomeo è risultato subito evidente come la suora pittrice si servisse di esso, opportunamente ridotto oppure ingrandito nelle dimensioni, per dipingere le figure femminili di profilo. Il dipinto del Museo ha ancora tanto da dire relativamente alla sua iconografia e in merito allo stile della suora pittrice, con l'uso di quella caratteristica pennellata che va dal centro all’esterno, alle ragioni della presenza del velo scuro il quale, come rivelano le analisi ad infrarossi, è stato aggiunto posteriormente e a quella lacrima che solca il volto della Santa. Di tutto questo e di molto altro - ha concluso la direttrice – si parlerà in un convegno che il museo diocesano sta organizzando per l’estate, dopo il rientro dell'opera dagli Uffizi. La responsabile mostre ed eventi del museo diocesano Patrizia Picasso ha poi reso noti alcuni dati sul museo che conta circa 23.000 visitatori l’anno. Abbiamo una tipologia di pubblico varia – ha spiegato - ; con una preponderanza di italiani e di sudamericani che vengono prevalentemente per motivi devozionali, in particolare gli argentini vengono sulle orme di Papa Francesco mentre tedeschi e americani sono interessati maggiormente alla parte architettonica.”


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