L'ospitalità contadina pronta a tornare da protagonista, per rilancio di immagine ed economico della regione, ma resta alta la preoccupazione per adeguamenti e flussi turistici
(UNWEB) Nonostante rappresenti il comparto agricolo che fin dall'inizio dell'emergenza ha scontato in maniera più pesante e repentina le limitazioni imposte dalla pandemia, il turismo rurale e l'ospitalità in campagna sono pronti ad assurgere al ruolo di volano per la ripresa del territorio, con la valorizzazione delle ricchezze ambientali e agroalimentari umbre. È quanto emerso, tra l'altro, dal Consiglio direttivo on-line di Terranostra Umbria, l'associazione agrituristica e ambientale di Coldiretti che raggruppa gli agriturismi della rete di Campagna Amica, nel corso del quale sono state anche ripercorse le difficoltà degli ultimi due mesi, legate al Covid-19. Si è trattato di un confronto e di una condivisione di idee importante - spiega Elena Tortoioli presidente regionale Terranostra - per fare il punto in vista della ripartenza, che porta con se anche i timori degli imprenditori legati a modalità di adeguamento e costi di gestione e per i flussi turistici che naturalmente non torneranno ai livelli pre-crisi. Proprio per questo, tenuto conto delle peculiarità delle strutture agrituristiche, confidiamo che il rilancio del territorio possa passare dalla nostra capacità di offrire servizi che possono disporre e far usufruire di ampi spazi all'aperto, coniugando al contempo la consueta richiesta di natura ed ambiente, con le regole di distanziamento sociale. Per vivere in tutta tranquillità la sosta e il soggiorno nelle aziende agrituristiche, in attesa delle linee guida regionali e dei protocolli Inail per l'accoglienza - riferisce Tortoioli - la nostra associazione ha stilato un vademecum di comportamenti operativi sia per i servizi di somministrazione pasti che per l'alloggio e per le attività culturali e ricreative didattiche. Al primo posto c'è proprio la valorizzazione e l'utilizzo degli ampi spazi all'aperto degli agriturismi in modo da garantire al meglio le misure di sicurezza con la massima distanza fra i tavoli. Ma non basta - continua Tortoioli - il protocollo prevede diverse misure precauzionali: dall'uso di igienizzanti al mantenimento delle distanze fra gli ospiti e fra i lavoratori, dalla sanificazione delle camere a quella dei dispenser di acqua nelle aree comuni, dalla disinfezione di tavoli e sedie alla pulizia delle stoviglie a temperature mai inferiori ai 70 gradi, dall'organizzazione di momenti di didattica all'aperto per evitare assembramenti in luoghi chiusi, alla gestione dei pagamenti con servizi a distanza per ridurre al minimo qualsiasi contatto con il denaro fisico.
Gran parte del settore agricolo umbro si trova in difficoltà - ha ricordato Albano Agabiti presidente regionale Coldiretti - con il comparto ricettivo rurale, che a causa del calo della domanda interna e del crollo del turismo internazionale sconta disdette del 95% e mancate prenotazioni del 90%. Una crisi che sta colpendo anche fattorie didattiche e somministrazione pasti con un calo del 100%. Per questo siamo impegnati - aggiunge Agabiti - nel proporre un piano di intervento con risorse economiche di sostegno e misure straordinarie, a cominciare dalla richiesta inviata a tutti i Comuni umbri per la revisione della Tari, oltre che per un piano condiviso di promozione per il rilancio.
Resta alta - sottolinea Mario Rossi direttore Coldiretti Umbria - la preoccupazione per le attività delle nostre imprese che si trovano di fronte ad una stagione compromessa, con l'emergenza che ha causato innanzitutto una forte crisi di liquidità. Per questo continua senza sosta il nostro impegno per supportare gli operatori anche attraverso un'interlocuzione costante con istituzioni ed enti competenti. Ora con l'arrivo della bella stagione occorre sostenere più che mai il turismo in campagna - aggiunge Rossi - che può svolgere un ruolo centrale per le vacanze e quindi concorrere in maniera importante al rilancio di immagine ed economico dell'Umbria, perché contribuisce in modo determinante al turismo di prossimità anche con la riscoperta dei nostri piccoli borghi. Considerato poi che in Umbria un agriturismo su cinque si trova in montagna - conclude Rossi - ecco che una promozione integrata della nostra regione deve poter puntare con forza su questo segmento, che rischia, senza il dovuto sostegno, di "provocare" anche l'abbandono delle zone più marginali.