Michele Dantini, storico e sociologo dell’arte, lunedì 14 marzo propone un approfondimento su questo simbolo religioso caro alla devozione ortodossa, patrimonio culturale comune di Russia e Ucraina
(UNWEB) Perugia L’accendersi improvviso della guerra russo-ucraina ha sconvolto in tutti noi consuetudini ed equilibri, generando sgomento e orrore.
Dal punto di vista geoculturale questo conflitto smembra innaturalmente le due metà dell’Europa, l’occidentale e l’orientale, secondo una brutale logica di confini e di poteri.
Tuttavia, se nell’immediato occorre contrastare la crudeltà e porre fine all’uso delle armi, nel medio e lungo periodo si impongono priorità differenti, di pace e non di conflitto, di costruzione e non di distruzione, di unità e non di divisione.
A tale missione possono contribuire tutte le istituzioni scolastiche e accademiche e tutte le persone di buona volontà. L’impegno sarà quello di costruire un’Europa effettivamente plurale, in grado di riconoscere anche la tradizione culturale russa come sua parte costitutiva.
La conferenza del Prof. Michele Dantini, che l’Ateneo propone in questa chiave per lunedì 14 marzo alle ore 18:00 (in aula magna e in streaming), verterà attorno alla tradizione dell’icona, considerata non solo nella sua storia, ma nella sua attuale fortuna: portata da Bisanzio a Kiev alle origini della Russia, attorno al X secolo, intimamente connessa al dibattito teologico e agli usi liturgici, l’icona si diffonde e fiorisce in tutta l’attuale Russia occidentale e conosce una mirabile epoca di fortuna tra XIV e XV secolo, soprattutto in centri, “scuole” e monasteri, attorno a Mosca.
In seguito l’affermazione di modelli naturalistici occidentali modificheranno tecniche e stili di questo prodotto artistico, che resta comunque il tratto più distintivo della tradizione figurativa ortodossa e costituisce un patrimonio culturale comune non solo a Russia e Ucraina, ma a tutta l’umanità che si riconosce negli insegnamenti di silenzio, meditazione e pace.
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