(UMWEB) Gubbio. Quod non fecerunt barbari... Lo Studiolo di Gubbio dalla spoliazione alla restituzione digitale. S’intitola così l’intervento che mercoledì 26 settembre, alle ore 17.45, sarà presentato a Gubbio, nell’ambito della IV edizione del Festival del Medioevo, al Centro polifunzionale di Santo Spirito. Muovendo dalla dispersione degli arredi monumentali dello storico edificio nel corso della seconda metà del XIX secolo, saranno presentati i primi risultati dell’importante progetto pluriennale Lo Studiolo di Gubbio: tour virtuale e ipotesi ricostruttive di un microcosmo umanistico.
Tra i numerosi elementi lignei e lapidei appartenuti alla residenza ducale, ora in collezioni italiane e straniere, lo Studiolo, commissionato sul finire degli anni Settanta del Quattrocento da Federico da Montefeltro per il suo palazzo di Gubbio, è indubbiamente la perdita più grave. Originariamente era costituito da una serie di pannelli intarsiati, che rivestivano le pareti all’incirca per due terzi della loro altezza, e da dipinti documentati solo da vaghe testimonianze e già trasferiti altrove nel 1673. Le pareti lignee, smontate e vendute nel 1874 al principe Lancellotti, furono poi acquisite nel 1939 dal Metropolitan Museum di New York. Nel programma dello Studiolo i dipinti – verosimilmente raffiguranti le Arti Liberali, tra cui probabilmente le due tele nella National Gallery di Londra, e forse la Conferenza di Giusto di Gand oggi a Hampton Court – e gli intarsi prospettici dovevano essere strettamente collegati e connessi all’iscrizione in lettere d’oro su fondo azzurro che correva sulle pareti. Allo stato attuale, dunque, gli elementi costitutivi dello Studiolo sono frammentati e localizzati in diverse sedi, mentre nel Palazzo Ducale di Gubbio è stata installata una replica, completata nel 2009 grazie a un progetto sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, che consente di apprezzare visivamente la ricchezza tematica dell’originale.
Con un finanziamento del 2017 erogato dalla stessa Fondazione bancaria, un gruppo di lavoro -coordinato dal direttore di Palazzo Ducale Paola Mercurelli Salari e curato da Nicoletta Guidobaldi e Alessandro Iannucci dell’Università di Bologna, con la partecipazione di Simone Zambruno, Federico Taverni e Marco Orlandi dell’Ateneo felsineo, Francesco Paolo Di Teodoro e Fulvio Rinaudo del Politecnico di Torino, Laura Teza dell’Università di Perugia, Filippo Camerota del Museo Galileo di Firenze nonché del Centro Studi Europeo di Musica Medievale Adolfo Broegg di Spello – sta portando avanti un complesso progetto di comunicazione per arricchire l’esperienza di visita a Palazzo Ducale.
Costituirà una prima forma di innovativa musealizzazione dell’ambiente e favorirà la comunicazione dei risultati sia degli studi pregressi che dei nuovi approfondimenti, frutto della ricerca svolta dal gruppo di studio interdisciplinare coinvolto.
Una video-narrazione fungerà da introduzione sia per la visita della replica che per le successive installazioni multimediali. La ricostruzione digitale sarà fruibile nella forma di tour virtuale interattivo, realizzato a partire da rilievi fotografici delle tarsie conservate al Metropolitan Museum of Art, partner del progetto insieme al Research Center for Music Iconography di New York. Conterrà informazioni di carattere scientifico (musicale, iconografico, storico, letterario) che l’utente potrà reperire grazie a hotspot posizionati sulle tarsie stesse. Considerata l’importanza della musica nell’immaginario federiciano e nel programma iconografico dello Studiolo, l’installazione sarà completata da un impianto audio direzionale (sound dome), che consentirà l’ascolto dei contenuti sonori del tour in maniera immersiva. Per garantire un’informazione filologicamente corretta sono state realizzate nuove ricerche e si è provveduto a registrare filmati e performance musicali con l’Ensemble Micrologus. Un portale web e un blog integreranno la nuova offerta multimediale. L’ultimazione del progetto è prevista per la primavera del 2019. La presentazione sarà accompagnata da una giornata di studio e da un concerto dell’Ensemble Micrologus.