(ASI) Spoleto. "La recente operazione effettuata a Spoleto dalla Guardia di Finanza, che ha portato al sequestro di circa 250 capi contraffatti con marchi di abbigliamento di alta moda, ha richiamato fortemente l'attenzione dell'opinione pubblica sul fenomeno dell'abusivismo e della contraffazione, che noi denunciamo da tempo, poiché arreca danni gravissimi all'economia legale, ma non solo".
Carlo Petrini - presidente di Federmoda Confcommercio della provincia di Perugia - intende ringraziare gli uomini delle Fiamme Gialle e mettere in guardia i consumatori dagli acquisti facili, ma con il trucco.
"Il sequestro è avvenuto in un negozio di periferia, ma ovviamente l'operatore è protetto dalla legge sulla privacy e dal secreto d'ufficio relativo alle indagini stesse, che scaturiranno dalla denuncia fino a sentenza definitiva. Quella effettuata dalla Guarda di Finanza è una azione di tutela nei confronti del consumatore, alla quale segue Denuncia Penale al Giudice.
Ai consumatori vorrei consigliare di fare molta attenzione al prodotto e comprendere che gli acquisti di marchi importanti a prezzi stracciati possono nascondere qualche forma di commercio illegale. E' bene rivolgersi al proprio negozio di fiducia, dove si sa di poter trovare sempre la qualità promessa.
Federmoda e Confcommercio hanno organizzato molti eventi per denunciare il fenomeno dell'illegalità e della contraffazione, per sensibilizzare l'opinione pubblica e gli stessi imprenditori al rispetto delle regole, sempre, anche in merito alle ultime prescrizioni relative alla etichettatura dei nostri prodotti.
Siamo grati alla Guardia di Finanza per l'attività di controllo che sta svolgendo e che è intensa. Aver individuato un caso di contraffazione in un esercizio del nostro territorio, tra i molti esercizi controllati, significa che il commercio a Spoleto è sostanzialmente sano, ma non bisogna mai abbassare la guardia.
I nostri imprenditori del commercio, del turismo, dei servizi, chiedono alle istituzioni presidio e controllo del territorio, nonché tolleranza zero verso tutta la filiera della criminalità, che va dal riciclaggio alla vendita dei prodotti contraffatti".
Secondo una stima di Confcommercio, abusivismo, contraffazione, estorsioni, usura, taccheggio, furti, rapine sottraggono al settore del commercio, degli alberghi e dei pubblici esercizi oltre 26 miliardi di euro all'anno, mettendo a rischio 260.000 posti di lavoro regolari.
"Abusivismo e contraffazione - conclude Petrini - non sono solo un problema economico, ma un forte problema sociale. Sono un furto per le imprese, un danno per lo Stato, un crimine per la società e introducono una forte deroga al mercato, che diventa fuori legge e uccide gli operatori più indifesi, quelli più piccoli. Sicurezza e legalità sono condizioni necessarie e indispensabili per un'economia sana".
Secondo una recente indagine Confcommercio - Format sul mercato illegale, due imprese su tre si ritengono danneggiate dall'azione dell'illegalità. Nel 2014 la percentuale sale al 61,1% contro il 57,2% del 2013, con un aumento di quasi il 4%.
Per oltre l'80% delle imprese la crisi economica sta avvantaggiando il mercato dei prodotti illegali e l'esercizio abusivo delle professioni.
Tra gli effetti più dannosi prodotti dalle diverse forme di illegalità (contraffazione dei prodotti, acquisizione illegale di prodotti via internet, musica e videogiochi, abusivismo commerciale e/o esercizio illegale di una professione), le imprese indicano principalmente la concorrenza sleale (60,8%), la riduzione dei ricavi e del fatturato a causa delle mancate vendite (37,5%), il dovere rinunciare ad assumere nuovi addetti o, in qualche caso, a mantenere i livelli occupazionali attuali (15%).