(UNWEB) Perugia. Serata magica a San Matteo degli Armeni, ieri Domenica 27 giugno, dialogando di Dante, di astronomia e delle stelle, luminose protagoniste all’interno della Commedia.
Magistralmente introdotto da Maurizio Bosso, il conte Sperello di Serego Alighieri, illustre astronomo italiano nato a Perugia, nonché discendente di Dante, ha spiegato come i riferimenti geografici e e astronomici presenti nei cantici danteschi siano frutto di uno studio approfondito e molto preciso delle teorie scientifiche, filosofiche, fisiche e matematiche conosciute all’epoca di Dante.
Tutto ciò che era dato sapere con gli strumenti speculativi del tempo, Dante lo padroneggiava. E quest’immensa conoscenza egli la trasforma in struttura, nella sapiente architettura che sorregge e completa la poetica dell’opera.
Ci sono descrizioni dell’universo, afferma Spoerello, come la ipersfera, cioè una sfera inserita in uno spazio quadridimensionale, che sembrano anticipare le teorie di Einstein.
E la straordinaria modernità di Dante non si ferma qui, basti pensare al ruolo fondamentale attribuito alle donne nella Commedia, a Beatrice in particolare, che oltre a guida spirituale è anche maestra di conoscenza e dottrina.
Insomma un viaggio all’interno di quello straordinario viaggio che è già il racconto dantesco, ma con gli occhi della scienza rivolti al firmamento. Più tardi, quando la notte è calata nel giardino di San Matteo, tutti intorno al telescopio di Maurizio Bosso, a caccia della Via Lattea.
Le celebrazioni dantesche proseguiranno anche a luglio con date ed eventi in via di definizione.