Todi Festival The Festival Show inaugurazione 5Diecimila le presenze in nove giorni, con la città prima protagonista e una grande attenzione mediatica
"Da domani si comincia a pensare all'edizione 2026":  le parole di Silvano Spada e del Sindaco Antonino Ruggiano

(UNWEB) Tofi. Diecimila persone in nove giorni, teatri sold out e spazi votati a nuova vita per l'edizione numero 39 del Todi Festival, chiusasi con un successo di pubblico e presenze. Un ritorno all'origine e nel contempo l'inizio di una nuova storia che attinge da quel pragmatismo del direttore artistico Silvano Spada, che la manifestazione l'ha fondata nel 1987. "Sono entusiasta dell'accoglienza della città e del successo di pubblico arrivato da tutta Italia. Quest'edizione è stata una lunga festa ed è proprio quello che desideravo. Da domani si comincia a pensare all'edizione 2026", ha commentato il direttore a sipario calato, con lo sguardo puntato al futuro".
"È stata un'edizione che rimarrà negli annali del Festival. I contenuti, le presenze e l'attenzione dei media sono stati degni di nota. Aggiungerei il coinvolgimento pieno della città a tutti i livelli. Di più non ci si poteva aspettare. Non possiamo non segnalare che il ritorno di Spada è stato accompagnato da sponsor importanti, tra tutti Enel e Philip Morris", ha dichiarato il Sindaco Antonino Ruggiano.
A chiudere il sipario sull'edizione 2025, uno specialista della risata come Lino Banfi, icona dello spettacolo e personaggio tra i più amati, quel 'nonno d'Italia' salutato a Todi da un applauso che è sembrato interminabile. E Banfi ha ricambiato l'affetto ricevuto, tornando sulle scene dal vivo dopo 30 anni per chiudere il festival con "Passaggi a livello", spettacolo conclusivo dove il Lino nazionale ha intrattenuto il pubblico con Pino Strabioli. Una sfilza di ricordi e pensieri sull'oggi, sulla cultura e su figure importanti della sua carriera, come l'omaggio a Pippo Baudo che come lui, "è un ragazzo del '36". A omaggiare Banfi e la manifestazione, in prima fila c'è stato anche il presidente della Commissione Cultura, Federico Mollicone, volato dalla Mostra del Cinema di Venezia al Todi Festival. "È un piacere essere in Umbria per seguire una delle rassegne più apprezzate del Centro Italia. Ringrazio l'amministrazione comunale e la direzione del festival, hanno il merito di un programma che parla a tutte le generazioni. Non è solo teatro ma un luogo di libertà culturale e incontro fra linguaggi diversi. Un esempio di come la cultura possa diventare soft power per l'Italia, valorizzando i borghi, rafforzando coesione sociale e proiettando nel mondo l'immagine di una Nazione che cresce attraverso arte e bellezza e che celebreremo con la prossima legge di riforma che sarà discussa in Parlamento, 'Italia in scena'. Una riforma pensata per valorizzare i beni culturali con un'anagrafe digitale."
Tra gli spettacoli più apprezzati quello di apertura, col Varietà omaggiato dal 'The Festival Show', una vera e propria festa in scena che ha inaugurato il programma al Teatro Comunale. A seguire, applausi a scena aperta per Milena Vukotic, salutata da una standing ovation. Lo stesso affetto ha travolto Pietro Orlandi al Nido dell'Aquila in prima fila per lo spettacolo di cronaca 'Pietro Orlandi, fratello', con Valerio Di Benedetto diretto da Giovanni FranciClara Galante con 'Antigone non muore' così come Elena Croce con 'Maria José, l'ultima regina d'Italia' - spettacolo realizzato col patrocinio della Fondazione Claudio Nobis -, riscuotono il gradimento anche delle nuove generazioni, confermando quanto le storie e i classici siano immortali. Spazio ai giovani con il tema dei ragazzi 'Hikikomori' raccontati da Bruno Petrosino diretto da Antonio Mocciola e il disagio generazionale su cui ha vinto l'ironia del collettivo Generazione Disagio, che ha registrato sold out con il cult 'Dopodiché stasera mi butto'. La donna è stata al centro di numerose proposte culturali, dal documentario di Lucilla La Puma su "Le donne e il Carcere", a figure storiche della letteratura e della storia della musica, come l'amata Alda Merini ricordata in "Alda Merini. Parole al vento", fino alla leggenda vivente Eddie Hawkins, ultranovantenne fondatore del The Folkstudio Singers, storica band del Folkstudio di Roma.

 


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