"Gioielli della letteratura da camera dell'Ottocento" Martedì 9 settembre – ore 21.00 Umbertide, Abbazia di San Salvatore di Montecorona
Massimo Quarta (violino, Premio Paganini 1991) Alessandro Marangoni (pianoforte) UmbriaEnsemble
(UNWEB) Città di Castello. Una serata di musica da camera ad altissimo livello, con protagonisti due interpreti d'eccezione: Massimo Quarta, violinista tra i più acclamati a livello internazionale e vincitore del prestigioso Premio Paganini, e Alessandro Marangoni, pianista di grande sensibilità e profondità interpretativa, già noto per le sue incisioni premiate e per la versatilità del suo repertorio.
Con loro i musicisti dell'UmbriaEnsemble, e insieme daranno vita a un programma di rara bellezza in uno dei luoghi più affascinanti dell'Umbria: l'Abbazia di San Salvatore di Montecorona.
In apertura, il Quartetto n. 1 op. 5 di Darius Milhaud, scritto a soli vent'anni e dedicato a Paul Cézanne. È una pagina fresca, vitale, con influenze popolari provenzali e accenni di sperimentazione politonale, che già lascia intravedere il percorso personale e anticonformista del compositore francese. Milhaud, figura centrale del Novecento e membro del celebre Gruppo dei Sei, dimostra qui una sorprendente maturità espressiva, tra rigore e spontaneità.
La seconda parte del concerto è affidata a un autentico capolavoro della musica da camera: il Concerto in re maggiore op. 21 per violino, pianoforte e quartetto d'archi di Ernest Chausson. Raffinato e poetico, l'opera rappresenta una sintesi perfetta tra la tradizione romantica francese e l'influsso wagneriano, con momenti di intensa espressività lirica e grande respiro formale. Il Grave, in particolare, è considerato uno dei vertici della letteratura cameristica ottocentesca. Il Finale, con il suo entusiasmo ritmico e il ritorno dei temi iniziali, chiude l'opera con energia e slancio.
Affidato a musicisti di tale calibro, questo programma promette un'esperienza d'ascolto intensa ed emozionante, all'insegna dell'eccellenza interpretativa e della grande musica.
Mercoledì 10 settembre – ore 21.00
San Giustino, Villa Graziani
DYNAMIS PIANO QUARTET
Marco Norzi (violino) – Margherita Fanton (viola)
Roberto Mansueto (violoncello) – Marta Puig (pianoforte)
FAURÉ E PIAZZOLLA: due mondi, un'unica emozione. In una delle cornici più suggestive dell'Alta Valle del Tevere, Villa Graziani a San Giustino, va in scena un concerto che mette in dialogo due mondi distanti per geografia, epoca e stile, ma uniti dalla forza della scrittura musicale e dalla raffinatezza interpretativa: quello della Francia tardo-romantica di Gabriel Fauré e quello del tango argentino reinventato da Astor Piazzolla.
Ad eseguire questo programma dal forte impatto emotivo sarà il Dynamis Piano Quartet, formazione giovane ma già affermata, capace di unire solidità tecnica e freschezza espressiva.
GABRIEL FAURÉ Quartetto n. 1 in do minore, op. 15. Composto in anni cruciali della maturazione artistica di Fauré (1876–1879, con revisione nel 1883), questo quartetto è un ponte ideale tra tradizione e innovazione. Fortemente influenzato dalla scuola francese e dal rigore tedesco di Brahms, ma aperto anche all'eredità modale e liturgica della formazione da organista del compositore, l'opera esprime una liricità pacata, elegante e intensamente poetica.
L'Allegro iniziale, in do minore, evita i toni drammatici del classicismo tedesco, preferendo un linguaggio personale e misurato, mentre lo Scherzo rivela un gusto tutto francese per la leggerezza e l'ironia, evocando le maschere galanti e i mandolini delle "Fêtes galantes". Il cuore dell'opera è l'Adagio, struggente e delicato, quasi una miniatura simbolista ante litteram. Infine, il movimento conclusivo sorprende per vitalità e per una scrittura che, pur rimanendo composta, trova spazio anche per un'improvvisa cadenza del pianoforte: gesto raro e modernissimo, che chiude con leggerezza una pagina d'altissima ispirazione.
