(UMWEB) C’era anche una delegazione di imprenditori umbri alla manifestazione degli agricoltori scesi in piazza a Roma davanti al Ministero delle Politiche Agricole, per denunciare l’assenza nella Manovra delle misure necessarie a garantire adeguate risorse al Fondo di Solidarietà Nazionale per far fronte alle pesanti calamità che hanno colpito importanti aree del Paese, tra cui l’Umbria.
“Per affrontare l’emergenza serve la dichiarazione di calamità naturale con lo stanziamento di risorse adeguate per consentire ai produttori duramente colpiti di ripartire in situazioni drammatiche come quella pugliese dove si è verificato un drastico calo del 65% dei raccolti” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel chiedere “un adeguato coordinamento istituzionale tra il livello regionale e quello nazionale”.
Sul piano strutturale - ha continuato Prandini - vanno affrontate le molteplici criticità, dalla inarrestabile strage provocata dalla Xylella alle contraffazioni, dall’invasione di olio straniero a dazio zero al falso Made in Italy per salvare un settore strategico per la salute dei cittadini, il presidio del territorio, l’economia e l’occupazione. In questo scenario - ha precisato Prandini - per rimanere competitivi e non essere condannati all’irrilevanza in un settore fondamentale per il Made in Italy deve partire al più presto il Piano olivicolo nazionale 2.0 per rilanciare il settore con una strategia nazionale e investimenti adeguati, anche per realizzare nuovi impianti, così come è stato fatto da altri Paesi nostri concorrenti.
Anche in Umbria, seppure la produzione 2018 sia risultata in aumento rispetto all’anno precedente, le quantità risultano ampiamente sotto la media, con il maltempo che ha colpito duro causando significativi danni da gelo agli impianti di oliveto in molte aziende. A livello regionale occorre - secondo Coldiretti - accelerare sulla predisposizione del Piano olivicolo, per valorizzare e tutelare ulteriormente un prodotto simbolo del Made in Umbria, vero ambasciatore della regione nel mondo, da promuovere con maggiore forza.
Nella regione si contano - secondo elaborazioni Coldiretti - quasi 7,5 milioni di piante di olivo che coprono circa 30.000 ettari e permettono di produrre mediamente circa 65.000 quintali di olio l’anno. La D.O.P. dell’olio extravergine di oliva Umbria, istituita nel 1997, è l’unica denominazione italiana estesa all’intero territorio regionale, che è stato suddiviso in cinque sottozone (Colli Assisi-Spoleto, Colli Martani, Colli del Trasimeno, Colli Amerini e Colli Orvietani). Gli olivi sono per la maggior parte di varietà Moraiolo, che è la cultivar che simbolicamente e concretamente rappresenta l’olio umbro, di varietà comuni come Frantoio e Leccino e di cultivar autoctone, nell’areale del Trasimeno varietà Dolce Agogia, nell’areale di Giano dell’Umbria varietà San Felice e Nostrale di Rigali nell’areale di Gualdo Tadino.