novantadue falcone borsellino(ASI) Amelia. Filippo Dini, Giovanni Moschella e Fabrizio Ferracane sono i protagonisti di NOVANTADUE Falcone e Borsellino, 20 anni dopo, uno spettacolo tratto dal bellissimo testo denuncia di Claudio Fava, in scena al Teatro Sociale di Amelia, domenica 15 marzo, alle 17.


I due giudici ripensano alle cose accadute, ascoltano le vite degli altri, osservano questi vent'anni di cose torbide, di frasi lasciate a metà, di trattative e di baratti... E intanto mettono in scena la loro allegria e la loro agonia, la voglia di vivere e l'attesa della fine. Con loro, sul palcoscenico, non c'è un boss di Cosa Nostra ma un mafioso qualsiasi, uno di quelli che erano chiamati a obbedire e a tacere. Al nostro personaggio è toccato in sorte il compito di ammazzare uno dei due giudici: non lo ha fatto e a quella sua vittima risparmiata vuole raccontare che lui non è pentito ma solo deluso. O forse semplicemente annoiato dalle nostre liturgie, dalle messe cantate, dalle mezze verità di un paese che dimentica i vivi per celebrare solo i morti. C'è poi un giudice, il Consigliere Istruttore, un collega di Falcone e Borsellino. Uno di quelli chiamati a mettersi di traverso in nome di un sentimento opaco e prudente della giustizia. Quel Consigliere è il segno di uno Stato malato, di una nazione civile che ha perduto se stessa e per la quale Borsellino e Falcone, così singolari nella loro normalità, sono solo un'anomalia, un errore di stampa. Sa di mentire, il Consigliere, ma pensa che sia giusto farlo perché il potere, quello vero, si misura anche con la capacità di simulare, di trovare intese con chiunque, di mettersi al di sopra di ogni morale. Ecco perché il nostro giudice è un personaggio che non si pente, che non nega ma al contrario rivendica, argomenta, spiega, giustifica. E prova a convincere anche loro, Falcone e Borsellino, che sarebbe meglio se mettessero da parte questa pretesa ottusa di sapere come sono andate veramente le cose, chi ha fatto cosa e perché.
Attorno si percepisce un paese pigro e perbene, educato a recitare ave marie in memoria dei propri eroi. E adesso che vengono allo scoperto le storie marce di quell'estate del Novantadue, il paese non ci sta: "Siamo cresciuti pensando che tutte le cose accadute fossero dolorose ma limpide, semplici come in un film.- dice Claudio Fava - E che a noi toccava solo battere le mani alla fine della proiezione. Così non era. In fondo non sono più Falcone né Borsellino l'architrave di questo racconto teatrale. Anche loro sono un pretesto per misurarci con il vero oggetto del conflitto: che è la verità.
O meglio, le molte idee di verità. Da una parte la verità nuda, assoluta, senza aggettivi; dall'altra una verità ufficiale, parziale, obbediente... Quale delle due prevarrà alla fine? E chi recita davvero: il morto che fa l'eroe, l'antimafioso che ne piange la memoria o l'uomo di potere che rivendica il diritto a mentire? Chi di loro finge davvero? Questo, ovviamente, lo deciderà lo spettatore."
Si può prenotare telefonicamente, al Botteghino Telefonico Regionale 075/57542222, tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 20. I biglietti prenotati vanno ritirati mezz'ora prima dello spettacolo, altrimenti vengono rimessi in vendita.
E' possibile acquistare i biglietti anche on-line sul sito del Teatro Stabile dell'Umbria www.teatrostabile.umbria.it.


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