(ASI) Perugia. Il Grande nero, la grande scultura che lo stesso artista, il Maestro tifernate Alberto Burri, volle donare alla città di Perugia da oggi è di nuovo visibile in tutta la sua maestosità nel Salone delle Acque della Rocca Paolina di Perugia, grazie ai lavori di restauro voluti dall’Amministrazione comunale di Perugia, in collaborazione con la Fondazione Palazzo Albizzini-Collezione Burri e realizzati dalla ditta Kyanos, sotto la direzione della restauratrice Carla Mancini con il sostegno generoso della Ditta Cancellotti di Perugia, per celebrare il centenario della nascita di Alberto Burri che cade quest’anno e, al contempo, valorizzare il patrimonio culturale della città stessa.
L’INAUGURAZIONE - All’inaugurazione, che si è tenuta questa mattina, hanno preso parte, oltre al Sindaco Romizi e all’Assessore alla Cultura e Turismo Maria Teresa Severini, anche Bruno Corà, Presidente della Fondazione Palazzo Albizzini-Collezione Burri, l’Assessore alla Cultura della Regione dell’Umbria Fernanda Cecchini, Carla Mancini, Direttore Tecnico Kyanos Restauro Beni Culturali e Maurizio Cancellotti, titolare dell’omonima azienda, insieme ad un folto pubblico di istituzioni –era presente tutta la giunta comunale, numerosi consiglieri e il Vicesindaco di Bratislava, città gemellata di Perugia, Iveta Plsekova- di rappresentanti del mondo culturale e associazionistico locale, ma anche di cittadini.
“La crisi –ha detto il Sindaco Romizi, ringraziando tutti coloro che hanno reso possibile il restauro- non deve essere una scusa per non fare, ma un monito a fare diversamente, a fare tutti insieme. Questo restauro è l’ulteriore esempio dell’importanza del connubio pubblico-privato.” Il Sindaco ha quindi ricordato che grazie a questo connubio, in particolare con l’Art Bonus, è stato possibile reperire fondi per altre importanti opere e monumenti della città e ha poi aggiunto “E’ una buona notizia per Perugia tornare a dare lustro ad un’opera tanto importante come il Grande Nero e nei giorni prossimi avremo altre buone notizie come questa, a cominciare dall’inaugurazione di Piazza Grimana.”
L’Assessore alla Cultura Maria Teresa Severini si è, invece, soffermata sulla necessità di riscoprire e far conoscere un’opera unica del grande maestro tifernate, troppo spesso in passato lasciata nell’indifferenza. “La Rocca Paolina è la porta della nostra città –ha precisato- e quest’opera, che Burri stesso volle collocare nel Salone delle Acque, ha un significato simbolico, di forza, di rinascita, di dialogo con la storia che la circonda. Con il movimento lento della lunetta che la sovrasta (20 minuti per fare l’intero giro su se stessa) vuole essere un invito a fermarsi e a guardarsi intorno per ammirare.”
“Da cittadina di Città di Castello e non solo da Assessore alla Cultura della Regione dell’Umbria –ha detto l’Assessore Fernanda Cecchini, ringraziando l’Amministrazione comunale- sono particolarmente contenta di questo restauro che riconosce a Burri il suo spazio e la sua grandezza di artista di fama mondiale e di cittadino dell’Umbria. Qualche momento di imbarazzo, in passato, l’ho avuto quando mi veniva segnalata l’indifferenza verso questa opera unica di Burri, quindi oggi si festeggia una riqualificazione che non è solo dell’opera e della Rocca, ma di tutta la città”
Il Prof. Corà ha voluto ricordare, infine, l’unicità del Grande Nero, una delle poche sculture dell’artista e l’unica in cui sia presente il particolare della lunetta con il suo movimento lento. “Ho sempre voluto pensare –sono le parole di Corà- che la lunetta fosse l’occhio attento e vigile di Burri su Perugia, città che lui amava tanto in tutti i suoi aspetti, compresi quelli più popolari come il calcio”. Per Corà, dunque, Burri ha tutto il diritto di stare qui con quella che lui ha definito non solo una scultura ma un emblema.
LA SCULTURA E L’INTERVENTO - La scultura, che si presenta con la forma di un prisma irregolare alto 7,5 metri, è composta da sei elementi sovrapposti, realizzati in acciaio scatolare verniciato nero; quello apicale, contiene a sua volta una sezione mobile a forma di lunetta, che ruota grazie a un meccanismo azionato elettricamente.
L’intervento di manutenzione straordinaria ha comportato un’attenta ripulitura del manufatto, aggredito da stratificazioni di polvere e arrugginimenti in vari punti, nonché la sostituzione del meccanismo elettrico, divenuto ormai obsoleto, che consente la rotazione dell’elemento semicircolare posto alla sommità dell’opera.
Il progetto tecnico di risistemazione dell’area circostante –come ha tenuto a sottolineare l’Assessore Severini- è stato coordinato dalla U.O. Manutenzioni e Decoro Urbano diretta dall’Ing. Fabio Ricci, che si è avvalso della collaborazione generosamente offerta dall’Arch. Fabrizio Mosci; il progetto di comunicazione, che ha complessivamente assunto il titolo di “Alla luce del Grande Nero”, è stato realizzato dall’ufficio di comunicazione e dall’Assessorato alla Cultura del Comune.
Il restauro è stato, invece, realizzato dall’azienda Kyanos, sotto la direzione della restauratrice Carla Mancini, che nel corso dell’inaugurazione ha sottolineato l’emozione e l’onore nel portare avanti i lavori davvero impegnativi.
La realizzazione degli interventi si deve, invece, alla ditta Totem Group.
La spesa complessiva è stata di € 38.000,00 dei quali €17.000,00 messi a disposizione dalla ditta Cancellotti e i restanti a valere sui Fondi di Perugia Capitalia Italiana della Cultura 2015.
LA MOSTRA “ALL’OMBRA DEI RICORDI” - A completamento dell’intervento sul monolite di Burri, l’Assessore alla Cultura, Turismo e Università Teresa Severini, ha voluto fosse realizzata anche una mostra fotografica dedicata al grande artista umbro.
La mostra, intitolata “All’ombra dei ricordi” è allestita nella sezione del Museo civico di Palazzo della Penna che espone permanentemente le celebri “lavagne” di Joseph Beuys e propone al visitatore documenti fotografici provenienti dall’Archivio del museo stesso e altre immagini scattate dal fotografo Francesco Bastianelli che, giovanissimo, ebbe l’opportunità e il permesso di fotografare il Maestro al lavoro.
La mostra, inaugurata nel pomeriggio di venerdì 18 alla presenza di Italo Tomassoni, che fu il curatore del celebre evento Beuys-Burri (3 Aprile 1980) dal quale trassero origine le “lavagne” di Beuys, ma anche la decisione di Alberto Burri di collocare, due anni dopo, il grande monolite nero all’interno della rocca perugina, resterà visitabile a Palazzo della Penna fino al 31 gennaio
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