ASTOR PIAZZOLLA Las Cuatro Estaciones Porteñas. Con le sue "Quattro Stagioni di Buenos Aires", Piazzolla reinterpreta il ciclo delle stagioni da un punto di vista opposto a quello vivaldiano: urbano, passionale, notturno, malinconico. Composta tra il 1965 e il 1969, questa suite – originariamente pensata per un ensemble con bandoneón e strumenti elettrici – rivela tutto il genio di Piazzolla, capace di fondere tango, jazz, musica colta europea e ritmi popolari argentini.
Senza intenti descrittivi, le quattro stagioni porteñe raccontano piuttosto uno stato d'animo ciclico, dove nostalgia, ribellione e sensualità convivono in un fluire continuo di temi, dissonanze, contrasti, accensioni improvvise. È il tango "nuovo", filtrato attraverso l'intensità espressiva di un artista che ha saputo trasformare la tradizione popolare in linguaggio universale. Come scrive Borges: "Il tango crea un torbido passato / che è irreale e in parte vero".
Un concerto che unisce profondità storica e freschezza contemporanea, affidato a un quartetto che promette di restituire ogni sfumatura, ogni emozione, con passione, precisione e sensibilità. Un viaggio che parte dai salotti parigini della Belle Époque per arrivare nei vicoli malinconici di Buenos Aires, tra sogno e memoria.
Giovedì 11 settembre 2025, ore 21.00
Città di Castello – Auditorium San Giovanni Decollato
Michel Bourdoncle in concerto
"Un secolo di Francia prima e dopo le due guerre"
Un viaggio straordinario nella musica francese dal tardo Ottocento fino ai nostri giorni, affidato al tocco magistrale del grande pianista Michel Bourdoncle, protagonista di un recital ricco di fascino, profondità e virtuosismo, in programma giovedì 11 settembre alle ore 21.00 presso l'Auditorium San Giovanni Decollato di Città di Castello.
Il concerto, dal titolo evocativo "Un secolo di Francia prima e dopo le due guerre", propone un itinerario musicale senza pregiudizi ideologici, capace di restituire tutta la complessità e la poesia dell'identità musicale francese. Un'identità fatta di charme, sottile spiritualità, raffinatezza timbrica e di una straordinaria capacità di sublimare la realtà con uno sguardo lucido e ispirato.
Michel Bourdoncle, pianista di fama internazionale, con alle spalle esibizioni in sale leggendarie come la Carnegie Hall di New York, il Teatro Real di Madrid e la Salle Gaveau di Parigi, porterà il pubblico in un percorso che intreccia passato e presente, natura e astrazione, emozione e costruzione formale.
Il programma si apre con due pagine incantate di Déodat de Séverac, autore profondamente legato alla terra d'origine e alla spiritualità popolare del sud della Francia. Segue l'intensa e complessa Funérailles di Tristan-Patrice Challulau, scritta in memoria di Louis Sauguer e dedicata proprio a Bourdoncle: un omaggio personalissimo, tra strutture aleatorie e tratti espressivi quasi liturgici.
Non manca lo sguardo europeo con i due Notturni op. 27 di Chopin, gioielli del romanticismo pianistico dove melodia, armonia e forma si intrecciano con una libertà poetica che ancora oggi sorprende.
Si prosegue con la brillante Toccata taquine della compositrice contemporanea Rose-Marie Jougla, esempio fulgido di virtuosismo tipicamente francese, e con il Formant 2 – Trope dalla Terza Sonata di Pierre Boulez, pagina radicale, frammentata e visionaria, esempio estremo del pensiero seriale del secondo Novecento.
Il gran finale è affidato a Claude Debussy, con tre Preludi dal Secondo Libro (Brouillards, Bruyères, Feux d'artifice): una vera e propria esplosione di colori, paesaggi e stati d'animo, in cui la tastiera diventa tela sonora viva e cangiante.
Michel Bourdoncle
Formatosi tra Parigi e Mosca, Bourdoncle è uno degli interpreti più raffinati e versatili del panorama pianistico internazionale. Dedicatario di numerose composizioni contemporanee, è riconosciuto non solo per la sua eccezionale tecnica, ma anche per la profondità interpretativa e la capacità di illuminare ogni dettaglio con intelligenza e sensibilità. La sua presenza a Città di Castello rappresenta un'occasione imperdibile per ascoltare un artista che unisce alla maestria virtuosistica una visione ampia e profonda del repertorio.