La locandiera Ludovico Fededegni Sonia Bergamasco ph Gianluca Pantaleo 1Lo spettacolo riparte con la nuova tournée proprio da Narni, prima di debuttare in alcuni dei maggiori teatri italiani, tra cui Il Rossetti di Trieste, il Teatro Nazionale di Genova, il Teatro Carignano di Torino, il Teatro della Pergola di Firenze e il Teatro Mercadante di Napoli.

(UNWEB) Narni. Al via la Stagione 24/25 del Teatro Manini di Narni con La locandiera di Carlo Goldoni per la regia di Antonio Latella, una produzione del Teatro Stabile dell'Umbria, in scena martedì 15 ottobre alle 21, che vede Sonia Bergamasco nel ruolo della protagonista Mirandolina; con lei sul palco un cast d'eccezione: Marta Cortellazzo Wiel, Ludovico Fededegni, Giovanni Franzoni, Francesco Manetti, Annibale Pavone, Gabriele Pestilli e Marta Pizzigallo.

Una grande operazione civile e culturale; un manifesto teatrale che dà inizio al teatro contemporaneo”, così Latella affronta l'opera del commediografo veneziano e dedica lo spettacolo a Massimo Castri: “un maestro che proprio con Goldoni ha saputo riscrivere parte della storia teatrale italiana”. 

“Penso a Café Müller di Pina Bausch. Penso a una donna nata e cresciuta nella Locanda. Un luogo-mondo che accoglie infiniti mondi. Nel testo goldoniano il tema dell’eredità è il punto cardine di tutto.  – spiega il regista nelle sue note – Mirandolina seduta sul letto di morte del padre riceve in eredità la Locanda, ma anche l’ordine di sposarsi con Fabrizio, il primo servitore della Locanda. In questo credo che ci sia una inconsapevole identificazione del padre con il servo, come erede virtuale in quanto maschio. Più che un uomo per la figlia, il padre sceglie un uomo per la Locanda, un uomo pronto a tutto pur di proteggere la Locanda. – continua Latella – Credo che Goldoni con questo testo abbia fatto un gesto artistico potente ed estremo, un gesto di sconvolgente contemporaneità: innanzitutto siamo davanti al primo testo italiano con protagonista una donna, ma Goldoni va oltre, scardina ogni tipo di meccanismo, eleva una donna formalmente a servizio dei suoi clienti a donna capace di sconfiggere tutto l’universo maschile, soprattutto una donna che annienta con la sua abilità tutta l’aristocrazia. Di fatto Mirandolina riesce in un solo colpo a sbarazzarsi di un cavaliere, di un conte e di un marchese. Scegliendo alla fine il suo servitore come marito fa una scelta politica, mette a capo di tutto la servitù, nobilita i commercianti e gli artisti, facendo diventare la Locanda il luogo da dove tutta la storia teatrale del nostro paese si riscriverà, la storia che in qualche modo ci riguarda tutti. Goldoni fa anche un lavoro sulla lingua, accentuando un italiano toscano. Per essere Mirandolina bisogna essere capaci di mettersi al servizio dell’opera, ma anche non fare del proprio essere femminile una figura scontata e terribilmente civettuola, cosa che spesso abbiamo visto sui nostri palcoscenici. Spesso noi registi abbiamo sminuito il lavoro artistico culturale che il grande Goldoni ha fatto con questa opera, la abbiamo ridimensionata, cadendo nell’ovvio e riportando il femminile a ciò che gli uomini vogliono vedere: il gioco della seduzione. Goldoni, invece, ha fatto con questo suo testamento, una grande operazione civile e culturale, mentre per una assurda cecità noi teatranti lo abbiamo banalizzato e reso innocente. La nostra mediocrità non è mai stata all’altezza dell’opera di Goldoni e, molto probabilmente, non lo sarò nemmeno io. Spero, però, di rendere omaggio a un maestro che proprio con Goldoni ha saputo riscrivere parte della storia teatrale italiana: parlo di Massimo Castri”.

 

Info e biglietti 

È possibile prenotare telefonicamente al Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria 075 57542222, dal lunedì al sabato dalle 17 alle 20. 

A Narni presso il DigiPASS (dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 / lunedì e mercoledì anche dalle 15 alle 18; il giorno dello spettacolo dalle 20).

Acquisto online sul sito www.teatrostabile.umbria.it

 


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